Sofia.
La sensazione che provo appena mi sveglio è familiare, molto, troppo.
Apro gli occhi e la prima cosa in cui si imbattono, è una t-shirt nera. Sposto lo sguardo a destra e a sinistra, quando capisco dove mi trovo. "Lo... Lorenzo." bisbiglio, cercando di svegliarlo, ma lui non fa una mossa. Picchietto con una mano la sua spalla, e capisco che è sveglio, ma che non vuole liberarmi quando mi stringe ancora di più a sé. "Dai..." sbuffo una risata, ma lui rimane con gli occhi chiusi, in silenzio. Il suo respiro cambia, diventa più irregolare, ed il suo battito cardiaco aumenta la velocità. "Lo so che sei sveglio." sussurro, a pochi centimetri dal suo viso. Per un attimo questa mi sembra la normalità; mi sembra che questi ultimi mesi siano stati cancellati, che non ce ne sia più traccia. Siamo di nuovo io, Lorenzo ed il nostro amore. "Che devo fare per liberarmi dalle tue braccia?" piagnucolo, e lui fa qualcosa che non mi sarei aspettata. Porta una mano sulle labbra, e se le indica. Ridacchio, poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi sporgo quanto basta per baciarlo sulle labbra. "L'hai fatto sul serio?" apre gli occhi di scatto incredulo, ed io alzo le spalle. "Sei ancora arrabbiata con me?" la mia risposta arriva secca. "Sì." distoglie lo sguardo da me. "Hai bevuto troppo ieri sera." mi rimprovera. "Lo so." annuisco, e lui sembra fiero di avere ragione. "Mi lasci andare?" domando, e lui nega con la testa. "Ma ti ho baciato!" protesto, dandogli un colpo sul petto con la mano. "E tu quello lo chiami bacio?" alzo gli occhi al cielo. "Sei il solito coglione." faccio per alzarmi, ma lui mi ritira giù, facendomi scontrare con il suo addome. "Non te ne vai da qui se non mi dai un altro bacio, sta volta come si deve." sbuffo. "Però, quanto te ne approfitti!" lui annuisce sincero ed io mi sporgo controvoglia sul suo viso. "Uno solo." lo avviso, poi calo le mie labbra sulle sue. Circonda la mia testa con le sua mani, e non mi permette di fuggire via dalla sua bocca. Tuttavia, non mi dispiace poi così tanto. Immediatamente le nostre bocche si dischiudono, e le nostre lingue prendono a scontrarsi dolcemente. C'è qualcosa di tanto giusto, come qualcosa di tanto sbagliato in questo bacio. Mi sento al posto giusto e anche fuori luogo, anche se non riesco bene a capire perché. Dopo un po' ci separiamo, e lui mi lascia finalmente andare. Mi alzo in piedi, e mi sistemo la gonna che mi era salita troppo in vita. "Questo sì che è un bacio!" esclama. "Niente da dire? Te ne vai senza salutare?" chiede, quando dopo aver rimesso le scarpe, sono sul ciglio dell'uscita. "Ti puzza l'alito." mento. Il suo alito profuma da morire, ma lo dico giusto per stuzzicarlo. Mi giro per fargli la linguaccia, poi esco.
Lorenzo.
"Buongiorno. Ho visto Sofia che se ne andava dalla tua camera. Avete chiarito?" chiede Brian, non appena entro in salotto. Ho ancora i vestiti di ieri sera, ma non mi interessa più di tanto. "Più o meno." mi avvicino alla cucina, apro il frigorifero e tiro fuori il cartone del latte. "Che significa più o meno?" continua a ficcanasare il mio amico, che nel frattempo si è alzato dal divano dove era seduto, e mi ha raggiunto in cucina. "Significa che devi farti i cazzi tuoi." gli faccio un sorriso cortese, per niente in accordo alle parole che ho appena detto, e mi butto a peso morto sul divano, con il cartone del latte in mano. "Lo prendo per un no." si accomoda vicino a me. Brian è il mio migliore amico perché nonostante io lo tratti da schifo, mi sta sempre vicino. Lo sa che dopo un po' la mia cattiveria svanisce, e comincio a raccontare qualsiasi cosa. "Lo devi prendere per un 'Lorenzo è incazzato, lasciamolo perdere'." continuo, e lui nega. "Lo sai che non lo farò, quindi tanto vale che me lo dici e basta." odio la sua calma. Io ho solo fuoco che scoppietta dentro di me. "E va bene!" cedo, e lui sorride soddisfatto. "Era ubriaca fradicia, l'hai vista anche tu. L'ho portata in camera per farla dormire, ma poi ho ceduto e mi sono addormentato accanto a lei. Non ci ho fatto nulla, perché so che si sarebbe incazzata, però è ancora arrabbiata con me, e non so come farmi perdonare. Le voglio dimostrare che Veronica è stato solo un cazzo di errore, ma non ho proprio idea di come fare." confesso, e lui ascolta in silenzio, poi parla. "Chiedile di uscire." e questa sarebbe una proposta? "Come se funzionasse." schernisco, ma lui non molla la presa. "Ci hai provato? Non mi sembra." rifletto sulle sue parole. Magari funziona. O magari no, ma non posso saperlo se non ci provo. "Va bene, ci proverò." e subito in mente spunta un altro problema. "E se mi dicesse di no?" il mio amico sbuffa annoiato. "Intanto provaci. Magari ti dice di sì e non avrai di che preoccuparti." e invece avrò anche in quel caso di che preoccuparmi. "Sì ma poi dove la porto? Un ristorante è troppo banale, l'ho fatta troppo grossa, ed ho bisogno di rimediare, in qualche modo." lui mi guarda con un sopracciglio alzato. "Ehi, sei Lorenzo Paggi! Sei il dio delle cose strane, che guarda caso fanno impazzire le donne. Ti inventerai qualcosa, ne sono sicuro."
Sofia.
"Ti va un gelato?" domando ad Alessandra, la mia migliore amica. E' un bel pomeriggio di una domenica di maggio, il sole si è fatto finalmente strada tra le nuvole grigie del cielo milanese, ed ora splende come oro, scaldando l'aria primaverile. Siamo in corso Buenos Aires, e stiamo facendo un po' di shopping. "Ma sì, dai." annuisce. Mi prende a braccetto ed entriamo nella gelateria più vicina, proprio quando mi squilla il telefono. Faccio cenno con la mano alla mia amica di aspettare, e rispondo alla chiamata.
"Pronto?"
"Bionda. Sei impegnata sabato e... anche domenica?"
"Lorenzo? Non credo, perché?"
"Vieni con me?"
"Dove?" aspetto, silenzio.
"Fidati. Non posso dirti dove, ma tu vieni con me?" sembra fremente dal suo tono di voce.
"Ok..." sto per continuare e chiedergli dove ha intenzione di portarmi, ma lui chiude la chiamata.
A quanto pare il moro ha voglia di giocare un altro round.
Spazio Autrice.
Eheheheh, che cosa vorrà mai fare Lorenzo?
Lo vedremo, lo vedremo ;)
Se riesco, questa sera vi porto un altro capitolo, ma non vi prometto nulla.
Baci,al prossimo :*
STAI LEGGENDO
Occhi di ghiaccio|Jafia.
FanfictionSofia è una diciassettenne di Milano, annoiata dall'ordinarietà della sua vita. Lorenzo è un diciottenne di Roma, annoiato dalla straordinarietà della sua vita. Lei ancora ignara dell'uragano di emozioni che le farà provare lui. Lui non vede l'ora...