Iniziai a correre, volevo tornare in quella casa, volevo spiegare a Harry tutto ciò che avevo capito.
"Christine" mi urló la fata madrina da lontano facendomi voltare.
"Sei una ragazza bellissima e una bellissima persona, devi sono credere in te stessa e conquisterai ció che vuoi, vedrai che andrà tutto bene." strillò.
"Grazie fata madrina" le urlai vergognandomi di ciò che involontariamente era uscito dalle mie labbra continuando a correre verso quella casa.
Era ormai mezzogiorno e mezza quando entrai attraverso il cancello principale correndo.
Varcai l'ingresso andando peró a sbattere a qualcosa, o qualcuno. Samuel.
La sua espressione era davvero preoccupata, come biasimarlo, non avevo risposto a nessuna delle sue chiamate.
"Dio Chris, sei qui" disse stringendomi a se in tono disperato. Samuel teneva davvero a me.
"Sono qui" sussurrai rispondendo all'abbraccio.
"Mi dispiace davvero, io non sapevo, non dovevo farlo, lo so, vorrei poter tornare indietro per cambiare tutto, per far si che tutto questo non accada ma non posso, ti prego perdonami" disse fissando i suoi occhi nocciola nei miei azzurri. Sembrava seriamente dispiaciuto e si era scusato piú che bene, mi dispiaceva vederlo cosí.
"Tranquillo, non potevi sapere" risposi abbozzando un sorriso. Samuel mi stampó un leggero bacio sulle labbra, un bacio discreto, non invadente, un bacio dolce.
Come si poteva entrare in una stanza pronta a distruggere una persona e uscirne mano nella mano, perché era proprio quello che stavo facendo, Samuel mi dava sicurezza, stabilità perché non volevo piú trovarmi in bilico.
"Vieni a pranzare" mi sorrise stringendomi la mano.
"Va bene"
Entrammo nella sala da pranzo dove Susan e Robert e Harry erano giá seduti. Stavano aspettando solo me."Tutto bene signorina?" Mi sorrise amabilmente Robert mentre Susan mi guardava fredda. Sembrava che la donna che avevo visto la sera prima si fosse volatilizzata e avesse lasciato il posto alla Susan fredda e cinnica della prima volta.
Fissai per un istante Harry ma non si era neanche voltato per vedere chi era entrato così ci rinunciai.
Forse la fata madrina e Olly si sbagliavano, a Harry non importava nulla di me e io non potevo certo costringerlo.
"Si grazie Robert" dissi sedendomi tra Samuel e Harry.Il pranzo fu piuttosto silenzioso, solo Susan parlava ogni tanto con Samuel e il marito senza mai rivolgere la parola a me o a Harry, mi sentivo indesiderata, per fortuna finì presto.
Mi intrufolai nella cucina insieme ad Olly. Volevo la sua compagnia perché mi ricordava molto la mia Middi che avevo lasciato nelle grinfie di mia mamma e un pó mi sentivo in colpa.
Il locale era enorme e spazioso, si vedeva da come teneva tutto pulito che amava quella stanza, si deve essere molto generosi per fare da domestica a delle persone del genere e lei sprizzava amore da tutti i pori.
"Olly" la chiamai da davanti alla porta facendola sobbalzare.
"Signorina mi ha fatto prendere un colpo" disse poggiandosi la mano sul cuore.
"Scusami non volevo spaventarti, volevo chiederti se potevi stare un po qui con te" chiesi timidamente.
" ma certo! É passato un po di tempo da quando qualcuno mi faceva compagnia qui in cucina"
A quelle parole mi rallegrai immediatamente e mi misi a sedere sul ripiano di marmo.
"Sai Olly" iniziai mentre lei lavava i piatti.
"Anche io a casa avevo una domestica, era una donna fantastica e tu me la ricordi molto." Sorrisi.
"L'aveva assunta mia mamma qundo io ero piccola come tata ma poi non se n'é più andata ed é diventata una tuttofare."
"Mi fa piacere ricordarle una persona che le sta a cuore" sorrise.
" per me era una seconda mamma, se non una prima, mia mamma era molto assente nei miei confronti e lei invece era sempre accanto a me. Si chimava Meredith, ma io la chiamavo Middi perché da piccola il suo nome era troppo difficile e cosí é rimasto" sorrisi al pensiero di Middi che mi disinfettava quando mi sbucciavo le ginoccia o che mi faceva assaggiare il pranzo o la cena per sapere se era buono e puntualmente lo era perché era una cuoca fantastica.
"Anche il signorino Harry era solito sedersi li e osservarmi cucinare quando non era fuori in cerca di animali feriti o per giocarci" sorrise a quel ricordo. Immagini di un piccola bambino seduto sul ripiano che sgambettava curioso mi fecero sorridere timidamente e arrossire.
" com'era Samuel da bambino?" Chiesi.
"Oh, Samuel era come é adesso" rispose freddamente, sembrava non volermi dire di più e io non chiesi altro."Olly sono venuto a farti compagnia" una voce bassa e roca era spuntata da davanti alla porta. Harry era proprio li mentre guardava la domestica sorridendo. Sorriso che si spense quando vide me. Facevo così schifo?
"Ma vedo che ce l'hai gia" disse guardandomi storto.
"Me ne stavo andando" dissi scendendo dal ripiano.
"Ciao Olly" la salutai con la mano superando Harry senza guardarlo."Pulcino aspetta" disse prendendomi il braccio e facendomi voltare.
"Cosa vuoi?" Risposi fredda. Non mi aveva degnato di uno sguardo a tavola e in tutto il tempo in cui ero sparita non mi aveva neanche mandato un messaggio.
"Dove sei stata prima?" Chiese fissandomi negli occhi.
"Non sono affari tuoi"
"Dimmelo" ringhió tra i denti.
"Se davvero ti interessava potevi mandarmi un messaggio o almeno rivolgermi uno sguardo a tavola e invece niente, te ne sei fregato come al tuo solito" dissi strappandomi dalla presa.
"Cazzo" ringhiò voltandosi e sparendo in cucina.
Mi infilai nella mia stanza e mi gettai sul letto guardando il paesaggio innevato di fuori.
"Posso" bussó Samuel.
"Entra" dissi freddamente.
"Posso sdraiarmi vicino a te?" Chiese timido.
"Va bene"
Si sdraiò accanto a me cingendomi le spalle con il braccio.
Era una sensazione strana ma piacevole, noi due non avevamo mai avuto un intimitá vera e propria tranne i baci perciò questa situazione mi risultava molto strana."Davvero mi hai perdonato per ciò che é successo prima?" Chiese piano.
"Si Sam te l'ho detto, non potevi saperlo" rispi cercando di convincere più me stessa che lui. Lo avevo davvero perdonato?
"Perché non volevi rispondere a tua mamma?"
"Non ho voglia di parlarne" risposi fredda. Non stavo mentendo é solo che non volevo parlarne con lui.
"Senti Chrissy io dovrei fare dei giri con mia madre per l'azienda, ti dispiace?" Mi chiese.
"Tranquillo, tanto ero stanca e avrei voluto riposarmi un po" sorrisi voltandomi verso la porta.
"Allora a dopo Piccola" disse dandomi un bacio sulla fronte e uscendo dalla porta.Mi rigirai piú e piú volte nel letto pensando ai diversi avvenimenti di quella giornata, la telefonata, la fata madrina, la risposta di Olly, l'indifferenza di Harry, la sicurezza di Samuel. Erano tutte cose che mi mandavano in confusione, che mi factevano scoppiare la testa...
Erano tutte cose che non riuscivo a gestire...
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Insegnami Ad Amare
Fanfiction"Christine Bane" dissi tendendogli la mano. "Harry Syles" disse stringendola e con uno strattone mi avvicinó a lui. "Gemella? Per me rimarrai sempre Pulcino" mi sussurró all'orecchio per poi andarsene elegantemente tra la folla. "Tesoro sei fottuta"...