[CORRETTO]
All monsters are humans.
Prologue.
Svegliarsi la mattina dopo due settimane passate a dormire - causa vacanze natalizie - è sempre un trauma, soprattutto per una come me.
Stavo facendo un bellissimo sogno in cui io e Lee Joon ci sposavamo, quando quella bast- la mia bellissima sveglia ha deciso di suonare, proprio in quel momento. Allungai una mano fuori dalle coperte, tastando alla cieca sul comodino e facendo cadere come al solito la sveglia. Con la mano sospesa a mezz'aria, aprii un occhio e fissai l'aggeggio che mi aveva rovinato il sonno con astio. Mi misi seduta, poggiando lentamente i piedi sul pavimento ghiacciato e rabbrividendo, per poi andare nel bagno e prepararmi. Doccia veloce, lavata di faccia con acqua ghiacciata per svegliarmi del tutto e coda di cavallo, poi ritornai in camera e mi vestii con gli abiti preparati la sera prima. Uscii dalla mia camera e scesi al piano di sotto. Entrai in cucina e, solo dopo aver preso una mela rossa ed essermi seduta sul bancone della cucina, notai un biglietto sul tavolo.
"Cara Kelsey,
So che può sembrarti improvviso e ingiusto, ma sono stato costretto ad andare a trovare tuo fratello in America per colpa del lavoro e purtroppo dovrò rimanerci per un intero anno. E' accaduto tutto in fretta quindi non ho avuto neanche il tempo per trovare qualcuno cui affidare Luhan. Lui è una creatura che avevo portato a casa ieri. Diciamo che è mal riuscito ed io dovevo prendermi cura di lui rendendolo "umano", ma vista la mia partenza dovrò affidarlo a te. Dovrai prendertene cura ogni giorno e parlare con lui. L'ho sistemato nella stanza accanto alla tua, è seduto su una sedia e purtroppo l'ho dovuto legare. Non aver paura, non è molto pericoloso... sempre che tu non lo faccia arrabbiare. All'inizio avevo paura di lasciarlo solo con te, ma so che sei una ragazza responsabile e gentile e so che riuscirai a gestirlo. Ogni mese ti manderò il denaro necessario per le spese.
Stai attenta, e prenditi cura di lui.
Con affetto, il tuo caro papà. "
Rimasi dieci minuti buoni con la lettera in mano e la mela sospesa a mezz'aria, con un'espressione scioccata in volto. Dovrò vivere con una creatura mal riuscita per un intero anno?
Per chi è confuso, voglio chiarire il tipo di lavoro che fa mio padre: è una specie di guaritore di mostri. Salva creature tenute prigioniere o create da psicopatici e le migliora, le rende umane. Ovviamente questo è un lavoro speciale, molto difficile e che richiede molto tempo, quindi lui si prende cura dei "mostri" uno per volta.
Di solito va nella loro "base" per prendersene cura, non li ha mai portati in casa. E' un edificio gigantesco pieno di esseri assurdi. Mio padre mi ci portò una volta da piccola, e ricordo che la prima impressione che mi fece quell'edificio era di sembrare un ospedale. Una persona normale al mio posto avrebbe avuto paura, ma a me facevano quasi pena. Insomma, chi non proverebbe compassione per delle creature che erano state sottratte alla loro vita da umani da degli psicopatici che li volevano utilizzare per i loro malvagi scopi?
Non mi sono quasi mai intromessa nel suo lavoro, anche perché lui non mi lascerebbe lo stesso entrare nel suo mondo, dice di non voler lasciar morire un'altro di noi. Con questo si riferisce alla mamma. E' morta perché uno degli psicopatici entrò nella base quando c'era lei e la prese come ostaggio. Le creature si spaventarono e lo aggredirono ferendo gravemente anche mia madre. Dopo una settimana in ospedale ci lasciò e papà non riesce ancora a perdonarselo nonostante io gli dica che non è stata colpa sua.
Dopo alcuni secondi mi ripresi e decisi che era meglio chiamare papà per chiedergli cos'era questa storia della partenza e della strana creatura, Lu Han. Dopo un paio di squilli papà rispose, con la voce di uno che è molto impegnato e non vuole essere disturbato. Sicuramente aveva risposto senza guardare chi fosse.
"Pronto?"
"Papà cos'è questa storia?" ho tuonato, gesticolando nervosamente e dando un morso alla mela. Non mi piace quando qualcuno decide le cose per me senza avvertirmi.
"Kels, lasciami spiegare... non potevo portarlo con me, mi hanno chiamato e mi hanno detto che dovevo partire il prima possibile, non avevo altra scelta" cercò di spiegare con voce calma, tentando di tranquillizzarmi.
"Sì, ma non puoi aspettarti che io mi prenda cura di lui, non saprei cosa fare... non ho esperienza in queste cose papà, non saprei come comportarmi con lui."
"Tranquilla, ogni mattina ti chiamerò io e ti dirò cosa dovrai fare, ok?"
"Mm, va bene. posso chiederti chi è?" gli chiesi poi, dando un altro morso alla mela.
"Dei pazzi volevano creare un'arma letale, ma noi li abbiamo scoperti prima che potessero finire. Adesso Luhan è uguale a un umano comune solo che è più forte e veloce degli altri e le uniche emozioni che prova è l'odio e la rabbia, dato ciò che volevano farne di lui. Nel poco tempo che sono stato con lui, ha fatto l'indifferente, ogni tanto risponde sarcasticamente." s'interruppe sospirando, e stavo per dire qualcosa quando riprese a parlare. "E ha paura dei lampi e dei tuoni perché gli ricordano i rumori e le luci della sala in cui è stato creato, quindi stagli vicina quando e se dovesse capitare una giornata del genere." mi spiegò attentamente ed io annuii, anche se non poteva vedermi.
"Va bene papà, cercherò di ricordarmi tutto quello che hai detto." sospirai, ripetendomi a mente tutto quanto. "Poverino però, mi dispiace davvero per lui" mormorai tristemente.
"Tranquilla Kels, sono sicuro che grazie al tuo aiuto migliorerà e tornerà come una volta." mi rassicurò, ed ero sicura che stesse sorridendo.
"Speriamo.." mormorai, lanciando uno sguardo all'orologio appeso al muro di fronte a me. "Dì a Kris oppa che gli voglio bene. Devo andare ora, ci sentiremo domani papà."
"A domani tesoro." stavo per chiudere la chiamata, quando quasi mi forò un timpano gridando. "AH! Quasi dimenticavo... "
"Cosa?" gli chiesi sospirando, incoraggiandolo a continuare.
"Oggi dovrai andare da lui a presentarti, cerca di parlargli e dagli anche da mangiare e da bere. Ricordati di non slegarlo finché non te lo dirò io." si raccomandò.
"Va bene, papà. A domani, ti voglio bene!" e riattaccai senza farlo rispondere, terminando quella strana chiamata. Rimasi qualche secondo così, seduta sul bancone con il telefono sospeso a mezz'aria, la mela mangiata per metà nella mano e i piedi penzoloni. Poi, facendo leva sulle braccia scesi dal bancone e respirai a fondo. Mi sistemai la coda e mi passai una mano sul viso, buttando la mela di cui ormai non avevo più voglia e cominciando a camminare verso le scale. Arrivata davanti alla porta della stanzetta accanto alla mia, respirai ancora una volta, facendomi coraggio.
"Bene, andiamo a conoscere questo fatidico Lu Han" mormorai a me stessa a bassa voce, per poi mettere una mano sulla maniglia della porta ed entrare nella stanza semi-oscurata.
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All monsters are human.
أدب الهواةIl padre di Kelsey, una sedicenne dolce e simpatica, è un guaritore di mostri, e a causa di questo suo strano lavoro deve andare in America per un anno intero. Per questo Kelsey è costretta a prendersi cura di una creatura per metá umana che suo pad...