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Sofia.

"Chi è?" la mia voce esce gracchiante dalla mia bocca, non oso pensare per chi la senta dal citofono.
"Il tuo peggior incubo." che palle. La prof ci ha messo in coppia insieme, ed il compito è da presentare entro lunedì prossimo, quindi in questa settimana che abbiamo a disposizione, dobbiamo vederci il più possibile. Non solo mi tocca sorbirlo cinque ore a scuola, di mattina per di più, ma adesso anche il pomeriggio. Meraviglioso.
"Sali." gli dico controvoglia. Pochi minuti dopo suona alla porta, quindi trascino i piedi fino ad essa, e la apro molto lentamente. "Non puoi entrare." gli dico, non appena vedo la sua brutta faccia, e faccio per richiudere l'uscio. Lui infila svelto un piede tra lo stipite e la porta, impedendomi di sbattergliela in faccia. "Di due non ne hai pochi, Viscardi. Fossi in te non rischierei." frecciatina. Sbuffo e la spalanco, mettendo sulle labbra il sorriso più falso del mio repertorio. Lui entra maestosamente, dandosi uno sguardo intorno. "Carina, ma niente di che." asserisce strafottente, riferendosi alla mia casa. "Non ti obbligo a restare, la porta sai dov'è." ribatto fiera, e lui mi guarda assottigliando gli occhi scuri. "Viscardi, non ho voglia di combattere con un'insolente come te, sono qui solo per portarmi a casa un'altro bel voto, quindi vedi di impegnarti o sono cazzi tuoi." sputa. Sono tentata di combinare un casino e sabotargli i piani solo per ripicca, ma poi penso al fatto che ciò penalizzerebbe anche me. Per questa volta passo, ed ingoio la rabbia. "Allora, Enrico... vieni, mettiamoci in cucina." di sicuro non si aspettava che non gli rispondessi, ormai è abituato ai soliti battibecchi con me. "Hai finito gli insulti da quattro soldi che mi rivolgi di solito, Viscardi?" odio quando mi chiamano per cognome, ed odio lui. "Semplicemente sono talmente arguti che non ti starebbero bene addosso. Quando troverò degli insulti più brutti e che ti si addicano, tranquillo che sarai il primo ad esserne informato." gli faccio l'occhiolino e me ne vado in cucina, senza assicurarmi del fatto che mi segua.

Dopo un'ora l'unica cosa su cui siamo riusciti a metterci d'accordo è il fatto che non riusciremo mai ad andare d'accordo. Siamo troppo diversi, ed entrambi ci detestiamo da talmente tanto tempo, che non ricordo nemmeno il motivo di tutta questa rabbia, ma per via del mio orgoglio non sarò mai io a tirarmi indietro. "Quindi quali poeti scegliamo, per questo dannatissimo lavoro?" sbuffo, sedendomi sbadatamente sulla sedia. Ho preso un pacchetto di Oreo dalla credenza, ed ho cominciato a sgranocchiarli per la noia. "Non riesci a mangiare a bocca chiusa? Sei fastidiosa!" sbotta ad un certo punto, mentre scorre con le dita sul trackpad del mio Mac. "E tu uno stronzo." ribatto, mentre il tintinnio del mio telefono mi avvisa di un nuovo messaggio.

Da Lorenzo: Piccola, buon pomeriggio.

A Lorenzo: Amore!

Mi manca tanto, adesso potrei stare con lui, invece sono con questo coglione.

Da Lorenzo: Che fai? Mi manchi.

A Lorenzo: Studio con uno della mia classe. Anche tu.

Da Lorenzo: Chi?

A Lorenzo: Enrico Sorgenti, te ne ho parlato una volta, credo.

Da Lorenzo: Sì. Ma non ti stava sul cazzo?

A Lorenzo: Esatto, però quella di Italiano ci ha messo insieme per questo dannato compito.

Da Lorenzo: 'Ci ha messo insieme' non suona bene se non comprende solo io e te.

Alzo gli occhi al cielo, e sto per digitare una risposta quando mi arriva un altro messaggio.

Da Lorenzo: E non alzare gli occhi al cielo.

"Bionda smettila di parlare al telefono e dammi una mano." ordina Enrico dalla seggiola difronte alla mia. "Una volta mi chiamavi Viscardi, cos'è, ti sto simpatica ora?" lo sfotto, bloccando lo schermo sulla chat con Lorenzo, poi mi alzo e lo raggiungo. "No, non mi piace il tuo cognome. Bionda suona meglio." tutto questo mi fa pensare a Lorenzo, anche lui mi chiama bionda. Ed al fatto che non gli ho ancora risposto. Faccio per sbloccarlo, ma Enrico mi afferra la mano e mi sottrae il telefono, mettendoselo in tasca. "Non prenderò un due solo perché devi parlare con i tuoi amichetti del cazzo." dice sprezzante. "Uh, altrimenti la mammina ti mena?" lo beffeggio, e lui volta di scatto la faccia verso di me, con gli occhi iniettati di sangue e le vene del collo gonfie. "Non ce l'ho più una madre, stronza." si alza di scatto ed esce di corsa dalla cucina, per poi sbattere il portone dell'appartamento.
In un altro momento forse gioirei della mia stupida vittoria.
Ora, mi sento solo in colpa.

Lorenzo.

A Sofia: Sofi?

Aspetto.
Minuti, poi ore. Ritorno sempre con gli occhi curiosi sulla nostra chat, ma non ricevo mai una risposta.
Ho paura che le sia successo qualcosa, o che non voglia parlarmi. Ogni volta che la lascio a Milano, ne succede una nuova, ed ho paura che le turbolenze tra di noi non siano ancora finite.
"Ti vedo pensieroso." mia madre entra furtiva nella mia camera, e mi spavento un po' per non averla sentita aprire la porta. "Lo sono, mamma." lei fa una smorfia, poi si viene a sedere accanto a me sul letto. "Greta?" le chiedo, anche se so già la risposta. "E' in Inghilterra." a volte mi manca averla sempre qua. "E' per la misteriosa ragazza di Milano?" mi domanda dopo un po'. E lei come fa a saperlo? Glielo sto per chiedere, quando risponde alla mia non-domanda. "Credi davvero che non senta le conversazioni tra te e Greta?" sbuffo una risata, ma rimango in silenzio. "Mi ha chiamato la tua compagnia di teatro..." ingoio il groppo alla gola, ed attendo che prosegua. "Hai lasciato." dice, ma non come una domanda. Ed io resto un'altra volta in silenzio. "E' per la misteriosa ragazza di Milano?" ripete, e questa volta annuisco. "Non sono qui per giudicarti, ma ricordi quanto ci tenevi al teatro? Dicevi che era tutta la tua vita." mia madre sa sempre come farmi sentire in colpa. "Lo so, mamma." sbotto infastidito. "E cosa pensi di fare?" continua. Da quando è tornato e poi scomparso nuovamente mio padre, la mamma è sempre più triste. "Starmene qui, con i miei pensieri, e l'unica ragazza che io abbia mai amato nella testa." mia madre annuisce e si alza. "E con il teatro?"
"Troverò una soluzione, ma ora non riesco a pensare ad altro."

Spazio Autrice.

Non commento nulla, altrimenti mi uccidete!!

60 capitoli, WOW.

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Baci, al prossimo capitolo! :**

Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora