-18.

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Sofia.

Ale è tornata a casa. Sono distesa con la pancia rivolta verso il soffitto, coperta da un soffice lenzuolo bianco. Le cuffiette sono infilate nelle mie orecchie, e sto ascoltando la riproduzione casuale di Spotify. "You're half the world away. I've been lost, i've been found. But I don't feel down, you're half the world away." questa frase rimane impressa nella mia mente, insieme alla dolce melodia di sottofondo. La canzone si chiama "Half The World Away". Non la conosco, ma sono sicura che diventerà una delle mie preferite. La faccio ripartire, ed i miei pensieri vagano tra il testo della canzone. Ad un certo punto, mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto.

Da: numero sconosciuto. Mi manchi, bionda.

Rifletto su quelle semplici parole. Ci metto un secondo a capire il mittente. "Lorenzo." il suo nome lascia le mie labbra come un sussurro.

Lorenzo.

"In verità non ho conquistato così tante ragazze." ammetto. Greta mi guarda con un sorriso curioso. "Dai! Non tenermi sulle spine!" esclama, dopo alcuni minuti di silenzio. Lei ha sempre saputo tutto di me: dalle cazzate, ai problemi... e beh, anche a tute le ragazze che ho avuto. Non troppe, solo cinque. "Si chiama Sofia..." inizio. "Il nome già mi piace!" sbuffo. "Mi fai finire di parlare?" la rimprovero, e lei alza le mani in segno di scuse. "Insomma... incontravo questa ragazza ovunque: sulla metro, per i vicoli... e poi un indimenticabile Giovedì, il primo delle due settimane passate da Brian, l'ho trovata fuori da un bar, seduta su una seggiola di ferro mentre cercava di chiamare disperatamente una sua amica. Mi sono seduto con lei, e dio... non immagini nemmeno quanto sia bella. Ha dei lunghi capelli biondi e ricci, ed ho avuto la fortuna di vederli anche lisci. Gli occhi sono di un blu chiarissimo, simile al ghiaccio. Il naso è minuto e la bocca stretta con delle splendide labbra piene. E'... stupenda." concludo. Mia sorella mi guarda con un sorriso compiaciuto. "You're in love. Oh, l'amour." volge gli occhi al soffitto sognante. E' un'inguaribile romantica. "Siamo in Italia, basta parlare in lingue straniere!" ricevo una seconda linguaccia. "E allora?" mi fa segno di continuare con le mani. "E allora siamo andati ad una festa a casa di Brian." concludo. "Vi siete frequentati da quel giorno? State insieme?" sento il respiro mozzarsi. "No, noi..." riprendo fiato. "No. Ci siamo incontrati un paio di volte, abbiamo dormito insieme e ci siamo scambiati qualche bacio. Ma... Prima di ripartire mi ha lasciato spiazzato. Cioè... non ha voluto provare a sostenere una relazione a distanza." mi spiego, e Greta annuisce. "Chiamala." ordina dopo un paio di minuti di silenzio. "Non ho il suo numero." lei spalanca gli occhi e mi fissa come se mi fosse cresciuto un terzo occhio. "Procuratelo! Qualcuno che conosci deve pur averlo, no?" ci penso su, quando l'unica persona di mia conoscenza ad averlo mi appare, nitido, davanti agli occhi. "Alberico!" esclamo, alzandomi in piedi. Mi chino sulla faccia di mia sorella per baciarle la fronte. "Grazie, Grè!"

Dopo aver ringraziato mia sorella per quasi un milione di volte, sgattaiolo in camera e mi siedo sul bordo della scrivania. Digito il nome di Alberico sul destinatario del messaggio, poi scrivo:

A: Alberico. Ho bisogno del numero di Sofia. Tipo ADESSO.

Evidenzio l'ultima parole per fargli capire che deve sbrigarsi a rispondere.

Da: Alberico. Certo, tieni. Ma a che ti serve di preciso?

Ignoro la domanda, e clicco sulla serie di dieci cifre da lui inviata. Salvo il nome in rubrica come 'Sofia' e poi le invio subito un messaggio.

A: Sofia. Mi manchi, bionda.


Sofia.

A: Numero sconosciuto. Lorenzo?

Deve per forza essere lui. I dubbi cessano quando ricevo una risposta immediata.

Da: Numero sconosciuto. Certo.

Mi sento un po' sollevata. Almeno adesso so che non ce l'ha con me. Spero.

A: Lorenzo. Come... stai?

Da: Lorenzo. Mi manchi.

ripete ancora quelle parole, ed i miei occhi si rabbuiano.

A: Lorenzo. Anche te.

Da: Lorenzo. Vieni qui.

Lo farei, Lorenzo. Lo farei eccome.

A: Lorenzo. Sei a Roma?

Da: Lorenzo. Sì, purtroppo. :/

Da: Lorenzo. Dove sei finita?

mi accorgo di aver passato ben cinque minuti a rileggere la nostra conversazione. Il fatto che fosse a Milano mi ha sempre dato un minimo di speranza. Intendo dire, avrei avuto sempre l'opportunità di incontrarlo in giro per la città. E se avessi voluto, sarei potuta andare da lui molto velocemente. Ma ora che lui è a 476, 96 chilometri da me, mi sento incredibilmente sola.

Da: Lorenzo. Sofia?

A: Lorenzo. Eccomi.

Invio. Sto per aggiungere altro, quando mia madre si fionda nella camera mettendomi paura. "Sofia! Muoviti, prendi tutto quello che puoi." E' affannata, come se avesse corso una maratona. "Che?" le domando, mentre lei mi strattona dal braccio per farmi alzare. "Dobbiamo passare un paio di giorni fuori, tesoro." il suo sguardo si addolcisce, ma io continuo a non capire. "Ma perché? Che sta succedendo." tiro via il braccio dalla sua presa, e lei si ferma. Si avvicina e mi preme con le mani sulle spalle. "Tua zia sta molto male, e... dobbiamo andare per forza in toscana." a quel punto capisco. Annuisco velocemente. Strappo via dal gancio della porta, sotto il suo sguardo vigile, uno zaino e ci metto dentro un po' di felpe, magliette e dei Jeans. Vado in bagno e prendo la trousse, mettendoci anche quella. Raccolgo un paio di converse dal pavimento e le infilo nella borsa. Prendo il caricabatterie, le cuffiette ed il telefono dal comò, mi butto lo zaino in spalla ed esco dietro di lei dalla mia camera, spegnendo la luce. Raccolgo i capelli ancora lisci in una coda di cavallo e seguo la mia famiglia fuori di casa. "Ho già noleggiato una macchina." avvisa nostro padre, avvicinandosi ad una jeep posteggiata al lato della strada, vicino al marciapiede. Sblocca le sicure e tutti entriamo. Papà mette in moto la macchina e parte. Mia madre appoggia delicatamente una mano sopra a quella di papà, che stringe con forza il cambio. Gli sussurra qualcosa, ma non capisco niente perché il rumore del motore copre i loro bisbigli. Lancio un'occhiata verso lo specchietto retrovisore sul soffitto, e noto che gli occhi blu di mio padre sono tristi.

Ho seriamente paura che sia successo qualcosa di brutto.


Spazio Autrice.

SORPRESA!

Avevo in mente di tenere il capitolo in bozza e di pubblicarlo domani, come previsto. Ma questa storia sta prendendo tantissimo anche me e mi diverto troppo a scriverla, capitolo dopo capitolo. Così, visto che ho finito di studiare prima, mi sono messa al computer e ne è uscito questo.

Spero che vi stia piacendo, fatemi sapere! :*

Baci, al prossimo capitolo <3

Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora