Quando sarai Pronta

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Purtroppo ero in quella casa quando scoppiò la prima lite tra i due innamorati. Erano passati un paio di gorni dallo spettacolo alla mensa e non avevo più visto Harry, non era venuto a lezione e probabilmente se ne stava la maggior parte del suo tempo con le sue ragazze facili a divertirsi. Con Samuel invece si stava instaurando un bel rapporto, passavamo molto tempo insieme, era gentile, romantico e un sacco dolce.
"Come puoi fidarti di una persona del genere?" Urlava Eleonor dal piano di sopra.
"Io mi fido di lui! E non devo certo dare spiegazioni a te!" Strillò lui di rimando.
Cercavo di far finta di niente ma le loro urla erano troppo forti per essere ignorate.
"Ma é impossibile, hai visto cosa ha fatto a suo fratello, e come tratta Christine, lei non é una delle sue troie e neanche una bambina alla quale può fare tutto ciò che vuole."
Fatti rispettare El!
"È complicato Eleonor e io non posso dirti niente!" Rispose lui frustrato.
"Bene, chiamami quando avrai capito che di me ti puoi fidare" urló sbattendo la porta della camere. Sapevo cosa dovevo fare, presi il mio e il suo giacchetto e l'aspettai davanti alla porta.
"Ciao Zayn" lo salutó uscendo furiosa mentre mi strappava dalle mani il giacchetto che le porgevo.
Ormai la conoscevo bene e quando era arrabbiata non dovevi chiederle niente, quando era il momento lei si sfogava da sola e adorava farlo in macchina perció non andai diretta al convitto ma iniziai a girare e percorrere strade che non conoscevo.
"É un idiota" iniziò. Lo sfogo convulsivo avveva inizio.
"Lui si fida di quel pazzo di Harry e io non riesco a capire perchè, dice di avere i suoi motivi ma a me non li puó dire, Harry si comporta di merda e lui neanche lo nota, lui lo difende!" Era visibilemente sconvolta, stavano insieme da poco ma c'era una forte intesa tra di loro, si vedeva che era una cosa seria.
Aveva gli occhi lucidi e mi preparai alla crisi di pianto. Accostai la macchina appena in tempo che lei scoppió in singhiozzi.
"E se non vuole piú vedermi?!" Singhiozzava tra le mie braccia.
"No tesoro, fidati, siete così carini insieme, e si vede che lui stravede per te come tu stravedi per lui."
"Lo pensi sul serio?" Chiese tirando su con il naso.
"Cero tesoro" le dissi stringendola in un abbraccia.
Le volevo davvero bene, eravamo amiche da due anni, da quando al quarto anno di liceo siamo capitate al banco insieme in ben quattro corsi. Non é stato amore a prima vista ma con il tempo siamo diventate un prolungamento l'una dell altra. Mi aveva sempre consolata e protetta ed ora era arrivato il mio turno. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Si calmó per bene dopo qualche ora così la riportai alla confraternita dei ragazzi che era giá buio.
Lei corse subito fuori dalla macchina per cercare di fare pace con Lou, io invece me la presi più comoda camminando lentamente con l'aria fredda che mi accarezzava il viso.
Uno strano rumore mi fece fermare di botto, era un verso gutturale mi guardai intorno e trovai subito la fonte di quel suono infatti poco lontano una macchina con i finestrini appannati sobbalzava leggermente. Disgustata mi avviai verso la casa quando sentii la portiera sbattere e dei passi avvicinarsi.
"Pulcino" disse Harry venendomi i contro.
"Styles" l'apostrofai irritata, era l ultima persona che avrei voluto incontrare in quel momento.
"Come mai sei qui?" Chiese.
"Potrei farti la stessa domanda, io sono sempre qui, sei tu che non ci sei mai" risposi freddamente.
"Gelosa?" Mi chiese ammiccando. Si comportava come se niente fosse, come se non avesse fatto una scenata davanti all'intera classe e davanti alla mensa, come se dopo non si fosse presentato nella mia stanza per trattarmi come una bambina. Avrei voluto ucciderlo.
"Oh no perché dovrei?" chiesi fingendomi sconvolta da quella domanda.
"Beh perché ti piaccio" affermó sicuro di se.
"Allora come mai esco con un altro ragazzo?"
"Tu... cos.. chi è?" Chiese spiazzato e visibilmente furioso.
"Samuel Nave" mentii.
"Samuel?" Grodò.
"Si lui hai qualche problema?" Lo aggredii io.
"Certo che ho qualche problema, lui non é chi dice di essere tu non puoi uscire con lui!" Ringhiò tenendomi per le braccia.
"Abbiamo giá discusso su questo argomento e io posso fare quello che voglio, non sono una tua proprietà!" Cercai di divincolarmi e lui mi lasció andare.
"Certamente" rispose mentre entrava furioso in casa sbattendo la porta.
Gocce fredde mi baganrono il viso e i vestiti, pioveva, ma io non riuscivo a muovermi,non volevo muovermi, volevo che la pioggia lavasse via tutto. Ero cosí confusa, nella testa turbinavano pensieri contrastanti. Lui, Samuel, la dolcezza di quegli occhi nocciola, la tristezza e la malizia di quegli occhi verdi, la veritá che mi era stata raccontata, i gemiti dentro quella macchina, la ragazza nel bagno, quella della classe. Stavo per andarmene quando i miei pensieri di focalizzarono sui suoi occhi, gli occhi di Harry, erano stati la prima cosa che ho visto quando sono arrivata qui, erano così vivi e penetranti mente orano erano sempre carichi di rabbia o tristi, i suoi occhi non volevano lasciare la mia mente. Ero completamente bagnata quando presi la decisione. Aprii la porta della caverna e mi infilai dentro camminando svelta.
"Chris" mi chiamava la mia amica ma io non volevo stare a sentire nessuno, avevo un idea folle e qualsiasi cosa mi poteva far tornare sui miei passi.
"Chris, sei impazzita?" La sua voce proveniva dal basso ma io mi ero fermata davanti alla sua porta e avevo bussato.
" voglio stare da solo" rispose. Si sentiva una dolce melodia di chitarra ma non riuscii a capire la canzone.
Merda. Eleonor stava per salire e non mi avrebbe lasciato li, dovevo convincerlo.
"Harry ti prego apri" dissi cercando di convincerlo.
"Pulcino" disse aprendo la porta, per fortuna. Sentivo i passi di El, domani mi avrebbe ucciso.
Entrai chiudendomi la porta alle spalle, con la chiave, non doveva entrare nessuno.
"Sembri ancora di più un Pulcino bagnato così" disse sorridendo ma era triste, lo vedevo, i suoi occhi...
"Perché mi chiami Pulcino?" Sussurrai. Harry era in piedi davanti a me, indossava solo una tuta larga a vita molto bassa , tanto da far vedere la V del pube. La bocca mi si seccó all'istante ma non potevo distrarmi così.
"Vuoi saperlo davvero?" Mi chiese sedendosi sul letto.
"Si" risposi convinta.
"Penso che tu non sia ancora pronta per saperlo" disse senza guardarmi.
"Perché?" Chiesi frustrata mentre iniziavano i colpi alla porta.
"Appena sarai pronta lo saprai" disse.
"E quando lo sarò?"
"Questo dipende da te" sussurró.
era sempre tutto più confuso. Che voleva dire che dovevo essere pronta?!
"Sei venuta qui per questo?" Mi chiese rompendo il silenzio che si era creato tra noi non contando i colpi alla porta che ancora non erano cessati.
"Si, cioé no?" Dissi confusa.
"Penso che tu abbia le idee un pò confuse in questo momento" sussurró avvicinandosi.
"Sono io che ti mando in confusione?" Era tornato il suo sorriso sexy e provocante ed era così vicino che iniziavo a non capire davvero piú niente.
"Si" ansimai. Merda l'avevo detto davvero.
"No" mi corressi spostandomi indietro.
Lui ridacchió.
"Penso che la tua amica si stia spazientendo e non vorrei che mi sfondasse la porta, sai ci tengo alla mia privacy" disse mettendo a posto la chitarra e sedendosi sul letto.
"Eleonor, basta! Sto bene, devo parlare con lui e devo farlo da sola, resta con Lou, dormi con lui, non so quanto ci vorrà." Urlai alla mia amica fuori dalla porta.
"Chris appena esci da questa porta ti ammazzo" urlò ma poi sentii i suoi passi allontanarsi e capii che eravamo di nuovo soli.
"Allora dov'eravamo?" Fece lui con finta aria pensierosa.
"Ah si, mi stavi dicendo che ti mando in confusione"
"Non stavo dicendo questo" protestai.
"Ti devo dire una cosa peró" sussurrai guardandomi le mani.
"Guardami negli occhi quando mi parli Pulcino, adoro guardare le emozioni riflettetrsi nei tuoi occhi, hanno un colore stupendo, sembra di guardare il mare in tutte le sue sfumature di emozioni"
A quell'affermazione arrossii violentemente e sbarrai gli occhi.
"Brava così" susurrò con voce intensa.
"Ti ho mentito" sussurrai guardandolo negli occhi.
"Quando?" Disse con un velo di panico nella voce.
"Non mi vedo con nessuno, non so perché ti ho detto il contrario, è solo che tu sei convinto di piacermi perché vuoi solo entrare nelle mie mutande invece io non voglio che tu lo faccia!" Dissi tutto d'un fiato, non riuscivo a respirare, anche se lui mi faceva un certo effetto non volevo andare a letto con lui, ero una di quelle ragazze che pensano al principe azzurro e lui non lo era di certo.
"Non vuoi che io ti entri nelle mutande?" Chiese ridendo a crepapelle, mi aspettavo una sfuriata e quella reazione mi sconvolse.
"No" sussurrai, non capivo perché rideva.
"Sei così piccola e innocente" sussurrò in quella sua voce roca e sexy avvicinandosi al mio viso e poggiando la fronte con la mia.
Non riuscivo più a respirare, odiavo essere così vulnerabile con lui.
"Non cercheró di entrare nelle tue mutande" sospirò.
"A meno che tu non me lo chieda" ammicó verso di me.
Iniziò poi a frugare nell armadio lasciando me davanti alla porta bagnata e in preda ad un attacco cardiaco.
"Cosa fai?" Riuscii a sussurrare con il poco fiato che ero riuscita a trovare.
"Ti prendo dei vestiti" disse come se fosse scontanto.
" perché?"
"Beh, mi sembra ovvio, sei tutta bagnata, ti ammali così"
"Ma tanto ora torno a casa" dissi ancora senza fiato.
"Non resti?" Mi chiese voltandosi verso di me e piantando nei miei quei profondi occhi verdi da cucciolo sconsolato.
" Dio Harry! Ne abbiamo parlato un attimo fa!" Risposi esasperata.
"Giuro che non cerco di entrarti nelle mitande" sussurró lui avvicinandosi piano con dei vestiti in mano.
"Giuralo" lo minacciai.
"Giurin giurello"disse lui con gli occhi che iniziavani a brillare di eccitazione. Rimasi in silenzio per un attimo cercando di elaborare le informazioni ma il mio cervello aveva resettato tutto nel momento in cui Harry aveva poggiato la sua fronte sulla mia sospirando.

"Resto" sussurrai.




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