32. I'll show you my hell

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"Fai bene ad andartene.
Anch'io, se potessi, mi lascerei."
Freak Antoni

MATTHEO RIDDLE

La afferro prima che possa cadere a terra e spaccarsi la testa, la prendo tra le braccia e mi accorgo che ha perso i sensi.

Tom è riuscito a spostare la sedia per far si che non si schiantasse direttamente su essa, e ora la guarda preoccupato, guarda la mia stellina, e non mi fa affatto piacere.

Gli cavo gli occhi a quel coglione se continua a guardarla.

«Che drammatica.» sbuffa Charles McKenzie.

Vorrei mandarlo a fanculo e dirgli che non è drammatica, che è normale reagire così dopo aver scoperto una cosa del genere, che sta male.

Ma non posso.
Non posso perché mio padre mi ammazzerebbe, andrei contro tutte le regole, e lei sarebbe in pericolo. Non voglio che la mettano in mezzo, quindi mi faccio i cazzi miei, anche se la cosa mi rode e non poco.

«Mattheo portala di sopra, nella stanza degli ospiti, ha bisogno di riprendersi.» mi ordina mio padre e io per un momento ho la tentazione di guardarlo male.

Da quand'è che si preoccupa per lei?

Ho scoperto anch'io oggi il suo piano completo con lei, il fatto che deve diventare un Mangiamorte al suo servizio, ma non capisco proprio a cosa gli serva.

I suoi figli fanno già tutto per lui, obbligati, gli altri se ne vanno in giro a creare caos e devastazione. Cosa mai gli servirà lei?

C'è qualcosa sotto, come sempre. C'è sempre qualcosa di nascosto qui.

La prendo in braccio, un braccio intorno alle spalle e l'altro sotto le ginocchia, e la tengo stretta a me mentre mi dirigo verso le scale per arrivare nella stanza.

E la osservo, osservo il suo viso rilassato ma che se si fa attenzione si può notare bene gli angoli della bocca , le piccole rughe sulla fronte e gli occhi stanchi stretti leggermente più forte del normale, si può ben capire che lei non è affatto rilassata.

Probabilmente anche nella sua incoscienza è tormentata dalla verità, e non vorrei fosse cose.

Lei ha bisogno di pace e vorrei potergliela dare io, ma non so come fare, non so che devo fare. E soprattutto non posso nemmeno, lei mi odia, mi odia nel vero senso della parola, so che ora pensa che io sia un suo nemico, che io l'abbia tradita, che l'abbia usata.

Ne sono consapevole. Ho tentato di proteggerla, di tenerla lontana da me per non farle poi sentire così tanto dolore, ho cercato di ribellarmi al volere di mio padre ma è stato tutto inutile.

Inutile perché questa ragazzina mi ha fottuto nel preciso momento in cui l'ho vista la prima volta, inutile perché mio padre non accetta che io gli disubbidisca, inutile perché i miei sentimenti per lei sono così forti che si espandono ogni secondo della mia vita.

Inutile perché io non so starle lontano.

È questa la verità, quella che ho cercato di reprimere ed eliminare.

Io non so starle lontano, mi dà fastidio non essere con lei almeno un momento della giornata, mi sento strano se non la ho affianco durante le lezioni o sulla torre di astronomia.

La voglio sempre con me, la voglio nella mia vita, perché questa stellina illumina ogni cosa dentro di me e io sono abbastanza sicuro che non troverò mai un'altra fonte di luce se non lei.

Ma ho rovinato tutto e non credo che lei mi perdonerà mai.

Se per aver dato fuoco al suo libro di favole ci ha messo cinque anni quanto tempo ci vorrà per questo?

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora