What the hell is happening?

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Un aggiornamento in soli tre giorni, che record! Siamo quasi alla fine, e il capitolo era pronto, perciò ho deciso che magari pubblicarlo non era male.
Spero vi piaccia, e buona lettura!
Ah, e passate anche dal profilo di @K__EXO__M  xx

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All monsters are humans.

34. What the hell is happening?

[Kelsey's point of view]

"Jongwoon." decretai a denti stretti.

Non so perchè, ma sentivo come di aver già compreso quale fosse la situazione, e perchè mio padre fosse tornato già dopo due mesi che era partito, quando ne mancavano altri dieci perchè completasse il suo lavoro. Guardai il ragazzo che stava lì i piedi in mezzo alla cucina, poggiato al muro come se nulla fosse, guardando me e Luhan con sguardo di sufficienza. In quel momento mi fece tanta di quella rabbia che davvero non capii come non avessi fatto ad accorgermi del suo vero essere in tutto quel tempo. Mi aveva stregata fino a quel punto?

"Che diavolo sta succedendo qui?" mi rivolsi a mio padre, facendo ancora qualche passo avanti e affiancando il mio ragazzo, afferrandogli una mano e intrecciando le sue dita con le mie. Gli rivolsi un breve sguardo, accennando un sorriso, per poi tornare a rivolgermi all'uomo di fronte a me che ci osservava come disgustato. "Tu non dovresti essere qui, papà." continuai poi, inarcando un sopracciglio in una muta domanda.

Mio padre annuì, spostando il suo sguardo dalle nostre mani intrecciate al mio viso. "Sono dovuto tornare prima per delle questioni, ma probabilmente quella che doveva essere una breve visita si trasformerà in altro." rispose, alludendo a qualcosa in particolare forse.

Iniziai a perdere la pazienza. "Non girarci intorno, so che c'è qualcosa sotto papà. Quindi perchè non lo dici subito?" sbottai seccata, stringendo una mano a pugno.

Lui sospirò, alzandosi in piedi, e il mio sguardo cadde sul suo braccio. Indossava una camicia bianca piuttosto trasparente, e dallo scollo riuscii ad intravedere una cicatrice che partiva dal petto e terminava sul polso. Aggrottai la fronte e feci una piccola smorfia davanti a quella visione, e probabilmente lui se ne accorse. Ma non vi diede comunque peso, e iniziò a camminare lentamente per la cucina, probabilmente meditando su ciò che doveva dire.

Percepii la presa di Luhan accentuarsi contro le mie dita, e mi girai a guardarlo. Era preoccupato, lo capivo da come muoveva irrequieto gli occhi per la stanza e si passava le dita tra i capelli. Sospirai.

"Io ti devo ancora una spiegazione, Kels." parlò dopo qualche momento di silenzio il ragazzo bruno poggiato alla parete di fronte a me.

"Non chiamarmi così, non ne hai il diritto." mormorai, fissando i miei occhi nei suoi inespressivi. Un piccolo ghigno si formò sul suo viso, e se possibile la mia rabbia verso di lui aumentò ancora di più.

"Non sono mai stato interessato a te," cominciò, e trattenni quasi inconsapevolmente il respiro. "Intendo, forse un po' all'inizio, ma perché non ti conoscevo affatto. Poi, hai iniziato ad aprirti con me, a raccontarmi cose di cui nessuno era a conoscenza, perfino dello strano lavoro di tuo padre." poggiò la nuca alla parete, lo sguardo perso nel vuoto mentre parlava, forse ricordando. Aveva tutti gli occhi puntati su di sé, i miei compresi. "Fu quello che mi spinse ad andare oltre con te. Non ero davvero interessato a te, e mi dispiace dirlo, ma ho giocato con te per buona parte del tempo solo per arrivare a tuo padre." fece una pausa, sospirando, ma senza preoccuparsi di risultare realmente dispiaciuto.

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