[CORRETTO]
All monsters are humans.
7. Embarassment.
"Finalmente è domenica!" fu la prima cosa che dissi quando mi svegliai quella mattina, mettendomi seduta e stiracchiandomi per risvegliare le ossa intorpidite. Posai i piedi sul pavimento ghiacciato e rabbrividii, per poi alzarmi e andare in bagno per sistemarmi. Mi lavai la faccia e legai i capelli in una crocchia disordinata, poi aprii l'acqua e cominciai a riempire la vasca per un bel bagno rilassante. Tra la partenza di papà per l'America, l'arrivo a casa di Lu Han e tutte le altre cose, non ero mai riuscita a trovare del tempo da dedicare a me stessa.
Quando decisi che la vasca era sufficientemente piena, mi tolsi il pigiama e l'intimo e affondai nell'acqua calda ricoperta dalla schiuma che tanto mi piaceva, chiudendo gli occhi per rilassarmi. Avevo messo in sottofondo della musica, con il volume non troppo alto per non svegliare il ragazzo che si trovava nella camera accanto, e cercavo di non pensare a niente che potesse rovinare il mio momento di relax.
Non chiedetemi come, nè il perchè, in testa avevo un chiodo fisso che mi tormentava costantemente da una settimana. Un viso da bambino, degli occhi a mandorla talmente belli e ipnotizzanti da bloccarti, un sorriso stupendo..
Non capivo cosa mi prendeva, ma mi risultava impossibile togliermi Lu Han dalla testa. All'inizio ammetto di averlo trovato davvero antipatico, con quel suo modo di fare freddo e indifferente, come se non gli importasse niente di nessuno oltre se stesso. Poi, col tempo, standoci assieme e parlandoci non ho potuto fare a meno di abituarmi alla sua presenza, alle sue battutine idiote e ironiche, al fatto che mi interrompesse mentre parlavo, al cercapersone che vibrava costantemente.. Sentivo che non potevo fare a meno di tutte queste cose, e di lui.
Spesso mi rallegrava le giornate, a modo suo certo, ma lo faceva. E ora che ci stavamo avvicinando, che stava cominciando a fidarsi di me e ad aprirsi di più, davvero non riuscivo a pensare di vivere ventiquattro ore in quella casa da sola senza lui che mi chiamava continuamente o che mi prendeva in giro perchè arrossivo.
Ormai era più di una settimana che papà era partito per l'America e che Lu Han era entrato nella mia vita, sconvolgendola e facendomi impazzire. E, parlando francamente, non vedevo l'ora di slegarlo da quella maledetta sedia, stavo solo aspettando che papà mi desse l'okay per farlo.
Poi, quando Jessica aveva detto quelle parole..
"Non hai mai paura? Di Lu Han intendo.. Mi hai detto che è più forte di un normale essere umano, se volesse potrebbe liberarsi senza fatica o addirittura farti del male..."
Ho riflettuto molto sulle sue parole, non lo nego, ma mi fidavo di Lu Han e sapevo che non avrebbe mai fatto niente che potesse farmi del male. Nonostante questo, però, continuavo a cercare di non farlo arrabbiare in alcun modo, non sapevo che reazione potesse avere e in un certo senso la temevo.
"Aaah, sto impazzendo!" esclamai a voce un po' troppo alta passandomi una mano bagnata sul volto e premendo due dita sugli occhi. Mi alzai, attenta a non far cadere l'acqua per terra, e mi avvolsi in un asciugamano uscendo dalla vasca. Sciolsi la crocchia e mi asciugai velocemente il corpo rimettendo l'intimo. Ritornai in camera e presi dai cassetti una canotta larga di colore bianco e dei pantaloncini da basket neri che mi arrivavano alle ginocchia, poi scesi in cucina per prepararmi la colazione. Preparai dei pancakes per me e Lu Han, mangiai velocemente i miei e salii in camera del ragazzo per vedere se si fosse svegliato.
Aprii lentamente la porta e guardai dentro la stanza. Stava ancora dormendo, seduto sulla solita sedia con la testa piegata in avanti e le gambe allungate in avanti. Sospirai, gli sarebbe venuto l'ennesimo torcicollo se continuava a stare così, poi richiusi la porta piano e riscesi al piano di sotto.
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All monsters are human.
FanficIl padre di Kelsey, una sedicenne dolce e simpatica, è un guaritore di mostri, e a causa di questo suo strano lavoro deve andare in America per un anno intero. Per questo Kelsey è costretta a prendersi cura di una creatura per metá umana che suo pad...