-3.

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Sofia.

"Ale, te l'ho detto... non so il suo nome, ma era... strano. Non la smetteva di guardarmi, e... aiuto credo di impazzire." sono al telefono con la mia migliore amica, e stiamo ovviamente parlando del misterioso ragazzo di oggi. "Hai qualche modo per rintracciarlo?" mi chiede. "Non saprei... era con un amico di Lea, ma io non lo conosco." rispondo. "Mh, okay. Ora devo lasciarti. Ci sentiamo tesoro."

Non ho fatto altro che pensare a quell'incontro. Insomma, non credo che fosse solo una 'casualità'. Quel ragazzo era veramente bellissimo, e qualcosa nel suo sguardo mi ha incuriosita. Devo saperne di più. Mi squilla il telefono. "Pronto?" dico nell'altoparlante. "Sofia, sei libera sta sera?" la voce eccitata di Lea invade il mio udito. "Credo... credo di sì. Come mai?" picchietto le unghie sulla scrivania davanti a me. "Un amico da una festa, e i miei non mi mandano a meno che non vada con una mia amica. Dai, scommetto che ci divertiremo!" Il suo entusiasmo è percepibile anche dietro un telefono. "Emh..." mi sposto a disagio sulla sedia. "Ti preeeeego" dice, trascinando le 'e'. "Okay, vengo." dico esasperata. "Perfetto! Passo da te verso le 9:30! Ciao!" sono le ultime parole che pronuncia, prima di chiudere la chiamata.

"Come sei bella." si complimenta Lea, quando appare alla porta della mia camera. "Anche te non sei male" dico, lanciandole uno sguardo. Ha degli skinny neri strappati sulle ginocchia, un croptop bianco e un cappello nero. I capelli biondi sono legati in una treccia laterale, e gli occhi luccicano grazie all'ombretto chiaro. "Secondo me, al posto di quella felpa dovresti mettere quel giacchetto di jeans." dice, indicando l'indumento sul letto. Mi alzo e faccio come dice. "Bene, ora andiamo." ordina, ed usciamo di casa. Rimpiango di non essermi vestita più pesantemente, quando l'aria fredda mi congela le gambe. "Quanto è lontano questo tuo amico?" le chiedo, mentre lei cammina velocemente tra la gente. "Più o meno cinque minuti." risponde, senza girarsi. Cerco di stare al suo passo, ma la perdo di vista un paio di volte. "Lea, aspettami!" la richiamo, ma lei non mi sente. La vedo appena il lontananza, una ragazza mora si avvicina a lei, e cominciano a parlare. Sono ancora un po' lontana dalle due, quando la sua amica la prende per un braccio e la costringe a seguirla. Prima di sparire dietro l'angolo della via, mi indica con la mano la direzione dove stanno andando. Cerco di camminare nella direzione da lei indicata, ma ovviamente non so né la via, né l'indirizzo della casa dove avviene la festa. Frustrata, mi siedo ad un tavolo fuori da un bar, e comincio a chiamarla continuamente, finché la sedia davanti a me cigola e viene spostata. "Lea, finalm-" non concludo la frase. Davanti a me c'è il ragazzo moro di questa mattina, che mi fissa con i suoi occhi scuri in silenzio. "Oh... ciao." il mio battito accelera involontariamente. "Che ci fai qui?" mi chiede. La sua voce è incredibilmente calda e confortevole. "Potrei farti la stessa domanda..." rispondo. Lui ghigna, poi dice:" Dai, seriamente." mi mordicchio il labbro inferiore. "Stavo andando ad una festa con una mia amica, ma l'ho persa di vista e non mi risponde al telefono." continua a guardarmi intensamente negli occhi, e mi sento a disagio. "Anche io sto andando ad una festa... da Brian. Se ti va di venire, è qui vicino." Mi sento avvampare. "Sì, certo..." comincio. Lui si alza dalla sedia ed aspetta che io faccia lo stesso, poi si dirige verso sinistra, nella stessa direzione dove ho visto andare Lea per l'ultima volta. Dev'essere sicuramente la stessa festa. "Sei di qui?" mi viene spontaneo da chiedergli, visto che il suo accento mi sembra più del centro. "No, di Roma." uno di poche parole, eh. "Come mai sei qui? Se posso sapere..." l'aria fredda mi sta uccidendo, vorrei solo stare sotto le coperte e dormire. "Sono da Brian per due settimane, giusto perché avevo voglia di andare da qualche parte." annuisco. "Eccoci." dice, accostandosi ad un palazzo. Si avvicina al citofono e dopo poco dice: "Sono io, bro." La serratura della porta scatta, e lo seguo all'interno. Attendiamo l'ascensore in un silenzio imbarazzante, finché le porte non si aprono, ma il clima al loro interno, mantenuto fino al sesto piano, non è di certo migliore. Non ci scambiamo una parola, io continuo a tenere incrociate le braccia al petto, e lui a guardare fisso davanti a sé, con il solito cipiglio imbronciato sul volto. Esce e si dirige ad una porta di uno dei tanti appartamenti, prima di bussare.

Lorenzo.

"Ce l'hai fatta, ma dove sei andato per queste sigarette?" domanda appena mi vede, ma pian piano la voce si smorza, quando si rende conto che non sono da solo. La bionda guarda imbarazzata la scena accanto a me, passandosi nervosamente una mano tra i ricci ribelli. "Prego" Brian ci fa spazio, e appena entriamo, un'altra ragazza bionda, bassina e vestita in modo attillatissimo, si fionda verso la riccia. "Sofia! Ma dove ti eri cacciata? Credevo che fossi già arrivata, e ti stavo per chiamare, ma woh!" guarda verso la mia direzione e poi torna con lo sguardo verso la sua amica. "Vieni un secondo!" è l'ultima cosa che sento, prima che la ragazza la porti via da me.

"Sei venuto qui con lei? Ti ho già detto..." Brian comincia la sua ramanzina, mentre prende una lattina di birra dal frigo. Casa sua è piena di ragazzi e ragazze ubriache, e sinceramente non riesco a capire come i vicini non si stiano venendo a lamentare per il rumore. "Calma. Ti ho detto che non voglio provarci." dico, cercando di convincerlo il più possibile. Lui mi guarda aggrottando le sopracciglia, prima che una moretta non lo distragga. Cerco con gli occhi la bionda, ma non riesco a trovarla qui in cucina, così esco dalla stanza. E' accostata in un angolo con la sua amica, e chiacchierano tra di loro, finché una terza ragazza non si aggiunge alla conversazione. Non so neppure il nome di questa ragazza, ma qualcosa di lei mi intriga. Che sia la sua semplicità, o la sua sbadataggine, non ne ho idea, ma voglio scoprirlo. Cerco di avvicinarmi al trio, ma vengo placcato da Brian. "No." credo che abbia capito le mie intenzioni, cazzo. "Ma lasciami stare" dico, prima di proseguire, ignorando le sue proteste. Resto un po' nei paraggi, finché le due amiche si dileguano, così mi avvicino.

Sofia.

Lea mi tira per il braccio in un angolo della stanza. "Sei venuta qui con lui?" quasi urla, ed io mi sento ancora più imbarazzata. "Beh sì, tu eri sparita e lui stava andando ad una festa... così pensavo che fosse la stessa e difatti non mi sbagliavo." mi guarda dubbiosa. "Mhh, sono convinta che non sia solo questo." un dubbio mi balena in mente. "Aspetta ma... tu come fai a conoscerlo?" lei spalanca gli occhi."E' un amico di Brian." risponde con disinvoltura. "Sì, questo lo so, ma per te sarei potuta venire qui con una persona qualsiasi. Perché mi hai chiesto se fossi venuta con lui?" lei si gratta la testa nervosamente, poi arriva la ragazza con cui è sparita prima, e in men che non si dica, mi ritrovo nuovamente sola. Lea non mi convince, ed ho paura che sotto ci sia qualcosa di più. "Hey." una voce già sentita mi riscuote dai miei pensieri. Alzo lo sguardo verso il ragazzo moro. "Hey." rispondo calma. "Piacere, Lorenzo."

Spazio Autrice.

Scrivo solo per informarvi che ho apportato delle piccole modifiche al capitolo, per far filare meglio la storia!

Un bacio :*


Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora