[CORRETTO]
All monsters are humans.
4. Promise.
"Sai.. stamattina ho parlato con mio padre, voleva sapere come andava e cose del genere, ed è molto contento del fatto che stiamo cominciando ad andare d'accordo." [...]
"Sarà sicuramente felice sapendo che il suo piccolo esperimento sta andando alla grande. Scommetto che si diverte un mondo a fare il piccolo scienziato." [...]
Lu Han, perché ti comporti così?
***
"No, aspetta, io.. non intendevo dire questo." scossi le mani davanti al viso, balbettando come una scema senza sapere cosa dire. Abbassai la testa e mi fissai le scarpe sospirando. Lu Han restò semplicemente in silenzio, ma riuscivo a sentire il suo sguardo penetrante su di me.
"Senti, ho davvero bisogno di sapere una cosa." ripresi a parlare dopo qualche istante, guardando le mie dita muoversi nervosamente.
"Cosa?" chiese con voce bassa, muovendo leggermente le mani e piegando le gambe sotto la sedia. Presi un lungo respiro, prima di parlare.
"Che cosa succede?" alzai lo sguardo su di lui, incatenando i miei occhi ai suoi e assumendo uno sguardo indecifrabile. "Ieri sembrava che stessi cominciando ad aprirti con me, a modo tuo certo, ma lo stavi facendo.. Perché ora ti comporti così? Mi sembra di esser ritornata a quando ci siamo conosciuti." parlai lentamente e a bassa voce, per cercare di fargli capire che comportandosi così non sarebbe andato da nessuna parte.
Ci fu qualche istante di silenzio, interrotto solo dai nostri respiri leggeri, i nostri occhi ancora incatenati. Poi, Lu Han parlò.
"Vuoi davvero sapere il perché?" abbassò lo sguardo un istante, per poi rialzarlo su di me in cerca di una risposta. Annuii lentamente, con una strana ansia dentro.
"Faccio tutto questo perché l'ultima volta che mi sono fidato di qualcuno sono stato imprigionato e usato come cavia per degli stupidi esperimenti da dei pazzi." disse tutto d'un fiato, con la voce più alta di un'ottava, nel suo sguardo potevo chiaramente vedere il dolore che gli procurava ripensare a quei brutti momenti.
Lo guardai con gli occhi spalancati e, non so come, mi sembrò di sentire qualcosa spezzarsi dentro di me. Ci conoscevamo solo da due giorni, non andavamo esattamente d'accordo e molte volte mi faceva arrabbiare, ma mi ero già abituata alla sua presenza in casa e alle sue battutine sarcastiche che tanto odiavo.
Mi alzai lentamente dalla mia postazione al centro della camera e mi avvicinai a lui, accovacciandomi in modo da essere quasi alla sua altezza. "Oi, ascoltami bene perché non te lo ripeterò più. Quello che hai passato non ti capiterà mai più perché non lo permetterò, okay? Sarai al sicuro, te lo prometto." dissi prendendogli il viso tra le mani e accarezzando lentamente i suoi zigomi con i pollici. Un gesto azzardato, lo sapevo, ma era l'unico che mi venne in mente per fargli capire che io ero con lui e non lo avrei lasciato solo.
"Allora ti prego, mantieni la tua promessa." sussurrò, guardandomi con i suoi grandi occhi, stranamente lucidi. In quel momento, senza pensarci due volte, lo abbraccia stretto fregandomene del fatto che fosse completamente legato e ignorando i tintinnii delle catene. Lu Han si avvicinò, per quanto gli fosse possibile, ancora di più a me, poggiando la testa sulla mia spalla e respirando lentamente.
Restammo immobili in quella posizione confortante per molti istanti, fin quando il mio telefono - che sia maledetto - suonò, rovinando quel momento. Mi allontanai di scatto, guardandolo con gli occhi spalancati. Lui aveva un'espressione sorpresa stampata in volto, come se non credesse possibile che si fosse lasciato andare così. Mi alzai velocemente da terra, facendogli cenno di aspettare un secondo, e presi il telefono dalla tasca del pantalone.
"Pronto?" dissi, il mio tono di voce era strano, quasi tremante. Chiusi un secondo gli occhi, cercando di calmare il respiro e il battito veloce del mio cuore.
"Kels..? Che ti è successo? Sembra che tu abbia corso una maratona." chiese Jessica perplessa dall'altro capo del telefono.
"No, niente del genere, ho solo..." m'interruppi un secondo, non potevo certo dirle che ero così agitata perché avevo appena fatto la cosa più stupida del mondo. "Lascia stare, va'... Piuttosto, perché mi hai chiamata?" cercai di sviare il discorso, lanciando una breve occhiata al ragazzo a mezzo metro da me e distogliendo subito lo sguardo.
"Uhm, volevo chiederti se oggi potevo venire da te per cominciare il progetto di scienze che ci ha assegnato la prof." in quel momento mi ricordai della ricerca che ci avevano assegnato qualche giorno prima da completare entro il giorno dopo. Mi presi a schiaffi mentalmente.
"Va benissimo, Jess. Ci vediamo tra mezz'ora." sospirai, passandomi una mano sul viso. In quel momento, l'ultima cosa che volevo fare erano i compiti.
"A tra poco, Kels." e chiuse la chiamata, lasciandomi di nuovo sola in balia dello sguardo di Lu Han. Mi rimisi il telefono in tasca e lo guardai, senza avvicinarmi.
"Stai bene?" mi chiese, dovevo avere proprio una faccia stravolta. Annuii leggermente.
"Tra poco viene una mia amica, dobbiamo fare un lavoro insieme. Ci metteremo poco, se hai bisogno di qualcosa usa il cercapersone, okay?" gli dissi, facendo qualche passo indietro verso la porta. Lui mi fece un cenno con la testa e, dopo avergli rivolto un mezzo sorriso, uscii dalla stanza. Mi appoggiai un attimo alla parete, ripensando a quello che era appena successo con Lu Han, e arrossii come una scema.
Scossi la testa per liberarmi da quei pensieri, ed entrai in camera mia per preparare i libri e il computer che avremmo dovuto usare per la ricerca, poi scesi in cucina per aspettare l'arrivo di Jess.
Dopo mezz'ora precisa - la ragazza era famosa per essere puntuale peggio di un orologio svizzero - il campanello di casa suonò, e scesi dal bancone della cucina sul quale mi ero appollaiata e andai ad aprire.
"Kels!" gridò la mia amica sturandomi un timpano e stritolandomi le ossa in un mega abbraccio da orso. Sembrava che non mi vedesse da anni, quando invece c'eravamo salutate solo quella mattina.
"Woah bionda, stai calma e lasciami che non respiro! Come mai tutta questa energia?" esclamai scollandomela di dosso e spingendola dentro casa. Si tolse il giubotto e lo appese all'ingresso, poi cominciammo a salire le scale per andare in camera.
"Oh, ehm... niente..." balbettò guardando altrove. Inarcai un sopracciglio, guardandola.
"Jess..?" la richiamai, spronandola a parlare. Lei sospirò, sorridendo e abbassando la testa come una bambina che dice ai genitori di aver fatto qualcosa di cattivo.
"Speravo solo di conoscere questo fatidico Lu Han, tutto qui." confessò alla fine, guardandomi di sottecchi e fermandosi davanti alla mia stanza.
"Lu Han....?" mormorai aggrottando le sopracciglia, e subito avvampai ricordando cosa era successo.
"Perché stai arrossendo?" chiese Jessica curiosa. "E' successo qualcosa che non so?" mi diede una spinta giocosa, sorridendomi in un modo strano. In quel momento ricordai che l'oggetto della nostra conversazione si trovava nella camera affianco e che sicuramente stava ascoltando tutto.
"Non sto arrossendo!" esclamai forse un po' troppo ad alta voce e Jess ridacchiò, quindi la spinsi dentro la camera poco delicatamente e chiusi la porta.
"Certo, certo." sogghignò, sedendosi sul letto e togliendosi le scarpe. "Comunque, lo posso conoscere?" sospirai, sedendomi accanto a lei e lasciando cadere la testa all'indietro.
"Non lo so... non penso che papà sarebbe d'accordo con quest'idea. Lu Han ha già fatto fatica ad abituarsi a me, prova a immaginare cosa succederebbe se conoscesse una schizzata come te!" dissi ridacchiando e beccandomi un pugno sul braccio da parte sua.
"Hey!" esclamò Jessica, fingendosi offesa. Poi assunse un'espressione pensosa. "Forse però hai ragione tu, meglio lasciarlo abituare un po' alla volta." continuò poi, capendo cosa cercavo di dirle, e annuii.
"Allora, cominciamo? Voglio finire questa seccatura il prima possibile." mi lamentai, afferrando i libri dalla scrivania e riposizionandomi sul letto. Jessica estrasse dei libri dalla borsa che si era portata da casa e si sedette accanto a me.
"Okay, iniziamo a lavorare."
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All monsters are human.
FanfictionIl padre di Kelsey, una sedicenne dolce e simpatica, è un guaritore di mostri, e a causa di questo suo strano lavoro deve andare in America per un anno intero. Per questo Kelsey è costretta a prendersi cura di una creatura per metá umana che suo pad...