Sofia.
"Scusa, cosa?" strabuzzo gli occhi, e lo guardo un po' spaesata. "Hai capito piccola. Fammi vedere che sai fare." si porta le mani sotto alla testa, e mi guarda in attesa. "Ma io... non so fare praticamente nulla." protesto, e lui sorride. "Non c'è niente che avresti voglia di fare? Sono a tua completa disposizione." mi dice, ed io ci penso. Sì, di sicuro ci sono delle cose che vorrei sperimentare, ma sono troppo in imbarazzo, e non glielo chiederò mai. "Beh, potresti cominciare togliendomi i vestiti." consiglia dolcemente, quando vede che sono a disagio sopra di lui. Mi stampa un bacio sulla fronte, poi mi siedo a cavalcioni su di lui. Alzo i lembi della felpa grigia fino ad arrivare alle braccia, e lui tira leggermente su la schiena per aiutarmi a sfilargliela. Poi passo ai pantaloni. Slaccio la cinta e sbottono i jeans, indecisa se tirarglieli giù oppure fermarmi. Sono troppo insicura ed inesperta; lui lo sa, ma sembra che questa cosa gli piaccia, perché non muove neppure un dito per indicarmi quello che devo fare. Ma forse è proprio questo il punto: devo saperlo da sola. Di cosa dovrei avere paura? Di essere giudicata da Lorenzo? Non credo che lo farebbe mai. In un gesto deciso allungo la stoffa ruvida fino alle sue caviglie, scoprendo i boxer bianchi rigonfiati sul davanti. Lancio un'occhiata furtiva al moro, che mi guarda del tutto glaciale con la testa appoggiata sul cuscino. Ormai ho capito cosa fare, devo solo avere il coraggio per metterlo in atto. Trascino una mano insicura fino alle sue mutande, e comincio a massaggiare cautamente la sua eccitazione. Lui si lascia sfuggire un lieve gemito dalle labbra, così mi sporgo sopra il suo petto per arrivare alla sua bocca e baciargliela, ma quando lui raggiunge un mio fianco con una mano, mi distacco e torno alla posizione di prima, scostando il suo tocco dalla mia pelle coperta dai vestiti. "Eh no. Tu non mi puoi toccare." spiego fiera, e lui annuisce malizioso. Ha capito il mio gioco, gli piace, e non ha intenzione di ostacolarmi. Si rilassa con la schiena premuta sul materasso, e mi lascia il via libera. Ora devo solo stupirlo.
Senza permettere che lui distacchi gli occhi da me anche solo per un secondo, sfilo prima la lampo del giubbetto, gettandolo a terra, poi alzo la maglietta nella maniera più sensuale del mio repertorio. I capelli mi ricadono morbidi sulle spalle, ed io lo fisso lussuriosa, con le labbra leggermente dischiuse. "Tu vuoi giocare sporco." ghigna, ed io assumo un'espressione da finta innocente. "Perché?" anche la mia voce si cala nella parte. "Sai che i tuoi occhi mi fanno impazzire, stronza." fa per riportare le mani sui miei fianchi ora scoperti, eppure si ferma a metà del percorso e le fa ricadere pesantemente lungo i fianchi. Mi do mentalmente una pacca sulla spalla per non essermi messa uno di quei reggiseni imbarazzanti, che metto solo in quei giorni tristi in cui voglio farmi una risata ogni volta che mi guardo allo specchio per cambiarmi. Lancio uno sguardo alla finestra, che sta tra i due letti. Il sole è ormai calato sulla capitale francese, lasciando spazio ad un cielo notturno parzialmente nuvoloso, che permette di intravedere solo qualche stella luminosa. Quando riporto gli occhi su Lorenzo, noto che è più impaziente. Non me lo dice però, me lo fa capire con lo sguardo. Mi alzo in piedi e mi metto accanto a lui. Sbottono i miei skinny jeans e li tiro giù molto lentamente. Me ne libero, dopo aver tolto anche le scarpe. Ovviamente mi sono chinata davanti a lui a novanta gradi, giusto per sbattergli un po' le mie tette in faccia. Ci sto prendendo gusto con questa cosa che lui non può toccarmi, e che sono io a condurre i giochi. Una volta che sono rimasta in intimo, un semplice reggiseno bianco in pizzo e delle mutandine con lo stesso motivo, ritorno sopra di lui. Mi siedo sopra la sua erezione, e comincio a strofinare il mio intimo contro il suo, senza smettere di fissarlo. Lui infrange la regola, e mi afferra prepotentemente i fianchi. "Ah, no. Cattivo." mi alzo e mi siedo sull'altro letto. E' freddo, vuoto, e le lenzuola non profumano di lui. Non ancora. Scatta in piedi e mi si avvicina. "E quello?!" domanda sconvolto. "Quello cosa?" appoggio le mani dietro di me, e lui sembra sul punto di saltarmi addosso. "Perché mi hai lasciato lì?" sembra quasi offeso. "Non hai rispettato i termini e le condizioni." gli faccio notare. "E che è? Un contratto?" incrocia le braccia al petto. "Sei mia, se voglio toccarti ti tocco." sbuffo una risata. "Non se le regole le faccio io." gli lancio uno sguardo di sfida, che lui accetta molto volentieri. "Ok biondina, hai avuto la tua parte. Ora tocca a me." non ho nemmeno il tempo di domandargli le sue intenzioni, che si è già inginocchiato a terra, e divarica le mie gambe. Con due dita accarezza la pelle sensibile del mio interno gamba, e dei brividi di piacere corrono su per la mia schiena, fino ad arrivare al cervello. Quando scosta le mutande ed infila le dita dentro di me con un colpo secco, porto le mani tra i suoi capelli e li tiro, perché so quanto gli piace, e perché ho bisogno di aggrapparmi a lui. Ritira immediatamente la mano, lasciandomi insoddisfatta e di stucco. "Eh no, cara mia. Non mi puoi toccare." il suo ghigno malizioso si estende da orecchio a orecchio, ed io sbuffo. Sta usando la mia stessa arma contro di me. "Sei un pirla!" esclamo esasperata."E tu una Milanese del cazzo." ribatte. Lo guardo. "Romano di sta minchia." afferra il mio viso e ci stampa un lungo e tenero bacio. "Ti amo." sorrido sulle sue labbra. "Anche io."
Lorenzo.
Controllo l'orologio che tengo sul polso: sono le undici. Sofia è crollata. Abbiamo unito i due letti e spostato un po' i mobili, sistemando le coperte meglio possibile. Nell'armadio abbiamo trovato un plaid molto grande, che usiamo come coperta principale, anche se non è che serve poi così tanto, perché il calore che emettono i nostri corpi sono sufficienti a riscaldare entrambi. La sua testa è appoggiata sul mio petto nudo, è distesa a pancia in giù, ed io le accarezzo i ricci ribelli che le invadono la schiena. Dorme tranquilla con un respiro calmo e ripetitivo, che si infrange sulla mia pelle. E' una sensazione afrodisiaca. Il suo battito cardiaco che si mescola al rumore tranquillo del mio, il silenzio assoluto interrotto solo da qualche volatile fuori dalla finestra o da qualche persona che passeggia per i corridoi. Sembra un paradiso. Sposto gli occhi verso la finestra sopra di me. Le nuvole sono sparite, e la luna illumina la notte buia. Le deposito un bacio sui capelli, poi, tra tutta la tranquillità che regna in questo posto, chiudo gli occhi e mi addormento al suo fianco.
Spazio Autrice.
Il secondo e ultimo aggiornamento di oggi.
Mi dispiace, volevo farne tre, ma purtroppo non ho avuto tutto questo tempo.
Oggi ne sono usciti due un po' per chiedervi scusa del fatto che sono due giorni che non pubblico, però ci sono giorni in cui o sono troppo occupata per la scuola o altre cose, oppure non ho una particolare ispirazione, quindi piuttosto che pubblicare un capitolo tanto perché devo, ma fatto di merda, preferisco aspettare qualche giorno e portarvene uno (o più) più belli e coinvolgenti.
Spero possiate capirmi <3
Un bacio, al prossimo capitolo! :*
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Occhi di ghiaccio|Jafia.
FanfictionSofia è una diciassettenne di Milano, annoiata dall'ordinarietà della sua vita. Lorenzo è un diciottenne di Roma, annoiato dalla straordinarietà della sua vita. Lei ancora ignara dell'uragano di emozioni che le farà provare lui. Lui non vede l'ora...