Se ne andarono così barcollando lasciandomi immobile a fissare il vuoto, una fitta di delusione e un qualche altro sentimento strano mi attraversó il petto, volevo spaccargli la faccia, ma c'era qualcosa di più , volevo la vendetta. Questo era l'alcol ad agire per me probabilmente. Ripresi coscenza di me e mi voltai di scatto. Individuai Samuel e corsi da lui saltandogli in braccio e baciandolo intensamente passandogli la mano tra i capelli. Avevo le gambe attorcigliate ai suoi fianchi e le nostre bocche non intendevano staccarsi. Si incamminó tra la folla con me in braccio fino a farmi poggiare a una parete continuandomi a baciare e accarezzare.
"Chris!" Mi chiamó la mia migliore amica ma io non volevo davvero sentire nessuno in quel momento.
"Dio Bane che cazzo stai facendo?" Urlava sovrastando la musica mentre guardava sconcerata la ridicola scena di me schiacciata contro una parete.
"El" dissi rimettendomi in piedi. Ormai non capivo più nulla ed ero felice per questo.
"El un corno! Chris smettila di fare così!" Era seriamente preoccupata ma la mia mente era annebbiata dall'alcol e io non capivo.
Risi amaramente mentre Harry rientrava dalla porta principale.
Mi prese per un polso e mi portò via mentre Samuel guardava leggermente infastidito la scena.
"Ora mi spieghi cosa ti é successo! Non ti sei mai comportata cosí!" Disse sovrastando la musica guardandomi negli occhi.
"Te l'ho detto che le vampire succhiano bene" dissi sorridendo e indicando Harry che avanzava ignaro in mezzo alla folla.
"Tesoro non puoi rovinarti per uno del genere, li c'e un bel ragazzo, Samuel, forse non sarà tutto questo brivido ma é davvero bello e non si merita di avere il cuore spezzato quindi prendi una decisione" disse tenendomi il viso per far si che la guardassi. Prendere una decisione? Io non potevo, Samuel era perfetto e Harry era Harry... Samuel era ordinato e gentile invece Harry era incasinato e poco delicato. Io avevo la confusione in testa e la confusione non la potevo far mettere in ordine da uno piú confusionario di me. Guardai Samuel che mi fissava confuso e poi Harry che gia ballava con un' altra ragazza non curandosi piú della prima che probabilmente aveva lasciato abbandonata in un angolo.
"El sono così confusa, portami a casa" sussurrai.
"Vuoi andare in stanza o dormire qui?" Chiese abbracciandomi.
"Portami in stanza scusami" sospirai. Ci staccammo un secondo e io andai da Samuel che ancora mi stava fissando.
"Ehi piccola" disse avventandosi sulle mie labbra ma io volevo solo andare via.
"Aspetta" sussurrai tra le sue labbra insistenti cosa che lo fece staccare immediatamente.
"Sam io vado a casa, sono molto stanca e mi fa male la testa" sussurrai.
"Ti accompagno" si offrì.
"No tranquillo, resta alla festa mi accompagna Ele" risposi sorridendo.
"Sicura?" Chiese dubbioso.
"Certo" dissi baciandolo delicatamente sulle labbra e allontanandomi in cerca della mia amica.
"Portami subito a casa" sussurrai ad Eleonor appena la vidi e non se lo fece ripetere due volte.
Appena arrivammo nella macchina tutta la confusione che c'era alla festa svanì di colpo, ma quella che riempiva la mia testa aumentava ogni secondo di più. Poggia la testa sul finestrino mentre la macchiana andava spedita per la strada completamente sgombra. Non si sentivano suoni, solo il rumore attufato della macchina e nient'altro.
con tutto quel silenzio non potevo far altro che pensare, persare all'ultimo periodo della mia vita e nonostante cercassi con tutta me stessa di rimettere a posto i pezzi loro continuavano a sfuggirmi e a perdersi nei meandri della mia testa. Senza che neanche me ne accorgessi della calde lacrime avevano iniziato a scendermi lungo il viso facendo colare anche tutto il trucco che avevo. Avevo promesso a me stessa che questa festa sarebbe stata stupenda per me ma in realtà questa festa era stata davvero orrenda.
"Chris..." sussurró Eleonor. Si era fermata davanti al convitto e io neanche me n'ero accorta, che stupida. Apri la portiera ma lei mi bloccó subito.
"Fermati... ti va di parlare?" Sussurrò.
Chiusi la portiera e guardai per un istante il vuoto. Volevo parlare? Non lo so, volevo solo piangere.
Scossi la testa e la guardai. La sua espressione triste mi fece stringere il cuore, era così triste per colpa mia, io non volevo che venisse coinvolta in quell'uragano di contraddizioni che era la mia testa, volevo che continuasse ad essere la ragazza solare e felice di sempre. Non volevo far star male nessuno.
"Vuoi che resto con te?" Sussurró.
"No, voglio che tu vada alla festa, che ti diverta, voglio che bevi e balli, voglio che lo fai per me, e voglio che lo fai pensando alla faccia che farebbe la mamma vedendomi vestita in questo modo" risi tra le lacrime.
"Sei vestita da sgualdrina Christine" disse cercando di imitare la voce autoritaria e sprezzante di mia madre.
"Sai cosa faccio?" Chiese mentre io la guardavo curiosa.
"Vengo su e sto con te finché non ti addormenti" disse abbracciandomi. Quell'abbraccio voleva dire tutto, quell'abbraccio era vero e sincero, era l'abbraccio della mia migliore amica. Come avrei fatto senza di lei.Tutto era silenzioso ma nella stanza c'era uno strano calore familiare. Forse era Eleonor a sprigionare quello strano calore, con lei ero a casa. Mi cambiai rapidamemte sciacquandomi il viso per togliere i quintali di trucco che ricoprivano il mio viso. Mi infilai sotto il piumone caldo e lei si infilò accanto a me.
"Ehi Chris" sussurró accarezzandomi i capelli pensierosa.
"Mi ricordo la sera di Halloween" disse con uno sguardo tra il divertito e il triste.
"Tu eri così ridicola mentre scendevi dell finestra" rise.
"Continuavi a guardarti intorno e a voltarti indietro sperando che tua madre non ti sentisse. Non te l'ho mai detto ma penso che tua madre sapesse giá tutto, e che avesse architettato un piano per punirti per averle disubidito mettendoti in imbarazzo davanti a tutti." Disse triste ma convinta della sua opinione.
"Non é così perfida penso" sussurrai. Cercando di giustificare l'ingiustificabile perché nel profondo sapevo quanto aveva ragione.
"Oh, ho imparato a conoscere quanto fosse subdola e cattiva" rise amaramente.
"Cosa intendi?" Chiesi, non sapevo a cosa si riferiva.
"Non te l'ho mai detto perché non volevo farti preoccupare per me, già dovevi combatterci contro di lei, non volevo che dovessi combattere anche la mia battaglia." Disse.
"Continua" la esortai.
"Non le sono mai andata a genio, questo lo sai, e cercava di fare di tutto per allontanarmi da te, diceva che ti influenzavo negativamente, che i tuoi voti a scuola stavano calando da quando eravamo amiche, cosa che io non capivo perchè tu avevi sempre il massimo dei voti e grazie a te stavo migliorando anche io."
"Comunque, una volta mi ha offerto dei soldi per starti lontana, non li ho accettati, la nostra amicizia non ha prezzo, le urlai contro che era una donna perfida e manipolatrice, che non agiva per il tuo bene come voleva far credere ma solo per il suo interesse e lei a riso andandosene." Guardava il vuoto di fronte a se. Questa storia non l'avevo mai sentita e mi vergogniai delle volte che avevo difeso mia madre contro le accuse prima di quel momento infondate. Le strinsi la mano per darle quel conforte che non le avevo mai dato.
" dopo la sua scenata..." continuò.
"Tornai a casa e piansi tutta la notte. Mi aveva ferita, mi feriva ogni volta che mi guardava con quell'aria di dispirezzo come se fossi uno scarafaggio spiaccicato sotto la sua scarpa, e mi feriva soprattutto vedere che trattava te nello stesso modo. Te, sua figlia, trattata come una cosa, mi faceva male.
Venne da me la settimana dopo la festa, quando arrivarono i risultati delle tue analisi, disse che era tutta colpa mia, che ero stata io, e mi sentivo tremendamente in colpa, sapevo che io non c'entravo niente, ma il fatto che neanche potessi starti accanto, questo mi faceva soffrire, sapere che tu eri in sala operatoria mentre io non potevo consolarti quando saresti uscita da li. Mi mandava al manicomio. Tua madre non voleva che io venissi a trovarti ma a volte passavo di notte o quando lei non c'era e quando tu dormivi. Io ti voglio bene davvero, ma ho i miei motivi per dire che tua madre è una persona perfida" ero rimasta senza parole e impietrita da tutto ció che aveva detto, non pensavo che mia madre fosse capace di arrivare a tanto. Lei aveva sopportato tutto questo eppure era rimasta accanto a me, senza mai abbandonarmi. L'abbracciai e in quell'abbraccio misi tutto l'affetto che provavo per lei, misi tutto ciò che non avrei mai potuto dire a parole, in quell'abbraccio misi tutta me stessa.
"Chris" sussurrò mentre mi rinfilavo nelle coperte.
"Canti per me?" Chiese. Spalancai gli occhi e restai in silenzio, non potevo farlo, non ce l'avrei fatta.
"Scusami" sussurrai triste, non potevo proprio farlo.
"Tentar non nuoce" sorrise.
"Ora dormi Piccola Chris" sussurró giocando con i miei capelli mentre lei fissava la porta.Ero quasi sprofondata nel mondo dei sogni quando pesanti compi alla porta risuonarono facendomi sobbalzare.

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Insegnami Ad Amare
Fanfiction"Christine Bane" dissi tendendogli la mano. "Harry Syles" disse stringendola e con uno strattone mi avvicinó a lui. "Gemella? Per me rimarrai sempre Pulcino" mi sussurró all'orecchio per poi andarsene elegantemente tra la folla. "Tesoro sei fottuta"...