Capitolo 37

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Ore 02:47 A.M.

Sento mio padre russare, segno che è in sonno profondo e che nulla lo potrà svegliare.

Prendo la borsa già pronta con un paio di vestiti, acqua e cibo. Apro la finestra e la butto giù, atterrando sulla morbida erbetta del giardino, ai piedi dell'albero. Se Harry ci riesce, posso farcela anche io. Dalla porta non posso uscire, perché quando si chiude fa troppo rumore, e mia mamma, al contrario di mio padre, non ha il sonno profondo.

Avvicino il ramo più robuso e vicino alla finestra, l'ho già visto fare ad Harry, fortunatamente riesco a stare sopra tenendomi con i rametti sopra e camminare fino al centro del ramo che trema sotto i miei piedi. Ho il cuore che sta per uscire dalla mia bocca dalla paura che sto provando. Mi siedo e guardo giù. Ci sono due rami piuttosto robusti da potermi reggere. Attentamente e con molta fortuna riesco ad atterrare su uno dei due rami, mi siedo di nuovo e guardo giù di nuovo. I rami sono troppo sottili per potermi reggere, devo saltare. Scarico il mio peso avanti e striscio contro il ramo su cui ero seduta. Atterro sui piedi e rischio di prendere una storta ma fortunatamente, l'unica cosa che mi succede, è cadere sulle ginocchia. Dannazione, che male.

Prendo la borsa e mi dirigo zoppicando verso il cespuglio vicino al garage dove avevo nascosto la bici qualche oretta fa, quando sono andata in garage con la scusa che dovevo prendere lo scotch biadesivo. Esco la bici blu e spazzolo con la mano alcune foglie, metto la borsa nel cestello.

Pedalo veloce verso il boschetto, conosco a memoria la strada pur non andandoci da tre anni. Nessuno si immaginerá che sono lì, tranne una persona. Ovviamente stasera non dormirò qui, andrò a scuola e dopodiché verrò qui.

Starò qui finché qualcuno mi troverà e mia madre si scuserà. E come al solito, come ogni madre farebbe, si scuserà perché è stato per colpa sua, non le importerà che sono scappata ma che mi ha ritrovata e capirà quanto sono importante per lei. La cosa più brutta che una persona potrebbe fare è portare via la figlia dalla madre. È tutto calcolato, e ci scommetto la mia vita che andrà così.

Arrivo al centro del boschetto, prendo la borsa e guardo davanti a me. La casetta nell' albero che avevo costruito di nascosto tempo fa con Michael è ancora intatta e come l'ho lasciata anni fa. Salgo dalla scala di corda e appena la mia faccia spunta davanti alla porta sembra tutto pulito e in ordine, non polveroso o con qualche famiglia di qualche animale come temevo. Non do peso alla questione, getto la borsa dentro e scendo le scale tornando alla bici.

~~~~~

Non riuscendo a salire dall'albero entro dalla porta lasciandola però aperta, appoggiata al telaio per non fare rumore e mi tocca dormire sul divano con già la divisa addosso, puntando la sveglia alle 5:30 A.M., nonché mezz'ora prima che mio padre si svegli per andare a lavoro e quaranta minuti prima che mia madre si svegli così da salutare mio padre prima che vada. Dirò che mi sono svegliata perché devo andare a scuola per ripassare con Paula anatomia. In questo modo non vedrò mia madre e posso chiudere la porta così che i miei non sappiano che era aperta. Sento mio padre scendere le scale e io mi piazzo subito davanti alla porta facendo finta di girare la chiave nella serratura per aprirla.

"Vivian?" Chiede strofinando gli occhi con un lungo sbadiglio.

"Oh, papà." Apro di poco la porta. "Scusa, devo andare a scuola immediatamente." Corro verso di lui baciandogli la guancia e lui mi augura una buona giornata. Esco dalla porta e finalmente la chiudo.

Prendo la bici, così, dopo scuola posso andare direttamente. Oggi c'è freddo ed ho indossato quegli orrendi pantaloni della divisa.

Arrivo a scuola dopo quarantacinque minuti, dieci minuti in più a quanto ci impiego con l'autobus. Sono le 6:57 A.M.

New Me • Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora