14. Tackling even just a small piece is already a lot

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“È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così
perfino la sua stessa ignoranza.”
Socrate

SHEILA MCKENZIE

«Accomodati signorina.»

E così faccio, andando a sedermi sulla sedia davanti alla cattedra.

Il suo ufficio mi ha sempre affascinato, così grande, antico, prezioso e maestoso. È sempre stato una di quelle stanze che mi affascinava, fin dal primo anno, contiene oggetti straordinari e conoscenze del mondo magico davvero significative. In queste pareti ci sono più cose di Grifondoro che altro ma non mi dispiace, è così che deve essere.

Tutti hanno l'idea che noi Serpeverde siamo avidi, scontrosi e malvagi. Be' è solo un pensiero fasullo.

Sono scontrosa è vero, ma solo quando io decido di esserlo e con chi, sono avida quando si tratta dei miei averi più importanti e malvagia solo se devo vendicarmi di un torto commesso da un traditore.

È un idea del cavolo.

Comunque stare qui mi mette una certa ansia, insomma è la stanza di un preside, ed egli è qui davanti a me.

Lui ha in mano tutto, mette a tacere chiunque possa fare dei giudizi o torti, è il re di questo posto in pratica. Ma è sempre così calmo, pacifico e sembra sempre svampito. A volte mi chiedo cosa lo ha fatto diventare preside di questo posto, anche se so che saggio più di chiunque altro.

«Allora di cosa voleva parlarmi?» chiede lui facendo tornare lo sguardo su di sé.

Dio sono sempre così pensierosa, dovrei smetterla.

«Volevo chiederle se potessi cambiare stanza?»

I suoi occhi rimangono sempre rilassati, probabilmente anche se ci fosse una catastrofe lui rimarrebbe così.

«E perché mai?»

«Non vado più molto d'accordo con la mia compagna di stanza e non riesco più a stare lì.»

Mentre parlo lui prende delle caramelle, se non sbaglio Piperille. Ma fa il gesto se ne voglio una e accetto, magari il nervosismo mi passa. La menta è così buona e poi sono i miei dolci preferiti insieme alle cioccorane.

«Quindi solo per questo? E perché non va d'accordo, mi sembra che eravate unite da anni?»

Un po' di cazzi suoi no eh. Ecco il motivo per cui mi dà fastidio, sempre così curioso.

«Per questo sì e mi scusi signore ma sono fatti miei.»

«Certamente perdonami signorina. Allora lei quindi vorrebbe avere un'altra camera?» domanda con le mani incrociate tra loro poste sul tavolo.

«Eh sì.»

«Ma sa benissimo che non c'è ne sono.» mi fa notare tranquillamente.

Apposto grazie per questa informazione ovvia, io comunque devo cambiare dormitorio.

«Lo so sì.» affermo cercando di nascondere il mio nervosismo, devo trattenermi.

«Sa anche che la sua stanza era l'unica a due che c'era libera, ora non c'è ne sono più.»

Ma perché crede di stare parlando con una bambina.
Quel bastardo mi ha davvero plasmata come una stupida ragazzina.

«Certo che ne sono a conoscenza.»

«Bene allora da quel che io so è libero un posto nella stanza quattro del tuo anno.»

Quello di Pansy, fantastico.
Qualcos'altro ci sarà, è enorme sto castello non possono esserci così poche camere...anche se mi sto chiedendo come diamine fa Silente ha ricordarsi tutto senza assegnarselo, dettagli comunque.

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora