Capitolo 32

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Siamo all'ultimo giorno a Londra. Abbiamo visto tutti i posti che Londra ha da offrire ed è magnifica. Dai gardini come Hyde Park, Green Park e st. James Park ai musei come Madame Tussauds, Tate Gallery, Shakespeare Globe ai monumenti come Big Ben, Buckingham Palace, Abbazia di Westminster, la cattedrale di S. Paolo e la London Eye. Abbiamo visto così tante cose che nemmeno le ricordo tutte. Oggi come ultimo giorno i professori ci hanno chiesto dove andare visto che abbiamo visitato tutto. Con alzata di mano abbiamo scelto di andare sulla London Eye, visto che ancora non ci siamo saliti e l'abbiamo vista solo da lontano e di pomeriggio l'acquario di Sea Life che è a due passi da lì. Il pulmino affittato è guidato dal professor Letterman e si dirige verso l'amata London Eye. Harry è a qualche fila dietro me ed Anne. Più o meno le mie amiche mi hanno sollevato il morale e le visite per i vari monumenti mi hanno distratta. Con Wanda, noi ragazze, sembriamo amiche da anni e tra una parola ed un'altra le ho raccontato la situazione e lei mi tirava su il morale con qualche battuta. Ma ogni volta che mi capitava guardarlo, o scambiarci sguardi mi veniva da piangere. Perché mi guarda se dice che è finita?

"Allora ragazzi. Per salire alla London Eye ci dobbiamo dividere in due gruppi perché il numero massimo che può salire a capsula è venticinque. Quindi ci divideremo in ventiquattro ragazzi che verranno con me, e gli otto restanti andranno con la professoressa Stoner." Spiega il professore Letterman mentre ci avviciniamo alla lunga fila di turisti. "Per chi non vorrà salire o non se la sente perché soffre di claustrofobia o vertigini, resterà ad aspettare con la professoressa Summer." Tutti iniziano a dividersi nel gruppo in cui sale e in quello che resta ad aspettare. Salgono tutti tranne due ragazze che hanno le vertigini e un ragazzo claustrofobico, quindi rimangono cinque persone per andare con Wanda e siamo io, Paula, Isabel, Anne e Meg.

La fila va avanti e proprio quando tocca al primo gruppo ad entrare, per sbaglio, noi che eravamo rimaste in mezzo al gruppo ci ritroviamo ad entrare. Tutte, tranne io.

"Siete arrivati a venticinque persone, tu devi andare nell'altro gruppo" dice il professore e subito un ragazzo che lavora lì chiude la capsula e vedo le mie amiche salire lentamente. Fa niente, mi godrò meglio la visuale senza essere distratta dalle mie amiche che parlano.

Wanda si mette davanti al gruppo delle persone rimanenti, per farla passare mi volto indietro e mi sento mancare il fiato quando vedo che Harry è uno di questi, poi ci sono altri tre ragazzi che sono di quarta.

"Prof, non me la sento" dice una ragazza guardando la piattaforma. "Tranquilla, va dalla professoressa Summer." La tranquillizza. "Se non sali tu non salgo nemmeno io allora" dice la sua amica. Le due ragazze si allontanano e la porta della capsula si apre e un uomo ci dice di salire velocemente.

Quindi saliamo io, Wanda, Harry e un ragazzo di quarta e una ventina di altri turisti. Il cuore mi martella e non so se è perché Harry è proprio al mio fianco o perché sarò intrappolata per trenta minuti in una cabina che sale fino 135metri da terra. Non ho mai sofferto di vertigini, quindi è Harry.

"Non avevamo finito di parlare" sussurra Harry dopo una manciata di minuti tenendo lo sguardo fisso oltre il vetro dove si vede il Big Ben proprio alla nostra altezza.

"Non credevo fossi intenzionato a continuare" mi giro verso di lui e i suoi occhi illuminati dal sole sono il vero panorama. "E poi, cosa ti devo dire? Ti ho già fatto le mie scuse. Vuoi che ti ripeto che sono una stronza manipolatrice che non riflette sulle cose che fa? Bene. Lo sono."

Sbuffa una risata. "La tua è caparbietà"

"Forse" non so come sto riuscendo a mantenere la mia voce calma. "È per questo che mi hai lasciata? Sai, non mi hai dato una spiegazione. E forse, quello che era amore era solo un'illusione. E se è così, non capisco perché stiamo ancora par-"

"HO FATTO UNO SBAGLIO!" mi interrompe alzando la voce, e finalmente mi guarda. Alcuni turisti si voltano per lo spavento e lui si scusa a bassa voce. Wanda annuisce e mi sorride tranquilla. "Non so perché l'ho fatto. Ti avevo appena vista baciare con Micha-"

"MA L'HAI VISTO ANCHE TU CHE L'HO EVITATO!" Questa volta sono io che alzo la voce e i turisti sono più attirati da noi che discutiamo che dal panorama.

"Volevo solo un giorno per pensare su cosa fare!"

"Ah! E andare alle feste e parlare con le bionde ti è stato di aiuto?"

"Mi è stato d'aiuto vederti baciare Ashton davanti i miei occhi" dice tra i denti ed è un colpo basso.

"Ero ubriaca! Tu mi hai lasciato senza motivo e da ubriaca non riesco a pensare. Già non lo faccio da sobria, credi che da ubriaca sono meglio? Volevo vendicarmi perché stavi parlando con quelle ragazze!"

"Infatti Vivian!" Si avvicina e io indietreggio. "Parlare! Tutti parlano! Anche noi lo stiamo facendo! Tu hai baciato!"

"Non significa che amo Ashton! IO AMO TE!" urlo l'ultima frase che rimbomba nella cabina che ad ogni passo di Harry, per me, si rimpicciolisce.

"Perché non lo capisci? Perché non butti questa storia nella spazzatura? Sono passati quattro mesi, Harry! QUATTRO! Non ho ucciso nessuno! Ho compreso i miei errori, non posso giurarti che non li ripeterò, ma ci proverò se solo TU mi darai un'altra chance. La punizione è durata più del dovuto e noi ci stiamo comportando come... Come due bambini di due anni!" Questa volta sono io ad avanzare e lui ad indietreggiare.

La sua schiena tocca il vetro e siamo entrambi senza fiato, senza parole. Siamo sul punto più alto della London Eye.

I nostri sguardi si riflettono esitando sul da farsi. Così agisco io buttandomi su di lui. Con le mani che stringono i suoi capelli, i nasi che si sfiorano e le labbra che toccano. Morbide e dolci. I turisti che sono qui con noi applaudono e ci fanno anche qualche foto o un video. Ma non esiste nessuno a parte Harry.

Lui mi allontana confuso e riesco a riflettere la mia faccia spaventata sui suoi occhi verdi. "Ti prego" voglio dire ma sono così stanca di chiederlo. Con una mano mi tiene la spalla e con l'altra mi accarezza la guancia, sfiorandola ed io ho bisogno del suo tocco. Avvicino la guancia alla sua mano continuandolo a guardare, tenendo le mani sempre dietro il suo collo.

Di colpo mi avvicina a lui tenendomi dalla testa. La mano che era sulla mia spalla scivola verso il mio fianco. Come se fosse la prima volta, le nostre lingue si toccano incuriosite ed esitanti. Come se fossero un oggetto prezioso che non si deve rovinare, ma al contrario, devono mantenersi intatti e ottimali fino all'ultimo giorno. Così come il nostro amore.

New Me • Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora