Portarlo alla caverna fu davvero un impresa, continuava ad indicare cose e chiedere cos'è questo, cos'é quello senza neanche aspettarsi una risposta, avrei voluto scaraventarlo giú dall'auto in corsa.
"Pulcino" sussurró fissandomi sorridendo come un ebete.
"Cosa vuoi?" Ghignai irritata.
" nientee!" Rise saltellando sul sedile. Ma quanti anni aveva? due?
Stava aprendo il finestrino guardandolo come se fosse la cosa più affascinante del mondo, in relatà se non fossi completamente furiosa con lui la scena sarebbe stata abbastanza divertente.
"Harry metti la testa in macchina o comincio a pregare che un camion te la porti via" dissi tra i denti mentre Harry continuava a sporgere la testa fuori.
"Sei una guasta festa" si imbroncia quando lo ritiro dentro per il maglioncino.
"Si, sono molto guasta feste quindi non iniziare a rompere che se no ti scaravento giù dalla macchina" dissi tra i denti. Io cercavo di aiutarlo ed ero pure una guasta feste.
"Sei davvero bella quando ti arrabbi" disse ridendo nella mia direzione.
"Stai zitto" lo ammonii io.
"È la verità" dissi guardando fissi la strada mentre sorrideva compiaciuto e le fossette sulle guance si approfondivano sempre di piú.Lo trascinai su per le scale e per poco non cademmo giù e lo buttai sul letto sedendomi accanto a lui per riprendere un attimo fiato.
In un secondo me lo ritrovai addosso a cavalcioni su di me a pochi millimetri dal mio viso che mi bloccava completamente. puzzava di alcol ma in quell istante tutto era sparito.
"Lasciami" sussurrai poco convincente.
"Sai" disse soffiando sul mio collo.
"Mi é davvero piaciuto tanto quello che é successo nella tua stanza" sussurró con voce roca facendomi venire i brividi. Il mio cervello si era annebbiato, avrei voluto mandarlo via, spingerlo ma invece restai immobile come una deficiente senza dire una parola.
"Te ne sei andato..."trovai il coraggio di sussurrare dopo qualche secondo di totale silenzio mentre lui passava il naso sul mio collo.
"Cosa?" Chiese. Probabilmente l avevo detto troppo piano.
"Te ne sei andato" urlai spingendolo via sentendo sormontare la rabbia mentre lo guardavo furiosa.
Non rideva piú, il suo sguardo era serio e fisso sulle mie mani.
"Dopo quello che mi hai fatto te ne sei andato!" Sputai continuando a guardarlo sperando di incontrare il suo sguardo per trasmettergli tutto il disprezzo che provavo in quell'istante.
"Lo so" sussurró, sembrava triste, dispiaciuto.
"E sapevi anche che nessuno mi aveva mai toccata perché involontariamente te l ho detto io la prima volta che ci siamo parlati!" Urlai ancora tirandomi indietro i capelli che mi erano scivolati davanti agli occhi.
"ricordo" disse con un vago sorriso sulle labbra come se stesse ricordando quell'incontro.
"Ricordi, lo sai, ma te ne sei andato comunque, mi hai lasciato li come una deficiente dopo che io ti ho stupidamente regalato il mio primo orgasmo e..." iniziai ad urlargli contro.
"Era il tuo primo orgasmo?" Chiese guardandomi come se fosso una cosa anormale.
"Si Harry ma mi ascolti quando ti parlo te l'ho detto prima nessuno mi ha mai toccata!" Urlai sfrustrata, neanche quando gli urlavo contro mi ascoltava.
"Ma non...cioé insomma, neanche mai da sola?" Chiese imbarazzato facendomi arrossire visibilmente. Non avevo mai neanche pensato una cosa del genere.
"No" dissi comunque urlando anche se rossa in viso.
Si alzó in silenzio parandosi in piedi davanti a me fissandomi negli occhi, i suoi occhi verdi come una foresta contro i miei color oceano.
"Lasciami stare" cercai di dire convincente ma il mio corpo non reagiva ai comandi.
"Sei cosí pura" sussurró passando l'indice sulla mia guancia.
"Pura come la neve" sussurró.
"Maledizione" disse tra i denti prima di fiondarsi avidamente sulle mie labbra. Non risposi immediatamente ma in un attimo le mie labbra iniziarono a seguire le sue come con una calamita. Il mio corpo fu spinto verso la parete dove rimase inchiodato dal corpo di Harry che accarezzando delicatamente il mio corpo prese il retro dell mie cosce per farmi cingere i suoi fianchi.
"Tutto questo é tremendamente sbagliato" disse sulle mie labbra mentre ll suo bacino spingeva contro il mio mettendo in contatto anche se sotto strati di vestiti le nostre intimitá.
Un gemito strozzato uscí dalla mia bocca seguito da uno suo roco e sexy.
Mi staccó delicatamente dalla sicurezza del muro per adagiarmi sul letto e in tutto questo le nostre labbra non avevano mai smesso di toccarsi.
Il mio corpo tremava e si contorceva sotto al tocco delle su labbra esperte e supplichevoli.
"Dovremmo smettere" disse baciandomi il collo e in tutta risposta io inarcai la schiena spingendo il mio bacino verso il suo.
"Pulcino" ansimó fermandosi di botto.
Lo guardai per un secondo stralunata, non capivo, il mio cervello doveva affrettarsi a connettersi.
"Mm" mugugnai io come per dire " dai dimmi quello che mi devi dire" ma avevo il fiatone e non riuscivo davvero a parlare.
"Dovremmo smettere" disse
"Non possiamo" continuó alzandosi e girando per la stanza nervosamente.
"Non si puó, tu sei cosí" disse indicandomi.
"E io sono così" indicó se stesso. Veramente io non notavo tutte queste differenze il problema era che aveva ragione, non si poteva fare e per una volta aveva fatto la scelta giusta.
"Hai ragione" dissi io mettendomi seduta.
"Non dovremmo vederci piú" continuai io.
"Lo so" sussurrò lui guardando a terra.
"Allora io vado" dissi alzandomi per uscire. Ero delusa dalle sue parole ma sapevo che aveva ragione.
"Potresti dormire qui" fece timido. Vedere Harry timido era come vedere un cane che mangia con coltello e forchetta, stranissimo.
" Dio,Styles, cosa abbiamo detto ora?" Chiesi esasperata. Questo ragazzo non aveva senso.
"Lo so, ma... magari potevi rimanere" disse non riuscendo neanche a guardarmi.
"Prometto che non ti toccherò neanche" disse poi guardandomi poi negli occhi.
"Perché mi vuoi qui?" Chiesi.
"Perché se ci sei tu, sto bene e la notte non faccio gli incubi" dice tristemente.
"Hai gli incubi?"
"Si, tutte le notti, tranne quando ci sei tu" sussurró.
"Cosa succede in questi incubi"
"Non ho voglia di parlarne" disse quasi arrabbiato iniziandosi a spogliare per mettersi a letto facendomi beare della visione di lui in boxer. Sembrava davvero addolorato e vederlo cosí vulnerabile mi faceva stringere il cuore nonostante tutto.
"Resto" dissi andando a frugare nell'armadio per cercare qualcosa da mettermi senza neanche guardarlo, non volevo vedere lo sguardo di trionfo dipinto sul suo viso.
Entrai nel letto e cercai di mettermi il più lontano possibile da lui ma il calore del suo corpo era comunque percettibile."Harry" lo chiamai mentre continuavo a fissare il soffitto.
"Dimmi"
"Perché mi hai baciata?" Chiesi sensa guardarlo.
" perché sono debole" disse dandomi la schiena, chiaro segno che non voleva continuare questa conversazione.
Così mi voltai anche io e lentamente con la testa che turbinava di pensieri mi addormentai.Un urlo squarció il silenzio e mi alzai di botto guardandomi intorno.
Il volto di Harry era corrugato in una smorifia disperata mentre continuava ad agitarsi e borbottare con la fronte imperlata di sudore. Un incubo. Cosa dovevo fare? Rimasi a fissarlo per quajlche secondo in preda al panico, avevo paura per lui.
"Harry" iniziai a scuoterlo per svegliarlo.
"No! Non la portate via!" Borbottava.
"Harry svegliati" dissi piú forte mentre le lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi.
"No! Torna qui non te ne andare" strillò.
"Harry Ti prego!!" Strillai sperando con tutta me stessa che si svegliasse.
Ma lui continuava a rigirarsi e borbottare e io non sapevo cosa fare e non capivo, avevo paura ma poi si alzò di scatto.
"Mamma!"
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Insegnami Ad Amare
Fanfiction"Christine Bane" dissi tendendogli la mano. "Harry Syles" disse stringendola e con uno strattone mi avvicinó a lui. "Gemella? Per me rimarrai sempre Pulcino" mi sussurró all'orecchio per poi andarsene elegantemente tra la folla. "Tesoro sei fottuta"...