un altra versione

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"Signorina Chris"
Sentii bussare delicatamente alla porta.
"Signorina Chris" sentii di nuovo. Era Olly, solo lei sarebbe riuscita a svegliarmi senza farmi venire voglia di uccidere qualcuno.
"Entra Olly dimmi" dissi stiracchianadomi, evidentemente ero riuscita ad addormentarmi e a giudicare dal buio fuori alla porta era anche abbastanza tardi.
"Signorina, la cena é quasi pronta, le consiglierei di prepararsi e di mettersi qualcosa di elegante, sa, la signora Nave é molto esigente su queste cose" disse lisciandosi il grembiule nervosamente, probabilmente era stata proprio la 'signora Nave' a farmi dire queste cose, aveva paura che mi sarei presentata in pigiama?!
Scacciai velocemente la folle idea di farlo realmente ma risi pensando alla faccia che avrebbe fatto la madre di Samuel.
"Va bene Olly, so che é stata lei a dirti di dirmi queste cose, ma per sue grande piacere verró vestita elegantissima" dissi sorridendole.
"La prego signorina" mi supplicò con lo sguardo Olly. Che cosa mi avrebbe potuto fare, cavarmi gli occhi con una forchetta? Decisamente troppo macabro.
"Tranquilla" le ripetei cercando di farle capire che mi sarei vestita bene davvero. Penso di averla convinta cisto che se ne andó sorridendo soddisfatta.

Santa Eleonor che mette mano nella mia roba, se non era per lei adesso probabilmente starei scendendo a cena con arrotolata addosso la tenda della doccia e non con un bellissimo vestito a palloncino che probabilmente era uscito dal suo guardaroba. Mal volentieri infilai i tacchi e traballando scesi le scale dirigendomi verso la sala da pranzo.
Ero quasi arrivata quando inciampai nei miei piedi e due braccia forti mi sorressero prima che toccassi terra.
"I tacchi non sono per te Pulcino" sentii sussurrarmi all'orecchio da una voce bassa e roca che mi fece diventare le gambe come di gelatina rendendomi ancora più impossibile stare in piedi.
"il che é un vero peccato, dato che ti fanno delle gambe davvero magnifiche" disse accarezzando la mia gamba la polpaccio fino al retro della coscia facendomi raddrizzare e spalancare gli occhi.
Vidi Harry sorridere sicuro di se mentre mi superava dopo avermi lasciato traballante e quasi ansimante in mezzo al corridoio.
Entrai nella sala da pranzo un minuto dopo e tutti gli sguardi erano fissi su di me.
Lo sguardo sorrdente di Robert, quello freddo di Susan, quello adorante di Samuel e quello da 'ora ti strappo tutti i vestiti che hai addosso' di Harry.
Arrissii violentemente mentre mi misi seduta.
"Sei Bellissima" mi sussurró Samuel spostandomi i capelli che avevo lascisto sciolti dietro l'orecchio.
"Grazie" sussurrai imbarazzata.
A quel gesto il verde degli occhi di Harry accanto a me si scurì e poggió la sua mano forte e delicata sulla mia coscia, come per rivendicarne un possesso che non aveva. Le sue dita esperte continuavano a tracciare cerchi delicati sulla mia pelle nuda provocandomi leggeri brividi in tutto il corpo.

Per interrompere quella dolce tortura entró Olly portando un vassoio con un enorme tacchino e lo posò nel centro e fece per andarsene subito dopo.
"Olly non resti a cena?" Chiesi provocando la sorpresa di tutti, perfino della donna che spalancó gli occhi guardandomi disarmata.
"Olivia non cena con noi" rispose freddamente Susan.
"Perché?" Chiesi io. Mi sembrava di rivivere una discussione con mia madre, quando ero piccola l'avevo praticamente costretta a far mandiare Middi con noi a ogni pasto perchè non capivo il motivo per il quale lei non potesse farlo. Erano passati alcuni anni ma io ancora non capivo questo motivo per il quale la governante e il maggiordomo non possono cenare insieme a tutti quanti, specialmente se sono solo in due.
"Sono la governante e il maggiordomo, devono mangiare dopo" rispose freddamente.
"Che vuol dire, sono comunque persone e hanno diritto di mangiare qualcosa di buono in compagnia" dissi quasi urlando mentee Harry stringeva la presa della mia coscia.
"In questa casa si fa così! Se la cosa non ti piace puoi anche andartene!" disse urlando Susan. Samuel guardava il piatto senza alzare lo sguardo, Robert guardava infuriato la moglie mentre Harry mi guardava con ammirazione, non capivo il motivo però.
"Bene" risposi spostandomi dalla sedia e sfilandomi i tacchi velocemente per poi prenderli e precipitarmi velocemente nella stanza dove furiosa iniziai a fare i bagagli per tornarmene via.

Quella donna! Chi si credeva di essere?! Pensava di essere superiore?! Era solo una povera sciocca, una povera vecchia sciocca che nessuno vorrà aiutare se avrà un problema.

Quaranta minuti dopo scesi le scale con la mia valigia in mano per non far rumore, mi ero cambiata e avevo indossato un paio di leggins con una maglietta grigia leggermente lunga e avevo legato i capelli in una coda.
"Anche lei qui?" Chiese una voce allegra da dietro l'angolo.
"Alan?" Chiesi titubante.
"Si signorina Chris, dove sta andando, nenche lei ha gradito la cena?" Chieset sorridendo. Neanche? Chi altro?
"Anche il signorino Harry se n'é andato" spiegò vedendomi perplessa.
"Io me ne vado da qui" dissi in un sussurro.
Harry era uscito, sarà andato da qualche parte a farsi una per il ringraziamente.
"Il signorino Harry è andato nel capanno, vive li ormai da non si sa più quanti anni" disse ancora sorridendo come se non avesse sentito ció che avevo detto ad alta voce ma stesse rispondendo a tutte le mie domande mentali.
"Alan" sussurrai.
"Io non l'ho vista" sorrise andandosene e indicandomi con il dito la via per il capanno.

mi incamminai a passo svelto ma mi fermai di botto sentendo le doci note di una chitarra e una voce bassa e roca che cantava. Ne rimasi toralmente incantata.

Written in these walls are the stories that i can't explain
I leave my heart open but it stays right here empty for days

She told me in the morning she don't feel the same about us in her bones
it seems to me that when i die these words will be written on my stone

And i'll be gone gone tonight
the ground beneath my feet is open wide
the way that i been holdin' on too tight
with nothing in between

The story of my life I take her home
I drive all night to keep her warm and time
Is frozen
The story of my life I give her hope
I spend her love until she's broken inside
The story of my life

[Scritte in queste mura ci sono le storie che non riesco a spiegare
Lascio il mio cuore aperto, ma rimane proprio qui vuoto per giorni
Mi ha detto che la mattina lei non sente lo stesso riguardo di noi dentro si sé
Mi sembra che quando morirò queste parole saranno scritte sulla mia tomba
E sarò andato stasera
La terra sotto i miei piedi è aperta
Il modo in cui io sono stato tenuto troppo stretto
Con niente in mezzo
La storia della mia vita, la porto a casa
Io guido tutta la notte per tenerla al caldo e il tempo
È congelato
La storia della mia vita, le regalo la speranza
Trascorro il suo amore fino a quando lei esplode dentro
La storia della mia vita]

Mi accorsi di essere entrata solo quando lui mi fissó con occhi sbarrati.
"Cosa ci fai qui?" Chiese più triste che arrabbiato.
"Per chi era?" Chiesi sedendomi sul letto accanto a lui.
"Per mia mamma" sussurró.
"Ma tu non la conosci tua mamma" dissi pentendomene immediatamente.
"Susan sa mentire molto bene" sorrise amaramente.
"La conosci?" Chiesi sorpresa.
"Si"
"Quando ero piccolo mi veniva a trovare spesso di nascosto, Susan non voleva che la vedessi. Sai la storia che racconta in giro è falsa." Sorrise triste.
"Non devi parlarne per forza" sussurrai poggiandogli la mano sul braccio.
"Voglio farlo" sorrise poggiando la sua mano sulla mia.
"Mia mamma aveva diciotto anni quando rimase incinta di me, mio padre se n'era andato appena saputo e lei era rimasta sola. Non voleva abortire, perciò decise di darmi in adozione perché cosí piccola e da sola non ce l avrebbe fatta e prese accordi con Susan, Samuel voleva tanto un fratellino."
"Io non ero ancora nato e già mi mamma voleva darmi via, ma mano mano che crescevo, la mamma si stava affezionando, cosó chiamó Susan per dirle che non voleva più darmi via, che mi sentiva suo figlio e che voleva tenermi con se."
"Susan si arrabbió molto e non volle cedere, chiamó gli avvocati e vinse la causa, vinse me. Mia mamma ne fu sistrutta ma non rinunció mai e ogni giorno, quando ero più grande e in grado di capire, veniva a trovarmi di nascosto. Erano giorni felici fin quando Susan non lo scoprii e un giorno che ci stavamo vedendo di nascosto fece venire la polizia nel nostro posto segretk per farla portare via. Lo sogno tutte le notti quel momento. Non l'ho più vista, a volte mi sembra di intravederla in giro ma poi sparisce e non ricompare più"
Grardava fisso in un espressione vuota e carica di dolore. Non sapevo cosa dire, cosa fare, calde lacrime mi stavano rigando il volto mentre continuavo a guardare quel bel viso da angelo segnato sa una perdita così grossa.
"Harry" sussurrai non sapendo cosa dire.
"Oh no, non devi piangere per me" sussurró baciando via le lacrime e continuando a sussurrare che andava tutto bene tendendomi la mano che sembrava così piccola nell sua.
Dolcemenre mi bació l'angolo della bocca per poi staccarsi dolcemente.
Ci guardammo negli occhi per almeno un minuto, uno sguardo intenso, uno sguardo carico di parole, di domande, uno sguardo carico di dolore. Ci guardammo... fin quando non successe...
...

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