-2.

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Sofia.


"Meno male che dovevi aspettarmi, eh!" la voce squillante di Lea invade l'altoparlante e mi sento un po' in colpa per averla lasciata sola alla fermata. Mi sfilo la maglietta dalla testa e la butto sul letto, poi indosso una felpa chiusa sul davanti con un fiore disegnato. "Mi dispiace Lea, ma mi sono sentita poco bene. Insomma, oggi era molto freddo e non mi sono coperta abbastanza!" cerco di scusarmi. "Ti presto una coperta se vuoi." commenta sarcastica lei, mentre mi do mentalmente uno schiaffo. La mia scusa fa acqua da tutte le parti. "Ti devo lasciare, Beppe mi chiama per il pranzo!" dico una mezza verità, togliendo l'altoparlante e appoggiando il telefono all'orecchio, tenendolo fermo con la spalla mentre mi infilo i pantaloni della tuta. "Va bene, salutamelo. Buon pranzo, Sofia!" detto questo, attacca il telefono ed io corro a mangiare.

Lorenzo.

"Hey amico, che ti succede? Sei un po' assente ultimamente..." constata Brian, passandomi una lattina di cocacola. "Non ti sfugge niente, eh..." dico ironico, buttandomi a peso morto sul divano. "Dai, che ti passa per la mente?" prosegue lui. Mi siedo meglio e appoggio i gomiti sulle ginocchia. "L'hai vista anche tu la bionda oggi, no? Sai... quella in metro." bevo un sorso. Lui mi guarda confuso. "Sì dai, quella riccia, vestita come se andasse ad un funerale..." alzo la lattina verso il cielo, e lui sgrana gli occhi. "Parli della Viscardi? Oh, amico, lasciala perdere. Quella è lunatica e asociale. Praticamente irraggiungibile per te, fidati." sabota i miei pensieri. "Ma chi ha detto che voglio altro che una botta e via da lei, insomma, l'hai vista? Farebbe sangue a chiunque!" lui scuote la testa in disapprovazione. "No, non provarci nemmeno. Sono molto amico con Lea, una delle sue poche amiche. In primis, non è il tipo che te la da così facilmente, e come seconda cosa, non ce la faresti mai a farla innamorare di te. Siete così diversi!" butto la lattina vuota per terra, ignorando le sue proteste. "Mi stai sfidando? Sai benissimo che potrei farcela. Voglio dire, guardami." e faccio per indicarmi vanitosamente. Lui alza gli occhi al cielo esasperato, ed io ridacchio. "Lorenzo, non ti sto sfidando. Ti sto solo dicendo che non devi assolutamente provarci." fa una pausa per aspettare il mio commento suppongo, continua quando non lo faccio. "Mi hai sentito?" sbuffo. "Ti ho sentito, ti ho sentito." devo assolutamente conoscere quella ragazza.

Sofia.

"Tesoro, puoi scendere e accompagnare Maria alle lezioni di canto?" mia madre entra all'improvviso nella mia camera, mettendomi paura. "Oddio, certo." dico mentre riprendo fiato. "Si bussa, comunque." le ricordo. Lei ridacchia ed esce dalla porta. Controvoglia mi alzo dal letto e faccio per prendere la felpa, quando mi accorgo di avere il telefono al 10%. Fantastico. Arrivo in salotto, dove la mia sorellina bionda mi aspetta seduta sul divano chiaro. "Andiamo?" la chiamo, avviandomi all'uscita. "Divertiti tesoro!" le augura mia madre, affacciandosi dalla cucina.

"Sai dove si va?" è la prima volta che accompagno mia sorella a queste dannate lezioni di canto, quindi sto usando google maps per orientarmi, ma lei continua a farmi la medesima domanda ogni due minuti. "Uffa, con la mamma saremmo già arrivate!" sbuffa lei, incrociando al petto le piccole braccia avvolte nelle maniche giubbetto. "Okay Maria, ma io non sono la mamma." comincio ad innervosirmi. "Ma tu conosci bene Milano." continua. "La conosco, ma questo posto no." cerco di concentrarmi sul navigatore, che impazzisce e cambia continuamente percorso. Non solo sta consumando la mia batteria, ma ora fa anche lo strano. Perfetto direi. Mia sorella fa per tirarmi la manica della felpa, ma la ignoro, così finisco dritta contro la spalla di qualcuno."Oddio scusa..." gesticolo in preda al panico, ma quando alzo lo sguardo, rimango letteralmente a bocca aperta.

Lorenzo.

"Ecco, a questo angolo giriamo a destra." istruisce il mio amico. Stiamo andando in una tabaccheria per comprarmi le sigarette, e mentre percorriamo le strade milanesi, tengo gli occhi fissi sul mio telefono. Ad un certo punto, sento Brian cominciare a dire qualcosa, tipo un'avvertimento, ma non lo ascolto, perché in quel preciso istante, una chioma folta e bionda e assolutamente riccissima, viene a contatto con la mia spalla. "Oddio scusa..." la ragazza chiede scusa con voce imbarazzata, sta per continuare a scusarsi, ma quando alza lo sguardo e i suoi occhi incrociano i miei, le parole le muoiono in gola. "Emh, tranquilla..." la liquido con le mani, ma lei arrossisce violentemente, in modo estremamente tenero. "Stiamo facendo tardi!" protesta una bambina che le tiene la mano. Noto che sono praticamente identiche. "Maria, piantala per favore..." la zittisce la bionda, e combatto l'impulso di ridacchiare. "Ragazzi, vi posso chiedere una mano?" chiede mordicchiandosi il labbro inferiore, nervosamente. Questa cosa mi eccita, e non poco. "Certo, dicci." risponde Brian al posto mio. Io non riesco a togliere lo sguardo da quelle labbra screpolate e fottutamente sexy. "Guarda, devo arrivare qui..." e gli indica lo schermo del telefono. Brian comincia a indicarle la strada, e quando finisce, lei lo ringrazia quasi una decina di volte. La bambina le strattona il braccio, finche lei non la segue. Ma prima, mi rivolge un ultimo sguardo.


Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora