Capitolo 40

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Sento la porta della mia stanza aprirsi, sarà mia mamma. Oggi è il mio compleanno, come regalo fatemi svegliare quando voglio io.

"Vivian..."

"Mmh" mugolo, ma la voce non è nè di mia mamma nè di mio papà. Di sicuro i miei genitori non mi danno neanche dei baci lungo il collo. "Harry?" Apro un occhio trovando i miei capelli castani davanti agli occhi, con una mano sposto i capelli e vedo un corpo slanciato, scuro e sfuocato muoversi sopra il mio corpo facendo muovere il letto. "Harry!?" Richiedo allarmata mettendomi seduta sul letto. Sono sorpresa perché è qui, arrabbiata perché mi ha svegliato e impaurita nel caso ci scoprisse mio padre.

"Sì, è il mio nome. Sai Vi, ti preferisco con il trucco" viene verso di me e infila una mano tra i miei capelli avvicinandomi a lui e strappandomi un bacio sulle labbra. Lo guardo ancora stordita dal sonno, non immagino quali siano le mie condizioni attuali.

"Come sei gentile, dire che sono brutta senza trucco è il tuo regalo di compleanno?" Mi alzo mentre lui riprende a tirare fuori borse, vestiti e scarpe. Lo lascio fare perché sono troppo stanca per fermarlo ma quando vedo l'ora -3.52 A.M.- prendo coscienza e mi alzo in piedi. "Che diamine ci fai alle quattro meno cinque di mattina a casa mia ?!" Chiudo la porta e tolgo dalle sue mani la borsa che aveva in mano.

"Quattro meno otto" mi corregge come se cambiasse qualcosa "Andiamo a Brisbane." Dice semplicemente riprendendola. Mi vuole sottrarre dai miei genitori il giorno del mio compleanno? È pazzo!

"Non hai sentito mio padre? Ha detto di no." Non mi risponde per meno di un minuto nascondendo un sorriso, continuando a mettere vestiti nelle borse, ingorandomi. Al contrario io svuoto le borse rimettendo i vestiti dove erano.

"Sai dovresti prepararti invece di sabotare la tua festa."

"Non sto sabotando nulla! Sto solo impedendo che mio padre ti uccida, anzi, ci uccida!" Mi prende le spalle mentre piego un maglioncino celeste.

"Va' a prepararti." Mi guarda fisso negli occhi e non riesco a muovermi, concentrata a capire cosa abbia in mente.

La porta si apre con mio padre. No, maledizione.

"Papà, io-"

"Sei ancora in pigiama?" Chiede entrando. Harry si allontana da me rimettendo i vestiti nelle borse ridendo. Non mi rimprovera, o uccide, per il fatto che Harry, il mio fidanzato, sia in camera mia alle quattro di mattina ? Forse Harry è solo un allucinazione.

"Non gliel'hai detto?" Chiede mio padre severo. Detto cosa? Quindi Harry è veramente qui? Non sto capendo nulla.

"Volevo prenderla un po' in giro."

Cosa? Erano d'accordo? Era tutto programmato? Vado a Brisbane? Con Harry? Tre giorni? Oh santo cielo. Come ci è riuscito!?

"Stai attento ragazzino se non vuoi che accada qualcosa a quello che hai..." non so e non voglio sapere cosa intenda mio padre, sta di fatto che prima di uscire dalla mia stanza mi dice di muovermi a prepararmi prima che cambi idea e ad Harry di uscire dalla mia stanza. Scusa, ma 'tanti auguri figlia' era troppo impegnativo? Poco importa. Vado a Brisbane!

~~~~~

Aiuto Harry a preparare la mia valigia, arrossisco un po' quando sistemo l'intimo in valigia e lui mi guarda con un ghigno, sussurrando qualcosa che non ho capito. In dieci minuti sono vestita, pettinata e truccata. Quando torno in camera noto subito che Harry ha già preso la valigia, probabilmente l'ha messa in macchina, ma quando sono ai piedi delle scale sento un brusio venire dalla cucina che è tutta buia. Accendo la luce e mi arriva una torta in faccia e sento che tante persone mi hanno urlato nel frattempo "AUGURI" la torta si stacca dalla mia faccia ma resto comunque ad occhi chiusi essendo ricoperti di panna. La tolgo con le dita liberandomi gli occhi, trovandomi di fronte ai miei genitori, Harry e i suoi genitori. "Buon compleanno!" Applaude mia mamma entusiasta. "Grazie" dico a denti stretti perché un 'fanculo a tutti' sarebbe da maleducati.
Un dito, quello di Harry, mi riga la faccia togliendo la panna dal mio viso per poi portarselo alla bocca.

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