I miei occhi si chiusero lentamente lasciando libero sfogo alle sensazioni.
Il cuore mi batteva all'impazzate e non riuscivo a respirare. Nella mia testa continuavano a risuonare le sue parole, parole di un bambino ferito, parole di un bambino strappato dalla mamma, parole di un bambino al quale neanche era stato chiesto come stava.
Sentivo il suo respiro caldo sul viso e il suo alito che sapeva di menta, la sua mano era appoggiata sulla mia guancia provocandomi leggeri brividi lungo la schina.
Volevo le sue labbra sulle mie, volevo sentire le sue mani sfiorarmi il corpo, avevo bisogno di lui, di averlo vicino, di medicare le sue ferite.
"Pulcino" sussurró sfiorandomi le labbra. Non risposi, non riuscivo a parlare.
"Non possiamo, queste é la casa dei genitori di Samuel" disse non muovendosi di un millimetro, ma in quel momento la parte razionale del mio cervello era completamente spenta.
"Possiamo" riuscii a sussurrare senza peró muovermi.
"Ti prego, non possiamo" sussurró ancora.
"Ti voglio..." sussurrai ancora dando libero sfogo ai miei pensieri.La sua bocca si avventò sulla mia quasi dispetrata mentre scioglieva la mia coda passando le mani tra i miei capelli neri.
Le nostre lingue erano fuse in una sola come d'altronde la nostra anima in quel momento.
Mi sdraiò sul letto schiacciandomi con il suo corpo senza fare troppa pressione. Mi mandava in estasi e intrecciai una mano tra i suoi ricci mentre l'altra era infilata nella sua maglia accarezzandogli la schiena.
"Ripetilo" sussurró tra un bacio e l'altro.
"Ti voglio.." ansimai sulle sue labbra mentre con foga mi sfilava la magletta da sopra la testa e io sfilavo la sua.
"É da quando ti ho vista in quella macchina che continuo a sognare queste parole uscire dalle tue labbra rosse" ammine spingendo il suo bacino contro il mio provocandomi un leggero gemito.
"Oh Pulcino ora non puoi urlare come nella tua stanza, qui devi stare in silenzio" sussurró con voce sexy mentre lasciava piccoli baci sul mio collo per poi scendere tra i seni.
I miei fianchi si muovevano di volontà propria mentre non riuscivo a non far uscire gemiti strozzati ogni volta che le sue labbra sfioravano la mia pelle.
"Ehi, ti avevo detto di fare silenzio Piccola.." sussurró fissandomi con i suoi penetranti occhi verdi. Mi morsi il labbro con il tentativo di sopprimere i gemiti ma invano, non riuscivo a controllarmi.
"Come vorrei chiuderti quella bocca favolosa come dico io... ma c'é tempo per questo Pulcino, c'é tempo" disse maliziosamente dandomi un casto bacio sulle labbra facendomi spalancare gli occhi, per poi tornare a torturarmi i seni.
Slacciò il reggiseno per iniziare a torturarmi i capezzoli. Ne prese uno tra le labbra inizando a succhiare e mordicchiare leggermente mentre l'altro continuava a pizzicarlo tra il pollice e l'indice provocandomi una strana sensazione in mezzo alle gambe.
I suoi occhi continuavano a bruciare nei miei te io non riuscivo a distogliere lo sguardo, ero come ipnotizzata e le sensazioni erano moltiplicate.
"Come sei sensibile" sussurró baciandomi la pancia scendendo fin sotto l'ombellico fino all'elastico dei leggins.
Non riuscivo più a capire niente.
"Le tue labbra hanno il sapore più buono, più dolce e più eccitante che io abbia mai provato" sussurró tirando leggermente l'elastico tra i denti.
"La tua pelle ha un odore cosí buono" disse sfilandomi leggins e mutandine e gettandole a terra senza troppe cerimonie.
Mi sentivo cosí esposta, così bene, così vulnerabile, cosí viva. Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi mentre lentamente si avvicinava alla mia intimità ed era tutto così eccitante che non riuscivo a far star fermi i fianchi.
"Ora devi stare ferma" disse poggiando le mani sui miei fianchi e facendo una leggera pressione per tenermi ferma.
"E in silenzio" sussurró così vicino che sentivo il suo alito caldo su di me.
"Vorrei farti gridare fino a farti perdere la voce sai" disse soffiando sulla mia parte sensibile facendomi inarcare la schiena.
"Harry" sussurrai.
"Lo vorrei sentire molto piú forte ma per ora mi accontenteró" sorrise maliziosamente iniziando a passare delicatamente la lingua su quella parte di me che nessuno aveva mai sfiorato oltre a lui.
"Sei già cosi bagnata, mi piace" sorrise malizioso passandosi la lingua sulle labbra facendomi fremere.
"Ti prego" sussurrai volendo che continuasse.
"Ti prego cosa?" Chiese sfiorandola di nuovo con la lingua provocandomi un gemito.
"Cosa Pulcino" sussurró ancora leccando di nuovo, più insistentemente.
"Dimmi cosa vuoi" sussurrò malizioso.
Volevo che continuasse, volevo che non smettesse più quella dolce tortura.
"Cazzo Harry continua" ringhiai spalancando gli occhi sorpresa dalle parole che a quanto pareva erano uscite dalla mia bocca vista l'aria divertita di Harry che sorrideva malizioso tra le mie gambe.
"Con molto piacere" sorrise per poi assaltare di nuovo la mia parte sensibile, questa volta con più foga, con più insistenza facendomi fremere.
"Harry!" Gemetti più forte ma lui non se ne preoccupó e di sicuro non lo feci io.
Mi sentivo le gambe come due gelatine per poi irrigidirsi di nuovo.
Iniziai a tremare tutta, ero sull"orlo del precipizio pronta a cadere.
"Vieni Pulcino" Sussurró con voce roca
Ed eccomi andare giù in un orgasmo stravolgente rovesciando la testa indietro e e sussurrando il suo nome.
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Insegnami Ad Amare
Fanfic"Christine Bane" dissi tendendogli la mano. "Harry Syles" disse stringendola e con uno strattone mi avvicinó a lui. "Gemella? Per me rimarrai sempre Pulcino" mi sussurró all'orecchio per poi andarsene elegantemente tra la folla. "Tesoro sei fottuta"...