All monsters are humans.
30. Someone new.
L'appartamento di Jongwoon era piccolo ma confortevole, e da quanto avevo capito lo condivideva con un qualcuno che non avevo ancora avuto modo di conoscere. Dopo essermi calmata e ripresa - quasi del tutto - mi trascinò dentro con la scusa del "ti offro qualcosa". E quindi.. mi ritrovavo nel suo salotto, seduta su un comodo divano nero a osservare i vari quadri appesi sulle pareti attorno.
Mi alzai, iniziando a vagare per la stanza mentre aspettavo che il ragazzo si cambiasse e mi raggiungesse. Mi avvicinai ad una specie di comò accostato alla parete accanto alla porta, chinandomi appena per guardare le foto. Sorrisi nel ritrovare un vecchio scatto rappresentante noi due al Luna Park. Conservavo ancora il peluche che mi regalò lui, vincendo ad un gioco che a me non riusciva.
Passai avanti con gli occhi, osservando varie foto di lui con i suoi genitori e la sua famiglia, e mi ritrovai a sorridere divertita davanti ad un piccolo Jongwoon travestito da Frankestein.
"Ero veramente terribile con quella cosa addosso" rise piano una voce dietro di me, che riconobbi subito. Presi tra le mani la cornice, girandomi verso il ragazzo e poggiandomi al comò.
"Non è vero, eri tenero~" lo presi in giro piazzandogli sotto il naso la foto. Lui si coprì gli occhi fingendosi disgustato, e risi.
"Ricordo di aver terrorizzato un bambino di due anni mentre giravo per le strade-" scosse la testa, inclinando appena la testa e guardandomi. Sgranai appena gli occhi mentre le mie risate aumentavano.
"Oddio, davvero? Povero bambino"
Continuai a prenderlo in giro mentre pian piano ci spostavamo verso la cucina, commentando praticamente ogni foto ci capitasse sotto gli occhi.
Mi sedetti con un piccolo salto su uno sgabello rosso, facendolo girare un po' prima di poggiarmi con i gomiti alla penisola, osservandolo aprire il frigo ed estrarne una bottiglia d'acqua. Il silenzio venuto a crearsi mi stava dando abbastanza sui nervi, considerato che erano passati due anni di totale silenzio da parte sua e volevo recuperare il tempo perso. Aprii la bocca per dire qualcosa non appena lui si girò per prendere dallo scaffale sopra al lavandino due bicchieri, ma la vibrazione del telefono mi interruppe.
Con un piccolo sbuffo portai una mano verso la tasca posteriore dei miei pantaloni e tirai fuori il cellulare.
Nuovo messaggio.
Sbloccai il telefono passando il pollice sullo schermo, pensando a chi potesse essere.From: Cerbiatto <3
To: Kelsey
Baby boooooo~ dove sei? Mi sento solo qui a casa :cRisi intenerita, quel ragazzo spruzzava infantilità da tutti i pori. Scossi la testa mentre raddrizzavo la schiena, completamente ignara dello sguardo incuriosito di Jongwoon su di me.
"Rendimi partecipe di qualunque cosa ti stia facendo ridere, mi sembra di essere un estraneo" commentò porgendomi il bicchiere d'acqua mentre sorseggiava piano la sua. Alzai lo sguardo verso di lui dopo aver inviato un messaggio con su scritto che sarei stata lì in poco e scrollai le spalle, afferrando il bicchiere e portandolo alle labbra.
"Devo solo tornare a casa" risposi, alzandomi e bevendo tutto d'un fiato l'acqua prima di poggiare l'oggetto sul tavolo e guardarlo. "Vieni?"
"Eh? Io? Kris non mi ucciderà?" portò una mano tra i capelli, scompigliandoli appena come in imbarazzo.
"Dubito che lui ci sia" roteai gli occhi al cielo, piegandomi per afferrare la tracolla ai miei piedi e afferrando la manica della sua felpa, trascinandolo fuori dalla stanza verso la porta principale. "E poi non stiamo più insieme, quindi al massimo può solo ucciderti per essere stato via due anni ed essere sparito senza dire niente a nessuno"
Jongwoon si rabbuiò a quelle parole, tirando via il braccio dalla mia presa e afferrando le chiavi di casa da un oggetto cavo poggiato su un mobile vicino alla porta, distogliendo lo sguardo da me e uscendo fuori. Lo seguii, mordendomi le labbra e chiedendomi se non fossi stata un po' dura con le parole. Prima che potessi dire o fare nulla per aggiustare, lui parlò. "Mi dispiace" la sua voce era bassa, e mi guardò brevemente mentre girava la chiave nella serratura, sospirando poi.
"Io.. voglio solo capire perché.." allargai le braccia ai lati dei miei fianchi, lasciandole poi ricadere mollemente. Cercai il suo sguardo, ma lui continuava a sfuggirlo.
"Adesso non posso dirtelo, okay? Forse.. più avanti.." mormorò, affondando le mani nelle tasche dei jeans. Sospirai, arrendendomi. Insistendo non avrei ottenuto nulla, quindi per il momento avrei lasciato perdere.
Mi avvicinai di qualche passo a lui e mi alzai sulle punte dei piedi, circondandogli il collo con le braccia e poggiando la guancia sul suo collo. Le sue braccia rimasero ferme dove erano, ma sentii la sua fronte ricadere stancamente sulla mia spalla. "L'importante è che tu sia qui, adesso" dissi piano dopo qualche secondo di silenzio, carezzandogli piano i capelli alla base e sorridendo appena. "Non te ne andrai di nuovo, vero..?"
"No" scosse la testa con forza, e a quel punto una delle sue mani si era sollevata fino a poggiarsi sul mio braccio. "Non ti lascio, tranquilla. Sono qui per restare."
La presa delle mie braccia su di lui rafforzò, mentre nascondevo un sorriso felice. Quella promessa implicita nelle sue parole mi rassicurava.
***
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All monsters are human.
FanfictionIl padre di Kelsey, una sedicenne dolce e simpatica, è un guaritore di mostri, e a causa di questo suo strano lavoro deve andare in America per un anno intero. Per questo Kelsey è costretta a prendersi cura di una creatura per metá umana che suo pad...