Era ormai passato quasi un mese da quel giorno e tutto procedeva più o meno nella solita rutine.
Harry aveva smesso di importunarmi ormai da quattro giorni e pensavo che dimenticare tutto ciò che era successo tra noi sarebbe stato più semplice perché non c era più lui che cercava di parlarmi o spiegarmi e faceva tornare tutti quei ricordi, ma ogni volta che tornavo a casa mi infilavo il suo maglione e mi mettevo a letto crollando di nuovo in quel vortice di autocommiserazione e depressione.
Al tempo stesso però l amicizia con Samuel si stava rafforzando sempre di più, mi trovavo bene con lui e riusciva a distrarmi completamente dal problema 'Styles'. Uscivamo insieme o nei miei momenti no stavamo a casa a chiacchierare o giocare a qualche insulso gioco di società. Mi sorprendeva il fatto che non volesse altro da me o che non avesse una ragazza ma non chiesi nulla per non essere invasiva e poi lui mi diceva tutti quindi me l avrebbe detto.
Passavo con lui quasi tutto il mio tempo libero e quando avevo un problema mi rivolgevo a lui perché era in grado di ascoltare e consolarmi.
Certo, non ero pronta però per avere una relazione, ne con lui ne con nessun alrtro, ero rimasta troppo scottata dalla 'non relazione" che avevo con Harry per fidarmi di nuovo di qualcuno che non sia io o la mia migliore amica.
A lei non piaceva il rapporto che avevo con Samuel, per lei era troppo perfetto per essere normale ma io non ero d'accordo. Non perché lui era l uomo ideale doveva per forza essere uno psicopatico o avere dei segreti!
A lui andava bene la nostra amicizia e a me anche perció non facevo troppe domande.
"Bane levati quel maglione e andiamo." Strillò Eleonor quel sabato portandomi via dal caldo del piumone e lasciandomi coperta solo sal maglione e i boxer di Harry che ormai erano diventati la mia divisa da 'depressione time'
"No El non ne ho voglia." Mi rigirai recuperando il piumone e arrotolandomici come un salame.
Era uno dei miei momenti no nei quali qualsiasi cosa mi ricordava lui e il tempo trascorso insieme e sicuramente non avevo voglia di uscire e iniziare a piangere in mezzo alla strada per qualche fiocco di neve.
La neve era l argomento che mi faceva piangere più spesso, anzi quasi sempre visto che alla Mountain era praticamente tutto ricoperto di neve. Questo era dovuto alla sua stanza segreta che mi aveva mostrato, quella stanza mi mandava in confusione, esprimeva una calma eterna contrastante con il suo animo incasinato, così in contrasto con me, con noi e con ciò che eravamo.
"Oh no. Tu ora alzi il tuo culo da quel letto, ti levi quel dannattissimo maglione e vieni con me." Disse praticamente buttandomi giù dal letto.
Lei odiava i miei momenti no, mi avrebbe preso a sberle dalla mattina alla sera se fosse stato per lei.
Mi diceva che dovevo reagire, andare alle feste, ubbriacarmi e ballare ma io non ci riuscivo, io volevo solo starmene a letto ad affogare nei mio dolore e nel gelato alla stracciatella.
"Dove dovremmo andare?" Chiesi fingendo un minimo di interesse che non avevo.
"A fare shopping, vedrai ti sentirai meglio, strisciare una stupenda e scintillante American express nuova e con un abbondante credito è la giusta medicina al tuo male." Disse saltellando con gli occhi che brillavano e mostrandomi una luccicante American express nuova.
Nonostante non fossi un amante delle compere sfrenate fin da quando ero bambina adoravo tutte quelle donne con centinaia di buste costose e vederle strisciare la loro carta di credito come se nulla fosse, perciò l idea mi allettava parecchio.
"Da quando hai una carta di credito?!" Squittii mettendomi a sedere attenta.
"Oh, non è mia." Disse seria.
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Insegnami Ad Amare
Fanfiction"Christine Bane" dissi tendendogli la mano. "Harry Syles" disse stringendola e con uno strattone mi avvicinó a lui. "Gemella? Per me rimarrai sempre Pulcino" mi sussurró all'orecchio per poi andarsene elegantemente tra la folla. "Tesoro sei fottuta"...