Una Bottiaglia Da Solo

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"Quindi voi due state insieme adesso" sbiascicò Harry continuando a guardarmi negli occhi ma non feci in tempo a dire niente che lui gia aveva ripreso a parlare.
"Non devi vergognarti Pulcino, potete tenervi per mano, potete sbaciucchiarvi, potete fare anche un sacco di cose molto interessanti proprio qui, io non mi imbarazzo, non ci faccio caso, e poi a dirla tutta ho sempre desiderato vederti nuda Piccolo Pulcino, fin dal giorno della macchina" i suoi occhi non si staccavano dai miei e non la smetteva di sorridere con malizia mentre le mie guance si erano tinte di un rosso acceso.
"Attento a come parli" partí Samuel ma io lo bloccai.
"È ubbriaco perso, non sa quello che dice" cercai di calmarlo ma in realtá avrei voluto ucciderlo con le mie mani.
"E tu ti fai trattare così da lui? Non é perché é ubriaco che dice queste cose, lui fa sempre così, lui è un bastardo! E tu lo difendi anche!" Urlava con me, ce l aveva con me perché cercavo di non far succedere niente di brutto! Alla fine aveva ragione, mi aveva sempre trattato male e ora lo difendevo.
Samuel uscì di corsa dalla stanza furioso mentre Harry ridacchiava tra se. Mi voltai per seguirlo.
"Non puoi andare con lui!" Gridò Harry.
"Harry senti stai zitto! Tu hai combinato tutto questo casino, tu non puoi parlare e non puoi dirmi quello che devo fare! É sempre colpa tua!" Gli urlai contro te andai dietro Samuel che si era fermato dietro la porta d'ingresso.
"Sam" sussurrai.
"Chrissy scusami ho esagerato lo so, ma vederlo così mi distrugge, vederlo in questo stato" mi strinse forte a se premendo le sue labbra sulla mia fronte. Ci guardammo intensamente per qualche secondo ma la porta si aprì di scatto.
"Pulcino!" Sbiascicó Harry che si era trascinato fino a li.
"Dio Styles Basta!" Urlai.
"Chrissy tranquilla, i tuoi amici hanno davvero bisogno di te per gestirlo e noi continueremo il nostro appuntamento un altra volta" mi sussurró all orecchio per poi darmi un bacio all'angolo della bocca.
"Va bene scusami ancora" sorrisi. Quando lui si fu allontanato con la macchina mi voltai verso Harry truce.
"Cazzo Styles ti detesto in questo momento, anzi ti detesteró sempre" mi infilai sotto il suo braccio per sorreggerlo e per portarlo nella sua stanza, aveva bisogno di vomitare tutto quello che aveva bevuto.
"Chris" mi venne dietro Eleonor.
"Come stai?"
"Potrei stare meglio El, l idiota qui presente ha rovinato un appuntamento magnifico."
"Dopo mi racconterai. Vuoi una mano? Chiamo gli altri!" Disse mentre mi seguiva per le scale.
" Tranquilla faccio io, tanto non vorrebbe nessun altro" dissi avvilita.
"La ragazza é anche intelligiente" disse Harry.
"Stai zitto" lo ammonii io.
"Stai attenta" mi disse Eleonor prima di scendere di nuovo e dare una mano ai ragazzi a sistemare il casino di Harry.
"Ora ti porto a vomitare e spero davvero che non sia una cosa piacevole per te" dissi brusca entrando nel bagno della sua camera. Harry si tenne in piedi da solo per un momento mentre io ero appoggiata al muro per riprendere un attimo fiato ma lui mi piazzó davanti a me tagliandomi le vie di fuga con le mani. Il respiro mi mancó completamente.
"Mi piaci ancora di più quando ti arrabbi così" disse tra i denti.
"Mi verrebbe voglia di..." si appiattí contro il mio corpo facendomi ansimare debolmente, sentivo ogni parte di lui.
"Styles"ansimai.
"Pulcino... cosa ti ho detto di quando mi chiami cosí..." disse tra i denti mentre premeva ancora di piú i suoi fianchi con i miei.
Harry crolló di nuovo tra le mie braccia qualche secondo dopo, lo condussi al water ancora scossa e gli infilai due dita in gola facendogli buttare fuori tutto l alcol che aveva in corpo. Gli accarezzavo la schiena e la testa e presi un asciugamano pulito per asciugargli la bocca una volta finito. Eravamo in quel bagno da penso un ora quando Harry smise di vomitare.
"Sono stanco" sussurró.
"A chi lo dici" affermai con gli occhi che mi si chiudevano.
"Dai ti aiuto a metterti a letto." Dissi tirandolo su in piedi.
"Tu non ti metti a letto?" Chiese guardandomi con quegli occhioni da cucciolo smarrito.
"No Styles me ne vado a casa" dissi.
"Il tuo corpo dice un altra cosa" sussurró al mio orecchio mentre lo facevo sedere sul letto.
"Non importa ciò che dice il mio copro il mio cervello dice di andare a casa e io seguo sempre il mio cervello" dissi cercando di convincere anche me stessa di quelle parole.
"Dovresti iniziare a seguire di più il cuore" disse posando la sua mano sul mio petto all altezza del cuore che prese a battere all impazzata, avrei dovuto dirgli di levare la mano, di lasciarmi stare ma nulla di questò uscii dalla mie labbra, solo un gemito strozzato che lo fece sorridere di malizia. Chiusi gli occhi travolta da quel momento e lo sentivo avvicinare, sentivo il suo fiato ma quando iniziai gia a sentire il calore delle sue labbra si fermò.
"É questo che vuoi?" Sussurrò a pochi millimetri dalle mie labbra, non riuscivo a rispondere, mi mancava il respiro, non sapevo neanche io se era ciò che volevo, non dovevo volerlo, era tutto cosí confuso.
"Non lo so" riuscii a susurrare appena udibile.
"Mi basta" e detto questo posò lentamente le sue labbra sulle mie,labbra carnose, morbide e calde, ed era una sensazione magnifica, le sue labbra che si muovevano sinuose sulle mie e loro che gli rispondevano standogli dietro, non avevo mai dato un bacio cosí intenso, iniziò a passare la lingua sul mio labbro inferiore per farmi schiudere le labbra prima di far si che le nostre lingue diventino una. La sua mano non si era mossa dal mio petto fin quando non si staccò delicatamente da me lasciandomi senza fiato, sorrise e come se fosse svenuto si buttó sul letto addormentandosi all'istante.
Ci vollero quindici minuti buoni prima che riuscissi ad imporre al mio cervello di non fantasticare, alle mie gambe di smettere di tremare e al mio cuore di smettere di battere così forte. Riuscito nel mio intendo mi prese alle spalle il senso di colpa, mi stavo odiando per tutto ciò che avevo lasciato che succedesse, corsi via da quella casa e me ne tornai nella stanza, seduta sul letto a fissare il vuoto cercai di escogitare qualcosa. Dovevo far finta di niente, non era successo niente dopotutto, il giorno dopo avrei parlato con Harry e lui avrebbe capito e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

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