-41.

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Lorenzo.

Il bicchiere mi cade dalle mani, ed il ghiaccio si sparge su tutto il pavimento sporco del locale. Una ragazza mi urla contro perché ho bagnato le sue scarpe, ma sinceramente non ci faccio caso più di tanto. I suoni raggiungono ovattati le mie orecchie, e tutto si fa attonito, silenzioso, pacato e neutro. Poi, di colpo, il rumore ricomincia a martellarmi l'udito, sempre più forte ed assordante, ed io vorrei solo accasciarmi a terra ed urlare così forte da sovrastare il baccano prodotto dalla musica. Fisso quei occhi chiari come il ghiaccio, che mi guardano sconvolti e confusi, ma l'unico ad essere sconvolto e confuso sono io. Avrei un miliardo di cose da dire, ma lascio invece che le parole restino bloccate sulla mia lingua e non le faccio uscire. Mi volto, strizzo le palpebre con forza per non far uscire le lacrime, ed in silenzio, a testa bassa, me ne vado.

Due ore prima.

Sofia.

"Vero!" Lea affretta il passo verso la sua amica dai capelli rossi, e la stringe in un forte abbraccio. La ragazza indossa una minigonna nera, ed un croptop scarlatto, che lascia scoperta la pancia. Cerco di rimanere impassibile, e di non dar a vedere il mio fastidio nei suoi confronti. Non so nemmeno perché io sia così gelosa di lei, visto che Lorenzo è mio e basta, senza se, né ma. Solo che il modo in cui i loro occhi comunicano in silenzio mi spaventa. O forse sono solo io ad essere troppo paranoica. Marco il mio territorio accoccolandomi tra le braccia del moro, e la ragazza distoglie lo sguardo. Ci mettiamo in fila all'ingresso, ed io mi ritrovo vicino Veronica, mentre davanti capeggiano Lea e Brian, girati con il viso verso di noi. "Freddino." Lea si stringe nelle spalle del suo giubbetto di pelle, ed io annuisco. Il vestito consigliatomi da Lorenzo è molto corto, mi arriva a metà coscia e sulle spalle non ho praticamente nulla, se non le due strisce delle bretelle, ma sono molto sottili. "Hai freddo?" bisbiglia Lorenzo sulle mie spalle nude. Con la coda dell'occhio osservo i movimenti di Veronica. Ci osserva in silenzio. "Sì." rispondo. "Grazie piccolo!" lo bacio, quando si sfila la giacca nera dalle spalle e l'appoggia sulle mie. La stronza si gira dall'altra parte. Sorrido soddisfatta, mentre Lorenzo mi lancia uno sguardo stordito, ma io faccio finta di non vederlo. Finalmente, dopo trenta minuti di attesa riusciamo ad entrare nel locale. La sala si sta lentamente riempendo, anche se c'è già molta gente. Troviamo un tavolo libero, su un angolo della stanza e vi ci sediamo attorno. La musica rimbomba dalle casse sparse ovunque ad un volume fortissimo, tuttavia gli do poca importanza quando Lorenzo prende a baciarmi il collo. Conduce le sue mani grandi su per la mia coscia, passando sotto al vestito. Si ferma a pochi centimetri dal mio interno gamba, e comincia ad accarezzarlo dolcemente. Nel frattempo i suoi baci sono arrivati alle mie labbra, torturandole con brama. Mi lascio trasportare dall'adrenalina del momento, abbandonandomi completamente alle sue azioni. Mi fa girare con la schiena incollata alla parete dell'angolo, e si infila sotto le mie gambe distese su di lui. Mi prende in braccio e porta un braccio intorno al mio bacino. Le sue mani sono ovunque, ed io mi lascio toccare rimanendo ancorata sulle sue ginocchia. Spesso mi tratta come una bambina, anche se non so dire con precisione se sia un bene oppure un male. Questa volta però voglio avere io in mano la situazione, voglio essere io a dirigere il gioco. "Balliamo?" interrompo il nostro momento intimo facendolo sbuffare. "Ma sto tanto bene qui!" mi ruba un altro bacio. "Ti prometto che non te ne pentirai!" giuro, e scendo dalle sue gambe, facendomi seguire. Gli afferro la mano e lo trascino in pista, trovando uno spazio vitale sufficiente per due persone, tra quella calca di gente. Lo spingo delicatamente contro una colonna, e congiungo il mio corpo al suo, facendoli aderire completamente. Non ci sono spazi tra di noi, e le uniche cose che ci separano sono le nostre vesti. Mi alzo sulle punte, iniziando a mordere e succhiare il suo collo. La mia lingua indugia a lungo sulla sua pelle morbida, mentre i suoi respiri si fanno più pesanti e lenti. Leccando arrivo fino alle labbra, e lui con prepotenza le spinge sulle mie. Mi afferra per i polsi ed inverte i ruoli, portandomi con le spalle al muro. Mi tira su per i fianchi e mi prende in braccio, facendomi congiungere poi le gambe dietro al suo sedere. Spinge il suo bacino contro il mio, ed io sento la sua erezione dura contro l'interno della coscia. "Capisci?" mormora sul mio orecchio, ed io annuisco leggermente. Per quanto cerchi di avere la situazione sotto controllo e di non cedere ai suoi desideri, non ce la faccio. Le sue mani scendono e mi afferrano le natiche con forza, quasi a farmi male. Mi mordo il labbro inferiore, non smettendo nemmeno un secondo di guardare i suoi occhi. "Lorenzo." sussurro. Lui avvicina la testa alla mia. "Mi prendi qualcosa da bere?" domando. Magari con un po' di coraggio liquido riuscirò finalmente a rompere il ghiaccio e ad essere indipendente almeno un pizzico di quanto lo è lui. "Mi aspetti qui?" lancia uno sguardo verso il bancone del bar. E' pieno di ragazzi ubriachi in fila per quello che sembra il quarto drink. "Okay. Un Gin Lemon, per favore." annuisce e si allontana.

Incrocio le braccia e mi distacco dal muro, rivolgendo gli occhi al palco. Davanti a me ho quelli che sembrano duemila ragazzi, L'alcatraz gremita di persone. L'aria è pesantemente viziata, ed è mista al fumo, all'erba, ed alla puzza di alcolici. Una massa di ragazzi sudata balla accalcandosi il più possibile vicino al palco, mentre gli altri, i più tranquilli, se ne restano alla fine della pista. Me compresa. Due mani fredde mi colgono da dietro, coprendomi gli occhi. Sorrido, Lorenzo. Il suo corpo asciutto è di nuovo aderente al mio, ed io ancheggio e muovo il sedere a ritmo di musica mentre le sue mani scendono in basso, sempre di più. Mi sposta i capelli da un lato e comincia a baciarmi lentamente la pelle, anche se provo una sensazione strana, diversa dal solito. La ignoro e cerco di godermi il momento, dopotutto è sempre il mio Lorenzo. Provo a girarmi ma lui me lo impedisce, bloccandomi le braccia e stringendomi poi per la vita. Okay caro, se vuoi giocare giochiamo! Afferro le sue mani e le muovo con le mie, passando sopra la scollatura e poi sul ventre, fino ad arrivare alle gambe. Mentre le riporta verso l'alto alza leggermente l'orlo della gonna, ma poco mi importa. In un momento di distrazione ne approfitto e mi giro, per baciarlo. La stanza è buia, illuminata solo dalle luci sceniche che occasionalmente brillano nell'oscurità, accecando la mia vista. Quando le mie labbra toccano le sue, provo la forte sensazione che qualcosa sia sbagliato. Qualcosa non torna, non mi quadra. IL PIERCING! Apro gli occhi di scatto, e davanti a me non c'è Lorenzo, bensì il ragazzo incontrato quel venerdì pomeriggio al Bar, dopo la nostra litigata nel bagno. Mi allontano immediatamente dal ragazzo sbagliato, finendo contro un'altra persona dietro di me. Mi sento come intrappolata in un flipper, mentre la confusione prende il sopravvento del mio corpo. Mi giro verso l'altra persona. Lorenzo è in piedi davanti a me, e tiene in mano un bicchiere dal liquido semi trasparente, che finisce a terra immediatamente. Una ragazza impreca perché la bevanda le ha imbrattato le scarpe, ma a Lorenzo sembra non fregargliene niente. Mi fissa con gli occhi vitrei, con lo sguardo assente di chi sembra essere sul punto di scoppiare, ma non lo fa. Semplicemente gira sui tacchi e sparisce in mezzo alla folla. "Lorenzo!" grido, ma è tutto inutile. Lui non riesce a sentirmi, ed io rimango ad urlare cercando di sovrastare il baccano, invano.

Spazio Autrice.

SBAM! E qui, succede il casino! AHAHAAHAH, adoro essere così malefica!

Vi invito a mettere mi piace al capitolo ed a votarlo, mi fa sempre piacere!

Ci vediamo al prossimo capitolo! Cosa succederà? Sono aperte le scommesse.

Baci :*

Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora