"Sento vibrare la tua voce in tutti i suoni del mondo."
Paul Éluard
SHEILA MCKENZIE
Il pensiero che mi scoppia nella testa appena riprendo coscienza è: Perché intorno a me fa così caldo?
Apro lentamente gli occhi, sbatto le palpebre qualche volta prima di mettere a fuoco decentemente, e la prima cosa che vedo è una parete, la parete di una stanza che conosco bene anche se non vorrei.
Ma è quando mi muovo leggermente che mi accorgo che qualcosa mi stringe dietro di me, qualcosa di caldo e che mi mette sicurezza.
Guardo quello che sta stringendo la mia mano, inconsciamente pensavo fosse il mio peluche, che è la mano di qualcuno.
Ed è nel momento in cui sposto lo sguardo all'indietro che scopro che quel qualcuno è proprio lui, Mattheo.
Sta dormendo, degli sbuffi gli escono dalla bocca, il suo corpo mi abbraccia da sotto, è rilassato e pare un termosifone vivente. Una sua mano è posata tra i miei capelli, l'altra stringe la mia in modo delicato e le sue gambe sono un groviglio con le mie.
Mi sento al sicuro.
Lo osservo ancora per un po', senza muovermi neanche di un millimetro per non svegliarlo, osservo i suoi lineamenti, le sue mani, le vene evidenziata, i ricciolini che amo anche se non glielo dico. Mi rilasso nel suo calore e lo lascio avvolgersi a me, ammiro ogni cosa di lui e mi godo tutto questo.
Poi però la realtà mi si schianta addosso.
I ricordi tornano, uno dopo l'altro, e nella mia testa comincia a sussurrare la sua voce, dolce, familiare, come se ogni volta che parlava, la mia anima avesse premuto rec, solo per poterla riascoltare nei momenti in cui tutto fa male il doppio di quello che potrei sopportare da sola.
Chiudo gli occhi, come se bastasse per spegnere il rumore del cuore che batte troppo forte, troppo in fretta.
Batte così velocemente perché avverte l'aiuto dell'altro, ne ascolta la melodia e ne riconosce il tono.
Cercare di farlo smettere è impossibile, lui è ovunque.
In un tono di voce tra la folla, in una battuta detta a mezza bocca, in una risata che non è la sua, nel battito di un cuore che non è il suo ma che per un secondo mi illudo possa esserlo.
Mi manca anche se non è mai stato davvero mio e io sua.
Mi manca nel modo in cui ci si manca quando non si ha avuto abbastanza tempo, quando le cose non iniziano neanche, ma finiscono comunque. Mi manca anche se il dolore è più forte, anche se mi ha spezzata, anche se ho cercato di spegnere questo pensiero.
Mi manca quello che avevamo, anche se non avevamo niente.
E ogni volta che penso di averlo dimenticato, basta un dettaglio come un battito, un odore, uno sguardo che assomiglia al suo, per crollare di nuovo.
E mi odio per questo ma non riesco a smettere, non ci riesco e forse è l'ora di finirla di scappare via.
Ma come faccio a non scappare quando l'ho sempre fatto? Quando è stato sempre la mia unica opzione, come si fa?
Nessuno mi ha mai detto come si resta e nessuno è mai rimasto per me, sono crollata da sola per anni e non ho mai sentito un "resto con te".
Mattheo ci è andato vicino in questo momento, l'ha quasi sfiorato nel corso del nostro tempo insieme ma non l'ha mai raggiunto. Questo perché ha distrutto la possibilità, ha tagliato il suo traguardo maa non quello di restare, quello di abbandono.
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Infinite Darkness | Mattheo Riddle
Fanfiction[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] Sheila McKenzie non ha una vita facile. Vive nel buio, nella piena oscurità, ma non lo da mai a vedere, nascosta come un cadavere sotto terra. L'unica certezza che possiede è quella che tornare a casa ad ogni fine anno le procura...
