Taken.

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...

" Ora devo andare, ho dei giri da fare, ci si vede in giro?" Mi chiese Samuel alzandosi dal tavolo. Lo seguii immediatamente non volendo restare li da sola.

Mi salutò di fronte al bar con un bacio sulla guancia e un abbraccio che trovai particolarmente strano.

" Certo che mio fratello è davvero senza ritegno" affermò una volta staccato da me e indicando l'altra parte della strada, ma prima che io potessi voltarmi lui se ne era già andato

ciò che vidi mi lasciò di stucco. Sulla panchina di fronte al bar Harry stava praticamente risucchiando la faccia ad una biondina tutta tette e culo. Lei aveva le mani sui suoi bicipiti mentre lui le palpava visibilmente il seno senza che lei dicesse una parola. Poi ci chiediamo perchè usano le donne come oggetti, ci credo, sono loro che si fanno trattare in questo modo, sono loro che vogliono essere usate e quella ragazza su quella panchina ne era la dimostrazione. Ma io non ero come lei.

Mi veniva da vomitare, avrei buttato fuori tutta la mia squisita cioccolata se solo non fossi stata in un luogo pubblico.

Mi accorsi di fissarli ormai da troppo tempo solo quando la ragazza parlò.

"Cos'hai da guardare?" Mi chiese infastidita la ragazza.

" O mio dio Harry, facciamo passi avanti, lei sa anche parlare!" dissi ironica a Harry con non so quale coraggio.

" Gelosa Pulcino?" mi chiese beffardo.

"Harry chi è questa stronza?" Chiese la biondina.

"Stronza ci chiami a qualcun'altro! E tranquilla, continua a farti palpeggiare come una puttana in mezzo alla strada, non sarò certo io a disturbarti" Dissi voltandomi e andandomene verso il dormitorio cercando di andare più in fretta che potevo mentre la rabbia aumentava ad ogni passo e avrei voluto spaccare ogni cosa, avrei voluto togliere da quel viso troppo bello quel sorriso troppo indifferente, quel sorriso che mi stava mandando fuori di testa. volevo picchiarlo in quel momento.

Entrai in stanza sbattendo la porta e facendo sobbalzare Eleonor che stava sdraiata sul letto intenta a fare non so cosa con il cellulare.

"Io vado in palestra" la informai noncurante.

"Dobbiamo parlare" Disse sedendosi.

"Io devo andare in palestra" ribadii.

"Tu non vai da nessuna parte, tu devi parlare con me, e io non verrò a recuperarti in quella topaia mentre massacri un sacco immaginando che sia una persona" Urlò facendomi cadere la borsa dalle mani e facendomi accasciare sul letto.

"Sono una stupida" piagnucolai infilandomi sotto le coperte e arrotolandomi come un gatto.

" Tu non sei stupida" Mi accarezzò i capelli lei cercando di rassicurarmi, ma questa volta non c'era niente che potesse fare, questa volta ero stata davvero stupida, era un dato di fatto.

"No El, questa volta è vero, questa volta mi sono lasciata trasportare, questa volta gli ho creduto, mi sono aperta, l'ho lasciato entrare e lui cosa fa?! si mette a palpeggiare una biondina tutto culo e tette in mezzo alla strada." Dissi cercando di resistere all'impulso di spaccare tutto.

"Cos'è successo, vuoi spiegarmelo?" Chiese la mia migliore amica tranquilla.

"Va bene" Dissi sedendomi sul letto per cercare di raccontare per filo e per segno ciò che era successo.

Dalla mia bocca inizió a fluire un fiume di parele. Le raccontai tutto ciò che mi era successo, ogni cosa, tralasciando però il racconto di Harry, non sapevo se potevo riferirglielo o se era come un segreto così lo tralasciai accennando solo qualcosa. Era la mia migliore amica e non volevo nasconderle nulla, ma quello dovevo evitarlo per forza , non erano fatti miei. Le raccontai anche della visita di samuel di poco prima e tutto quello che ci eravamo detti mentre lei mi guardava silenziosa amnuendo quando necessario ma senza chiedermi altro.

Insegnami Ad AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora