-non so come chiamare questo capitolo-

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“Kels, per l’amor di Dio, sono appena arrivato e tu hai già fatto i programmi di quello che dobbiamo fare tra vent’anni!” mio fratello mi guardò esasperato, poggiando una delle sue gigantesche mani sulla mia bocca e interrompendomi a metà di una frase.

Scossi la testa per scacciare la sua manona e risi. “Sorry bro~” alzai la mano in aria e feci una V con le dita.

“Davvero Kels, non vorrei essere nei suoi panni” si intromise il biondo sbucando da dietro di me, rivolgendomi un sorriso beffardo e alzando la mano verso un taxi che stava arrivando. La macchina bianca col cartellino sopra si fermò ad un paio di metri da noi, quindi salimmo nei posti dietro e Kris mi guardò un momento, riguardo a non so cosa, e disse all’autista la via della nostra abitazione.

Mi girai lentamente verso Luhan, che intanto faceva finta di non notarmi, e gli acchiappai l’orecchio. “Ahio! Che fai?!” gridò, con voce non definibile ‘da uomo’, cercando di staccare la mia mano e guardandomi male. 

“Ora non fai più tanto il simpaticone, vero cervo?” sorrisi malignamente, ignorando le sue proteste.

“Ma che ho fatto io?” piagnucolò lui. Sentii una risatina provenire da dietro di me – Kris – e colsi con la coda dell’occhio l’autista che divertito ci lanciava delle occhiatine di tanto in tanto. Stava morendo dalla voglia di chiedere qualcosa, ce l’aveva scritto in faccia, ma si stava probabilmente trattenendo.

Assottigliai gli occhi, dimenticandomi per un secondo di Lu Han. “Baby boo, ti prego, lasciami­­­­­­­­­­­­­­­~” sussurrò sottovoce, in modo che potessi sentire solamente io, riscuotendomi quindi dai miei pensieri.

Diventai improvvisamente tutta rossa, con gli occhi che si ingrandirono al massimo, tipo pallina da ping pong. Sperai che nessuno l’avesse sentito, mi sarei sotterrata in tal caso..

Mollai immediatamente la presa sul suo orecchio, ormai rosso pomodoro, e girai il viso davanti, ammutendomi improvvisamente. “Cavoli sorellina, da dove hai preso tutta quella forza?” rise Kris, piantandomi una mano in testa e scompigliandomi tutti i capelli. Non avevo ancora capito se Lu gli stesse simpatico o meno, considerato che si erano rivolti appena due parole dal loro primo incontro, ma avevo intenzione di scoprirlo al più presto.

Storsi la bocca in una smorfia. “Tsk.” 

“Eccoci arrivati, ragazzi” disse l’autista qualche attimo dopo, frenando di colpo e bloccandosi esattamente di fronte casa nostra. Feci per estrarre il portafoglio, poi notai Kris che porgeva all’uomo una banconota con velocità disumana e scendeva, andando verso il bagagliaio per prendere le valigie. Lo seguii, tirandogli un pugnetto sulla spalla muscolosa, facendomi quasi male.

“Primo, nessuno ti aveva dato il permesso di pagare. Lo stavo per fare io, baboo.” Lo sgridai, lui fece spallucce e mi mandò un bacio con le labbra, facendo il lecchino come suo solito. Roteai gli occhi. “Secondo, posiamo le valigie e andiamo a fare shopping!” buttai le braccia al cielo, gridando all’ultima parola e saltellando da un piedi all’altro come una bambina.

All monsters are human. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora