Sofia.
"Non mi hai ancora detto perché siamo in aeroporto." dico, non appena arriviamo al gate. C'è una fila lunghissima di persone, non so quanto ci metteremo. "Non ho ancora intenzione di farlo." risponde cauto, tirando fuori il portafoglio. "E quando lo farai?" insisto curiosa. "Di sicuro non adesso." dice trionfante. "Io credo di sì, invece." ribatto, e lui mi guarda confuso. "Sennò?" faccio un sorrisetto furbo. "Sennò..." non finisco la frase, gli strappo il portafoglio di mano e ne estraggo alla svelta i biglietti aerei ignorando le sue lamentele. I miei occhi corrono svelti sulla carta, finché non trovo quel che cerco. "Parigi? Stiamo andando a Parigi?!" quasi grido per l'eccitazione. "Stai zitta!" mi tappa la bocca con una mano. "E comunque era una sorpresa." aggiunge annoiato. "Scusa..." dico, e mi dispiace davvero. A volte vorrei solo essere un po' meno curiosa di quel che sono. "Fa niente. Prima o poi lo avresti saputo." annuisco. Poi una domanda mi viene in mente. "Ma come hai fatto con i documenti?" lui si stringe nelle spalle. "Alessandra." risponde. Adesso riesco a capire perché qualche giorno fa non ritrovavo la carta di identità, e poi sono venuta a sapere che ce l'aveva lei. "Un piano studiato nei minimi dettagli." mi complimento, e lui fa una smorfia compiaciuta. La mia rabbia nei suoi confronti non è svanita, si è solo attenuata. Provo ancora quel senso stomachevole ogni volta che la mia mente masochista torna a ripensare ai fatti avvenuti quella maledetta serata, però con il tempo il dolore diventa sempre più sopportabile. D'altra parte Lorenzo sembra veramente pentito, quindi, gli darò il beneficio del dubbio.
Lorenzo.
Quando atterriamo a Parigi, il tempo è leggermente nuvoloso, e l'aria è umida e fredda. Non è proprio il clima perfetto che speravo di trovare, però non posso lamentarmi. "Vieni, andiamo a prendere i bagagli." le dico, una volta entrati in aeroporto. Sono indeciso se prenderla per mano oppure no. Alla fine lo faccio. I suoi occhi volano su di me, poi sulle nostre mani intrecciate. "Sai, nel caso dovessi perderti." invento una scusa al minuto. Lei non ci crede, tuttavia lascia che le stringa la mano, e mi va bene così. Quando arriviamo ai nastri trasportatori su cui girano miliardi di valigie, sono felice di identificare subito la nostra: è una piccola valigia nera. Visto che rimaniamo solo due giorni, non abbiamo portato molta roba. Il momento del ritiro delle valige è quello che odio di più: ho sempre l'ansia che il mio bagaglio sia rimasto al punto di partenza, il che comporterebbe ritardi e disguidi vari. "Amore, quella è la nostra, giusto?" il mio cuore si ferma di colpo. Amore, mi ha chiamato amore. "Lorenzo, volevo dire Lorenzo!" si affretta a correggere. Le sue guance sono diventate scarlatte e i suoi occhi sono spalancati per l'errore appena commesso. "Perdonami, è l'abitudine..." prova a scusarsi, ma le mie speranze si infrangono immediatamente. Non torneremo mai più quelli di prima, e questo viaggio è solo un grave errore. "Fa niente." mento. Un sorriso rapido, e sono già dieci metri più in là di lei.
Sofia.
"Dunque, mr Paggi, come si procede?" gli chiedo con un gran sorriso. Siamo da poco in questa splendida città, ed io già la amo. Sono venuta a Parigi una sola volta, quando avevo cinque anni, quindi è logico che ricordo poco e niente. "Dunque, adesso andiamo in hotel a posare le nostre cose, poi in un posto molto speciale, dove riceverai una sorpresa." le sue parole promettono bene, tuttavia il suo umore no. Dopo il terribile errore che ho fatto in aeroporto, la sua espressione è diventata più cupa e corrucciata. So bene il perché, e mi dispiace un sacco vederlo così. "Figo." rispondo, cercando di risultare il più disinvolta possibile. "Sei mai stata a Parigi?" mi domanda. "Sì, ma ero piccolissima." la sua mano è stretta alla mia. In qualche modo mi da sicurezza, e mi piace la sensazione che provo quando ce l'ho vicino. "Peccato, mi sarebbe piaciuto essere un'altra tua prima volta." ghigna. Ho intenzione di fare il suo stesso gioco. "In realtà c'è qualcosa che non ho mai fatto, e che tu non mi hai mai chiesto di farti." gli strizzo l'occhio, e il suo sguardo curioso è inevitabilmente su di me, "Tipo?" non voglio dargli la soddisfazione di una risposta. "Eh?" mi guarda confuso. "Di che parli?" attende in silenzio. "Boh." sbuffa, e si gira dall'altra parte, mentre io sorrido per la mia vittoria.
"Vedo la Torre Eiffel! Oddio che bella!" esclamo entusiasta quando scorgo la punta di ferro della famosissima torre. Lorenzo guarda compiaciuto la scena al mio fianco, quasi come se stesse tramando qualcosa. "Ti piace?" domanda dopo un po'. "Tantissimo." annuisco, ed il suo sorriso soddisfatto diventa ancora più ampio e luminoso. E' la prima volta che lo vedo sorridere, da quando siamo usciti dall'aeroporto. Siamo scesi da poco dalla nostra stanza in Hotel. Sono rimasta un po' delusa nel vedere due letti separati, ma probabilmente mi sarei arrabbiata di più vedendo un solo letto matrimoniale. "Quanto manca a questo punto speciale?" chiedo. "Calcola che siamo in Avenue d'Eylau, e dobbiamo arrivare qui." sposta l'indice in un punto sulla cartina. faccio cenno di aver capito, e quando dopo quindici minuti circa di camminata ci troviamo sotto la Tour Eiffel, non potrei essere più felice. "Era qui che dovevamo venire?" mi giro di scatto, proprio mentre lui mi fa una foto. "Ma che fai?" ridacchio, cercando di prendergli il telefono. "Sei semplicemente troppo bella per non essere immortalata." arrossisco violentemente, ma poco importa. Mi sento come una di quelle adolescenti impazzite al primo amore, e spesso e volentieri dimentico che Lorenzo mi ha vista anche nuda, quindi tutto questo imbarazzo non dovrei nemmeno provarlo. "Ma dai, non sono così bella." dico con un mezzo sorriso. "Tu non saresti bella?" annuisco sicura. Poi fa qualcosa di inaspettato. "Excuse me." ferma un ragazzo a caso. "Qu'est ce qu'il y a?" rimango di sasso, cercando di capire quello che vuole fare. "Sorry, can you speak english? I'm not so good with French." il ragazzo, un moretto alto all'incirca un metro e ottanta, annuisce. " Okay, so... i want to ask you something: don't you think that this blonde girl is beautiful?" il ragazzo mi guarda in imbarazzo, ma non credo che ne provi tanto quanto ne provo io. Sento le guance in fiamme, e vorrei solo uccidere Lorenzo. "She's really pretty." asserisce, ed io mi guardo i piedi, mentre vorrei sprofondare nel suolo e non vedere più la luce del sole. "Good, so, i'm in love whit this girl, and she doesn't think she's beautiful. She's so stupid, cause she can't understand how beauty she is."
Spazio Autrice.
Vi metto la traduzione di queste ultime righe, per chi non dovesse essere tanto abile con le lingue. Mi dispiace, ma ovviamente essendo in Francia ho dovuto trovare almeno un compromesso.
"Scusami." ferma un ragazzo a caso. "Che c'è?" rimango di sasso, cercando di capire quello che vuole fare. "Scusa, puoi parlare inglese? Non sono così bravo con il francese." il ragazzo, un moretto alto all'incirca un metro e ottanta, annuisce. "Okay, quindi... volevo chiederti una cosa: non pensi che questa ragazza bionda sia bellissima?" il ragazzo mi guarda in imbarazzo, ma non credo che ne provi tanto quanto ne provo io. Sento le guance in fiamme, e vorrei solo uccidere Lorenzo. "E' davvero molto carina." asserisce, ed io mi guardo i piedi, mentre vorrei sprofondare nel suolo e non vedere più la luce del sole."Bene, allora, sono innamorato di questa ragazza, e lei non crede di essere bella. E' così stupida, perché non capisce quanto bella sia in realtà."
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ALLORA: Credo che tutti abbiate visto il video di Sofia, dove spiega quello che sta succedendo.
Lei è molto impegnata con il suo progetto, di conseguenza crede che 'trascurare un po' il canale sia la scelta migliore. Io la penso come lei. Riesco davvero a capire la sua scelta perché anche io do molto spesso la priorità a questa storia, per esempio adesso. Domani ho un compito di matematica e non ho ancora combinato nulla, perfetto! Comunque, penso che in ogni caso la sua scelta vada rispettata, anche se sappiamo tutti che non sparirà. E' comunque attiva sui suoi socials, e poi prima o poi sapremo di cosa tratta questo 'grande progetto.' Voi che ne pensate?
In ogni caso, oggi è l'otto marzo, quindi buona festa delle donne, care!
Ah, e grazie mille per le quaranta mila letture, ormai non ho più parole per dire quanto vi voglia bene!
Questo capitolo è per metà di passaggio, i veri fatti succederanno nel prossimo :p
Detto questo, vi invito come sempre a votarlo, commentarlo e magari a condividerlo con i vostri amici.
Love always, see you soon :*
AH e in tutto questo sono 6 mesi di #JAFIA. Tanti auguri guys ❤️❤️
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Occhi di ghiaccio|Jafia.
Fiksi PenggemarSofia è una diciassettenne di Milano, annoiata dall'ordinarietà della sua vita. Lorenzo è un diciottenne di Roma, annoiato dalla straordinarietà della sua vita. Lei ancora ignara dell'uragano di emozioni che le farà provare lui. Lui non vede l'ora...