Imprevisto.

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Passammo il giorno successivo a sistemare i libri e a darci un occhiata giusto per farmi un idea di cosa avrei dovuto studiare. Avevo scelto fisioterapia, non c'era un motivo specifico, ammiravo solo quelle persone che magari anche solo con un massaggio nel punto giusto riuscivano a farti passare un dolore che avevi da mesi, mi erano sempre piaciuti perché fin da piccola pensavo fossero maghi e io adoravo la magia. Ma più sfogliavo quei libri e più mi veniva da piangere, era tutta chimica, fisica e biologia, certo avevo un debole per la biologia ma la chimica e la fisica non mi andavano per niente a genio. Anche nel letto affianco al mio regnava la disperazione, Eleonor aveva preso diritto penale, aveva sparpagliati sul letto libri e libri su diritto e la vedevo sempre più terrorizzata pagina dopo pagina. Un giorno di depressione peró bastava e avanzava, così già il giorno dopo eravamo alla caverna a ridere e scherzare con i nostri nuovi Amici.
"Ehi ma non sappiamo niente di voi" disse ad un tratto Zayn.
"Potreste essere delle serial killer ingaggiate da qualcuno per ucciderci perché siamo troppo sexy" annuì Liam
"Oh beh non ci conterei tanto" dicemmo in coro io e la mia amica storcendo il naso e ridendo.
"Ehi questo era un colpo basso" protestò Louis che si getto su Ele facendogli il solletico.
"Comunque neanche noi sappiamo molto di voi" affermai curiosa.
"Come mai avete scelto la Mountain?" Chiesi ancora
"Beh adoriamo la neve e qui ci sono degli impianti da paura " affermò Niall
"Snow o sci?" Chiese Eleonor indagando.
"Snow ovviamente" rispose Liam
" come si fa" dissi entusiasta
"Andiamo con la tavola anche noi! Appena inizia a nevicare dobbiamo andarci insieme" continuai.
"Dove dovete andare insieme Pulcino" la voce gutturale che aveva parlato proveniva proprio da dietro le mie spalle ed era troppo vicina al mio orecchio. Sentii un sospiro e il fiato coldo solleticarmi il collo.
"Non penso siano affari tuoi" risposi secca.
"Uh beh ma io voglio saperlo" rispose con lo stesso tono seducente che iniziavo a trovare snervante.
"Andiamo in montagna quando inizia a nevicare, anche noi andiamo con la tavola! Tu vuoi venire?" Rispose Eleonor al mio posta e io avrei tanto voluto guarurdarla mare ma i miei occhi erano ancora fissi nei suoi che non l'aveva neanche degnata di uno sguardo mentre parlava.
"Ci sto" disse guardando me ancora per un secondo e poi voltarsi verso di lei ammiccando. Tomlinson con fare istintivo si protese un pò verso di lei come per dar capire all'amico che lei non poteva averla e in tutta risposta lui gli sorrire e tiró su il pollice.
"Harry ci sei per il falò" chiese Niall interrompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
"Certo, non manco mai ad un faló" disse sorridendo.
"Ci saranno anche le Gemelle" disse sorridendo Zayn.
"Allora un motivo in più per restare" disse sedendosi vicino a me, troppo vicino, il suo ginocchio toccava il mio e la sua mano sfiorava di continuo la mia coscia.
Restammo a chiacchierare un altro pó sulla neve e sulle tavole quando era giunta l'ora di andare a prepararci per poi tornare subito li.
"Dai Slim andiamo a prepararci" dissi tirandomi in piedi soprattutto per scappare dalle dita inopportune di Harry.
"Perchè cosa c é che non va nei vostri vestiti di ora?" Chiese Louis che intanto stringeva a se la mia coinquilina per non farla alzare.
"Sono troppo leggeri, dopo fará piu freddo" dissi, ed era la verità avevamo entrambe dei pantacollant con delle magliette lunghe ma niente che ci avrebbe riparate dal freddo della sera.
"Vi prestiamo noi qualcosa di pesante" fece Harry lasciandomi di stucco.
"Si si dai!" Dissero tutti gli altri compresa Ele, così mi arresi.
"Iniziamo a preparare peró" dissero allora i ragazzi.
"Io vado a prestare qualcosa a Eleonor" disse Tomlinson portandola su per le scale.
"Andiamo Pulcino" disse Harry prendendomi la mano e trascinandomi letteralmente su per le scale senza neanche farmi realizzare e infilandosi dietro una porta per poi dichiudersela alle spalle.
"Si può sapere cosa ti salta in mente?" Chiesi infuriata. Ma cosa voleva, chi si credeva di essere.
"Volevo essere io a prestarti qualcosa di più pesante" disse tranquillo come se fosse tutto normale trascinare una persona in quel modo.
"E ti sembra questo il modo di farlo?"
"Se te l'avessi chiesto avresti risposto di no"
"E mi sembra anche giusto" dissi girandomi per uscire da quella stanza ma lui fu piú veloce e ci si piazzó davanti.
"Fammi uscire" dissi molto, ma molto irritata, cos'era un sequestro?
" no, mi dispiace" disse lui.
Cosa? Ma cosa stava succedendo?
"Ora ti mettersi seduta sul letto mentre aspetti che io ti trovi qualcosa di abbastanza pesante" disse in tono autoritario, non avrebbe ricevuto un no come risposta, ma come poteva prendere i vestiti se era inchiodato davanti alla porta?! Avrei giocato bene le mie carte.
"No" risposi di nuovo.
" bene allora non mi lasci altra scelta" disse dandomi le spalle e chiudendo la porta a chiave. Fantastico questo non era nei miei piani.
"Ora fa quello che ti dico, siediti sul letto mentre io prendo la roba" disse infilandosi la chiave nella tasca della tuta che portava molto a vita bassa.
"Non mi siedo su quel letto" dissi incrociando le braccia al petto.
"Chissà cosa ci avrai fatto sopra" dissi ancora sprezzante.
" Sul mio letto ci ho solo dormito te lo assicuro, quelle ragazze non si avvicinano neanche alla mia roba, me le scopo nelle loro macchine o nelle loro stanze, nessuna è mai entrata qui dentro" disse guardandomi fisso negli occhi come per indagare nei miei pensieri ma io non riuscivo a sostenere il suo sguardo perció con le guance in fiamme mi sedetti sul letto. Questo peró non voleva dire che mi ero fatta sottometterte. Infatti avevo giá in mente un altro piano. Mi alzai pianissino dal letto mentre lui mi dava le spalle per cercare un qualcosa che potesse andare bene per me. Mi allungai cercando di non fare rumore e cercai di infilare la mano nella tasca con la chiave ma lui percepì la mia presenza cosí mi prese le mani e mi gettó sul letto inchiodandomi lí facendo pressione con il suo corpo.
Avevo le mie mani ai lati della testa tenute ben ferme dalle sue che erano incredibilemente morbide. Il suo corpo premeva contro il mio sentivo parti di lui che non avrei dovuto sentire e il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Non riuscivo a respirare ma non petr il fatto che lui mi stesse sopra ma per la troppa vicinanza tra i nostri corpi, ogni parte del nostro corpo si toccava, mi ritrovai ad ansimare e lo sorpresi ad ansimare a sua volta.
"Non devi scappare da me" disse tra i denti mentre i suoi occhi bruciavano nei mie. Non riuscivo a parlare, ero completamente persa, il mio cervello si era spento e non sentivo altro rumore che i nostri respiri accellerati. Poi il mio sguardo si soffermò sulle sue labbra, così carnose e invitanti, si avvicinò lentamente al mio viso ma quando solo un soffio d'aria ci separava lui si alzó di scatto lasciandomi li ansimante e tremante sul letto.
" stavamo per fare una stronzata" disse fra i denti visibilente arrabbiato. Cosa avevo fatto per farlo arrabbiare così? Era lui che mi era saltato addosso.
"Mettiti questa" disse lanciandomi un maglione di lana extralarge per la mia figura minuta ma lo presi e lo strinsi al petto.
Lui era ancora di fronte all'armadio quando senza preavviso la tuta scivolò giù lungo le sue gambe snelle e la maglietta volò via rimanendo solo con i boxer. Rimasi a fissare per un secondo la sua schiena scolpita e il suo sedere perfettamente tondo ma quando mi accorsi di fissallo spudoratamente mi costrinsi a concentrarmi sulla camera. Era tutta bianca e spoglia con un grande letto matrimoniale al centro con lenzuola marroni e una finestra con vista proprio sulle montagne. L'arredamento era spoglio un armadio a specchio attaccato alla parete, due comodini e una cassettiera, non una foto o qualcosa di personale, solo una fototessera in bianco e nero di una donna era attaccata allo specchio dell'armadio ma non riuscii a vederla per bene perché lui si voltò e mi guardò dritto negli occhi. Si era cambiato, ora indossava dei jeans neri stretti a vita molto bassa e una maglietta bianca larga sopra, lo fissai per un secondo per poi tornare alle mie mani.
"Facciamo finta che niente sia successo Pulcino" mi disse costrigendomi a guardarlo negli occhi.
Dovevo dimenticare quello che era successo? Come potevo? magari avessi potuto ma era marchiato a fuoco nella mia memoria e ciò mi irritava da morire.
"Almeno, non dirlo a nessuno" sospirò voltandosi.
"É meglio così per tutti se tu continui ad odiarmi."
Detto questo mi aprì la porta e mi fece uscire. Io non ci pensai due volte ma prima di scendere di sotto dagli altri andai in bagno per ringrescarmi il viso e schiarirmi le idee. Dovevo far finta di nitente? E che voleva dire era meglio per tutti ? Perché voleva farsi odiare?

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