-65.

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Sofia.

Tengo gli occhi fissi sul tappeto al centro della stanza.
Sento lo sguardo pesante di Lorenzo su di me, pieno di dubbi ed insicurezze.
"Che succede?" il suo tono, la sua voce spezzata dal nervosismo mi fa star male.
Aspetto qualche secondo, pensando a come accedere al discorso.
Sono convinta che si sia stufato, ogni volta che litighiamo c'entra anche la mia scarsa fiducia, so che dovrei fidarmi di più, perché non c'è un rapporto senza affidamento, però sono sempre stata molto esitante sul fatto di buttarmi alla cieca e fidarmi completamente di una persona, figuriamoci con Lorenzo, che sembra che ogni volta che facciamo pace, ne salti fuori una nuova.
"Enrico." faccio per cominciare, ma lui mi toglie immediatamente le parole di bocca.
"Cosa? Che ti ha detto?!" prendo un grande respiro.
"Mi ha fatto rendere conto di una cosa..."
"Cazzo, Sofia, non girarci intorno!" grida, ed io mi spavento, indietreggiando fino al mobiletto con i dvd. "Scusa, io... sto zitto." si pente subito del suo piccolo sfocio di ira, rimettendosi composto al suo posto.
"Quando..." non so davvero come tirare fuori le parole dalla mia mente. Tutto quello che ho da dire, è un discorso di senso compiuto nella mia testa, eppure non riesco a comunicarglielo.
"Quando Matteo mi ha baciata e toccata..." stringo gli occhi al doloroso ricordo. "Mi sono sentita usata. Enrico ha riaperto quella ferita, e mi ha portata a pensare che..."
"Che?" incalza, quando vede che non proseguo con il mio monologo.
"Non voglio essere la ripicca di nessuno."
"Ed è colpa mia se lui ti ha baciato?"
"In un certo senso sì. Sei stato tu a scoparti la sua tipa." gli faccio notare.
"Ma cosa c'entra?! Secondo te mi è piaciuto quando ho visto quel verme attaccato a te?" la vena che ha sul collo gli si gonfia appena, diventando visibile sotto alla sua pelle.
"No, ma io cosa c'entro in questo casino tra di voi? Niente. Eppure ne sono stata la protagonista."
"Non è vero un cazzo, Sofia! Lui ce l'aveva con me perché mi sono fatto la sua ragazza, e lui ha provato a ripagarmi con la stessa moneta. Fine. Non era mica qualcosa di personale!" sbotta, alzandosi in piedi.
"Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?" mi tiro su a mia volta, e mi avvicino a lui, urlandogli contro le parole stupite.
"Stai dicendo che ti sta bene se mi ha quasi scopata! Ma capisci quanto sia egoista e fottutamente stronzo da parte tua?" gli do una spinta sulla spalla, ma lui non si sposta di un centimetro.
"Non sto dicendo questo, non capire solo quello che cazzo ti pare per poter fare la vittima!" il mio cuore a queste parole si frantuma in mille pezzi, e sprofonda nello stomaco. Mi allontano di un passo, con le lacrime che cominciano a cadere copiose sulle mie guance.
"Mi sono rotto il cazzo di dover sempre stare a sentire tu che mi affibbi tutta la colpa! E' sempre la stessa ramanzina del diavolo!" sbotta avvicinandosi, ma io non ho nemmeno la forza per tirarmi indietro.
"Esci." bisbiglio, ma lui mi sente lo stesso.
"Non fare la bambina per favore, non puoi cacciarmi ogni volta che le cose si complicano! Hai diciotto anni cazzo, prenditi le tue responsabilità!" il suo tono di voce arriva alto alle mie orecchie, ed io vorrei solo che smettesse, perché non riesco più a sopportare nulla.
"Ma tu ci pensi mai a come mi sento?" riesco solo a domandare, perché ora come ora non riesco più a credere nemmeno a tutte le belle cose che ha fatto per me.
"Costantemente! Ecco perché sono qui. Non credi che se non me ne fotteva niente di te, sarei rimasto a Roma e non ti avrei più risposto? Mi ha ferito tanto Sofia, sentire la voce del cazzo di Enrico al posto della tua, ma nonostante tutto sono venuto fin qui per chiarire. Perché di te, mi frega più della mia stessa vita!" sputa, ormai a pochi centimetri dal mio viso. Mi copro la faccia con le mani e scoppio a piangere come una bambina, poi sento le sue braccia intorno ai miei fianchi, e mi abbandono al suo abbraccio. Tanto tra di noi finisce sempre così: prima ci urliamo contro qualsiasi cosa, poi ci ritroviamo avvinghiati tra le braccia dell'altro. Siamo due fottuti bambini isterici.
"Sofia, lascia che io ti ami. Non sai quanto sia bello essere amati." questa frase mi spiazza.
"Ho paura."
"Paura di me?" mi stringo di più al suo petto, e lui appoggia il suo mento sulla mia testa.
"No, paura dei miei sentimenti."
"Tu pensi troppo, lasciati andare per una volta." mi bacia la testa, ed io mi sento arrossire le guance. Non mi abituerò mai ai suoi gesti di affetto.
"L'amore fa male. L'amore ti rende schiavo."
"L'amore ti fa sentire dei sentimenti che nessun altra cosa al mondo ti farà mai provare. L'amore è l'unica cosa che sfugge al tempo, allo spazio, ed addirittura al cervello. Si ama con il cuore, che decide a chi affidarsi senza chiederti il permesso. Essere amati ti fa sentire importante per qualcuno, ti fa sentire come se fossi indistruttibile, perché se prima la merda che comunemente chiamiamo mondo dovevi affrontarla da solo, adesso sai che non sei più così, che non sei più solo. Perché quando ci si ama, si è in due, e tutto fa meno paura."
Prende il mio viso tra le mani, e deposita un lungo e tenero bacio sulla mia fronte.
"Sofia, lascia che sia io a prendermi cura di te. Lo so che ho fatto tante cazzate in passato, e che ero una persona di merda, ma dammi un'occasione per dimostrarti che posso cambiare, che sono cambiato solo per te. Ti prego. Non puoi privarmi ora di te, perché non saprei più cosa fare. Sono arrivato ad un punto, in cui se non ho la certezza che tu sei al mio fianco, mi manca il respiro."

"Prenditi cura di me, ma ti prego, non deludermi." esce quasi come un'implorazione, e i suoi occhi sinceri sono fissi nei miei.
"Te lo prometto."
Mi bacia così forte e prepotentemente che quasi mi fa male, ma è quel dolore buono, da cui non riesci a smettere di essere dipendente. Intreccio le dita delle mani dietro alla sua nuca, e con l'indice gli accarezzo i capelli corti. Le sue braccia sono strette intorno a me, quasi a bloccarmi qualsiasi movimento, come a impormi di rimanere lì, come a farmi capire che il mio posto nel mondo, è tra la sua morsa. Ed io l'accetto. I baci diventano più bramosi e desiderosi, e in un attimo mi ha preso in braccio, ed io ho legato le mie gambe snelle intorno ai suoi fianchi, e senza smettere un secondo di torturarmi la bocca, ed il metallo del piercing sotto al mio labbro, mi porta in camera mia, chiudendo la porta con una gamba. Tutto quello che avviene poi è l'unione di due corpi, ma in realtà di due anime, disperate, bisognose l'una dell'altra.

FINE.


























AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, manco per il cazzo!!!!

Spazio Autrice.

Piaciuto lo scherzetto, vero?
No, no, non siamo giunti alla fine, c'è ancora qualcosina da fare per i nostri due protagonisti! :p

Vi invito a lasciare un mi piace e magari anche un commento (magari evitate le minacce di morte, grazie, lol)
Bacini, al prossimo capitolo! :*

Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora