-68.

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Sofia.

"Ed abbiamo finito, sei libera di farti prendere per il culo dal tuo bel moro quanto vuoi, ora." afferma Enrico, estraendo la chiavetta usb dal mio portatile. Sbuffo, ma non gli do troppa retta.
"Lo porti te il lavoro Lunedì?"
"Certo. E chi, sennò?" ghigna sarcastico.
"Torniamo con il solito caratterino, vero Enrico?"

"E che t'importa? La tua scelta l'hai fatta." questa affermazione mi lascia spiazzata.
"Che cosa?" lo guardo con una punta di confusione nello sguardo.
Esita per un secondo con gli occhi fissi nei miei, poi nega con la testa.
"Nah, tanto non mi capiresti." fa per uscire dalla cucina, ma io lo blocco appena sul ciglio della porta.
"Magari se provi a spiegarti, potrei anche farlo." si volta verso di me e butta sulla faccia un sorriso colpevole.
"Ci ho provato Sofia, ci o provato. Eppure i tuoi occhi vedono solo quello che vogliono vedere, le tue orecchie sentono solo quello che vogliono sentire, e il tuo cuore... beh, lasciamo perdere." si gira nuovamente e si affretta al portone di casa.
"Ma perché devi essere così strano? Non ti piace proprio fare la persona normale." incrocio le braccia al petto, e lui si blocca di colpo, ma non si gira.
"Perché dovrei? Se questa che vedo è la normalità, gente che viene palesemente sfruttata ma che non se ne accorge perché ha gli occhi coperti dal prosciutto, preferisco essere strano." è un'evidente frecciatina al mio comportamento, secondo lui del tutto sbagliato.
Forse una vecchia Sofia non ci avrebbe dormito la notte pur di decifrare quel linguaggio criptico che volge solo ad incasinarmi la testa ed i pensieri, eppure la nuova me è così stufa dei mezzi termini e delle pretese, che vuole solo vivere serena e con meno complessi possibili.
"Dovresti andare, Enrico."
"E tu dovresti riflettere sulle mie parole, bionda." 
"Non ne ho l'intenzione, ciao." dico, chiudendo la porta una volta che ha lasciato casa mia.

"Ahh! Mi sei mancata." mi abbraccia la mia migliore amica, Alessandra. E' appena tornata da un viaggio in Spagna, inutile dire che il suo bel faccino mi è mancato e non poco.
"Anche tu. Com'era Barcellona?" la faccio accomodare sul divano, accanto a me. 
"Bellissima. Una volta devi assolutamente venire con me, non sai cosa ti perdi!" sorrido all'idea di un viaggio con lei. Di sicuro non scarto la proposta, ma adesso lei vuole parlare di altro.
"Lorenzo?" chiede, quando vede che non rispondo.
"Sta venendo qui."
"Tutto bene tra voi due?"
"Certo. Anche se c'è stato un po' di pepe ultimamente. Quella di italiano mi ha affibbiato Sorgenti per un compito, ed ho passato l'intera settimana con lui... ovviamente Lorenzo è stato geloso tutto il tempo."
"Ed aveva motivo di esserlo?"
"No, ma che dici?! Come fai anche solo a pensarlo!" mi esce come una risata nervosa. Certe supposizioni mi danno ai nervi. 
"Stai calma, chiedevo soltanto." si scusa, sistemandosi sul divano. Non so perché divento così nervosa quando parliamo di me e Lorenzo.
"Beh, sono felice che non ci siano problemi tra di voi."
"Anch'io." Mi guarda per un po', come se non credesse alle mie parole. 
Suonano al campanello.
Le labbra di Lorenzo finiscono dritte sulle mie. 
"Ciao amore." mi saluta quando si stacca. 
"Okay, avete molto da fare. Ciao Sofi, ciao Lorenzo." dice glaciale Alessandra, mentre si alza e ci supera fuori da casa mia. 
"Dici che era incazzata?" domando a Lorenzo, anche se so che lo era.
"Eh, un pochino dai." alza le sopracciglia. Decido di scriverle dopo, non voglio far aspettare Lorenzo.
"Ho una buona notizia." gli cingo il collo con le mani, e lui porta immediatamente le sue ai miei fianchi.
"Cosa?"
"Tira ad indovinare."
"Sei tutta mia?" annuisco, ed il suo sguardo si illumina.
"Era ora che finivate quel dannato progetto!" sbuffa, ed io gli bacio il broncio.
"Non ci pensare. Che facciamo?" lo guido per mano in camera mia.
"Film?" propone. 
"Mh, che noia." rimane spiazzato per un attimo, poi sul suo bel sorriso si estende un ghigno malizioso.
"Hai voglia di giocare, bimba?" 
"Dipende. A che gioco?" le sue braccia sono immediatamente intorno a me, poi mi fa indietreggiare fino ad arrivare al familiare ripiano della scrivania. Mi ci fa sedere sopra, e si infila tra le mie gambe. 
"Sceglilo tu. E' da un po' che noi due non ci divertiamo." le sue labbra prendono a baciarmi il collo, delle piccole e tenere torture, che mi fanno sussultare ad ogni tocco. Maledetto Lorenzo, e maledette siano le sue labbra.
"Bugiardo." annaspo tre un bacio e l'altro. "Non è da tanto che non lo facciamo."
"Non mi interessa, oggi ci divertiamo e basta." ribatte. 
"Okay, okay." ridacchio tra i suoi capelli, poi glieli bacio. 
"Non baciarli, stringili." faccio come dice.
"Mh, sì, possiamo fare anche così." si allontana un attimo per guardarmi meglio.
"Così come?" 
"Io detto gli ordini e tu li esegui. Ci stai?" ci penso su.
"Potrebbe essere divertente." sorride sornione, senza ribattere afferra la mia felpa dai bordi e la tira su di scatto, liberando velocemente il mio torace dal pesante indumento, che finisce a terra, accanto ai suoi piedi. L'aria fredda colpisce la mia pelle nuda, che si infuoca quando il suo tocco la raggiunge. Le sue mani scendono dalle mie spalle fino ad unirsi alle mie, che stringe con dolcezza, lasciando che i suoi pollici disegnino dei cerchi immaginari sopra ai miei dorsi. "Ora baciami." lo faccio. Mi allungo e premo le mie labbra dritte sulla bocca di Lorenzo. Le sue mani lasciano le mie e si concentrano sulla mia schiena, dove il gancetto del reggiseno preme fastidioso, segnandomi la pelle chiara.
Lo sgancia con un gesto repentino, e poi finisce vicino alla felpa sul pavimento. 
"Toglimi la maglietta." ordina. Le mie mani scivolano fino ai lembi della t-shirt nera, e poi lui alza le braccia per aiutarmi a levarla. Una volta a petto nudo mi fermo e lo guardo. E' sempre bello, è sempre uno spettacolo per gli occhi, mentre non capisco cosa ci trovi di tanto affascinante in me.
"Continua." dice con voce suadente al mio orecchio, poi lo morde delicatamente. Avvampo e sento le guance tingersi di un rosso acceso, mentre scendo con le mie piccole mani sulla fibbia della sua cintura. Dopo averla slacciata lascio scorrere i jeans giù per le sue gambe, finché non si accartocciano ai suoi piedi, ma non sembra importargli, perché i suoi denti cominciano a lasciare lividi evidenti sul mio seno scoperto. 
"Vorrei averti ogni volta che voglio."
"Lo puoi fare."
"E perché?" so bene dove vuole andare a parare.
"Perché sono tua."
"Dillo ancora." sembra quasi incantato dalle parole che hanno appena lasciato la mia bocca.
"Sono tua."
"E di nessun altro." mi schiocca un bacio prepotente sulle labbra, prima di prendermi in braccio, e portarmi con sé sul letto.

Spazio Autrice.

LO SO, lo so, non aggiorno da un giorno e mi dispiace tanto, ma ieri non avevo proprio l'umore e boh, nemmeno l'ispirazione. Spero che il capitolo vi piaccia, e wow quasi 60k letture! Come ho già detto ad alcune di voi nei commenti, POTREBBE esserci un sequel, sempre se mi dimostrate che siete veramente affezionate a questa storia, anche perché mi porta via molto tempo, e se non vi interessa non so se farlo o meno. Vi invito a leggere anche le mie altre storie e magari anche a darmi dei consigli, mi farebbe tanto piacere!
Detto questo, vi mando un bacio e ci vediamo alla prossima!!


PS: so che è molto tardi, ma siamo in vacanza e non ci credo che siete tutte a dormire, birbantelle :3 

Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora