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Lorenzo.

3:59 am. 
Questa è l'ora che segna la piccola sveglia sul comodino.
Non ricordo nemmeno quando o come ci siamo addormentati; è semplicemente successo.
Ci siamo ritrovati dopo tanto, e abbiamo fatto il miglior sesso della nostra vita.
E' stato intenso, tenero, ma soprattutto solo ed esclusivamente nostro. Non c'era nulla a preoccuparci, nessun tempo, nessuno spazio. Solo io e lei; Lorenzo e Sofia; due persone; due cuori; due amanti.
La guardo. E' distesa su un fianco e tiene un braccio piegato sotto alla testa. I capelli biondi le si scompigliano sul cuscino, e le sue palpebre chiuse permettono alle lunghe ciglia di sfiorare gli zigomi definiti. Tengo una mano sul suo fianco, che prende subito ad accarezzarle la pelle scoperta. Prova un brivido, e si stringe di più a me, chiudendo i pungi sulla mia t-shirt ed attirandosi al mio petto. La stringo in un abbraccio e la bacio sulla fronte, poi la copro con il bianco lenzuolo. La sua espressione tranquilla e beata mi ricorda tanto un angelo, so di averla paragonata più volte ad una creatura celeste, ma non riesco davvero a trovare un'altra cosa che le somigli. 
Un piccolo sbuffo lascia le sue labbra, poi si sposta appena tra le mie braccia. 
"Ma che ora è?" bisbiglia sbadigliando.
"Le quattro." rispondo, e lei aggrotta buffamente la fronte.
"Perché sei sveglio alle quattro di mattina?"
"Perché mi piace guardarti... non è la prima volta che lo faccio."
"Okay, ma... dormi anche, va bene?" richiude gli occhi, ma non si è ancora riaddormentata.
"Sofia?" 
"Mh mh?" si lamenta, inspirando pesantemente.
"Sei bella pure quando dormi."annuisce, poi sprofonda in un sonno pacifico; ed anch'io.

Sofia.

La mattina dopo sono nuovamente la prima a presentarmi in classe.
Ho lasciato a Lorenzo un bigliettino dicendogli che sarei andata a scuola, e lui mi ha mandato un messaggio che ho letto mentre entravo nell'aula. 

Da Lorenzo: Bionda, è sempre un trauma svegliarsi senza di te. Passo da Brian, ci vediamo dopo? 

Sorrido, e mi siedo sopra al mio banco, lasciando le gambe pendere dalla superficie. 

A Lorenzo: Certo. Passo da voi quando esco, ti amo.

Tolgo la suoneria al telefono, e quando lo blocco si illumina subito per l'arrivo di un nuovo messaggio, ma in questo momento una borsa viene appoggiata con poca grazia sul banco accanto al mio, ed io porto gli occhi istintivamente di lato.
"Enrico." lui alza lo sguardo su di me, mentre si infila in bocca una chewing-gum. 
"Bionda, ti vedo di buon umore questa mattina. Deduco che le mie parole ti siano entrate da un orecchio ed uscite dall'altro."

"Proprio così." non mi disturbo a rispondere ed essere glaciale.
Mi sbagliavo, tra me e lui non potrà mai esserci un rapporto che non si basi su frecciatine ed insulti, tanto meno un'amicizia. 
"Sei una stupida testarda."
"Lasciami sbagliare da sola." alla mia affermazione sbuffa una risata incredula.
"Certo che non riuscirò mai a capire il tuo modo di ragionare! Sempre se tu lo faccia."
"Non ho bisogno di sentirmi dire quello che devo fare. Io amo Lorenzo, e lui ama me. Del suo passato me ne frega tanto poco, proprio come della tua opinione."
"Davvero non senti quello che esce dalle tue stesse labbra? Stai diventando una marionetta nelle sue mani."

"E tu un odioso stronzo insopportabile. Lasciami stare."
"Non posso, anche se bionda credimi, lo vorrei."

"E perché semplicemente non lo fai?" gli chiedo ovvia.
"Perché se non te ne sei dimenticata, Lunedì dobbiamo consegnare un lavoro, che tra l'altro non abbiamo ancora finito, ed oggi è sabato. Quindi, ahimè, sia oggi che domani dovrò trascorrerli con te."
"Posso finirlo anche da sola." gli dico, perché passare il week end con lui è l'ultima cosa che mi salterebbe in mente di fare.
"E che lavoro di gruppo sarebbe?"
"Non ho mai voluto stare in coppia con te."

"Non le faccio io le regole, bionda." Sbuffo. Lo odio, ma ha ragione.
"A che ora oggi?" domando, mentre comincio a pensare nella mia mente a tutte le scuse possibili da dire a Lorenzo. La mia mente oscilla da: oggi vado in centro con Lea! a: ho tanto da studiare, e tu saresti una valida distrazione. Penose entrambe: Se gli dicessi la prima, mi domanderebbe sicuramente di poter venire con me, con l'aggiunta di qualche battuta maliziosa, mentre la seconda implicherebbe stare a casa, quindi casa= Sofia + Lorenzo, e non va bene.
"La solita." asserisce, sedendosi sulla sedia e tirando fuori dallo zaino il libro di storia.
"Che dovrei dire a Lorenzo?" non so perché lo stia chiedendo a lui, ma ormai la domanda è stata posta.
"Di lasciarti vivere in pace il resto della tua vita."
"Sono seria."
"Anche io." alzo gli occhi al cielo.
"Bionda, non è un problema mio se il tuo bel moro non si fida di te."

"Lui si fida di me!" sbotto, e lui mi guarda con un ghigno di sfida.
"Ah sì? Allora perché non gli dici semplicemente che studi con me?"
"E' quel che farò!" ribatto prontamente.
"Bene." i suoi occhi felini mi fanno pensare a ciò che ho appena detto.
"Bene." Lorenzo si incazzerà da morire.

Lorenzo.

Mi appoggio al muro adiacente al portone della scuola di Sofia. 
Non appena la campanella suona, un'orda di studenti si riversa sulla strada, stanca ma felice di aver finalmente finito la settimana scolastica. Scorgo la chioma bionda di Sofia, e la tiro per un braccio a me. Le bacio le labbra sorprese, poi ammiro il suo bel sorriso.
"Stavo venendo da Brian, eravamo rimasti così!" mi dice, rubandomi un altro bacio.
"Ti ho mandato un messaggio dove ti ho detto che ti sarei venuto a prendere." le dico, e lei si porta una mano alla fronte.
"Non l'ho letto! Scusa..." accolgo la sua espressione con una smorfia comprensiva.
"E di che? Tranquilla." le accarezzo la guancia parzialmente coperta da una ciocca di capelli.
"Sofia!" una voce fin troppo familiare la chiama. Allungo lo sguardo oltre la sua spalla, e lo vedo. Stringo i pugni per non scattare e non spaccargli quel muso schifoso che si ritrova.
"Enrico..." lo saluta a disagio. Già il fatto che lo chiami per nome mi irrita.
"Vedo che sei impegnata." mi lancia uno sguardo di disapprovazione. Ma che cazzo vuole questo?
"Già." annuisce imbarazzata la bionda.
"Beh... a dopo." A dopo?! Gli lancio uno sguardo truce mentre se ne va, aspettando una spiegazione di Sofia.
"Studiamo insieme." spiega.
"Non lo devi più vedere. Non mi piace, è un falso ed un bugiardo." sputo schifato.
"Lo so, ma dobbiamo finire quel compito di Italiano. Poi tranquillo, non me lo filerò più di striscio." supplica.
"Non lasciarti condizionare da quello che dice."
"Non lo farò."

"Bene." dico irritato.
"Fidati di me. Io lo faccio." dice dopo un po'.
"Piccola, io mi fido di te..." le dico. "Non mi fido di lui." 
"Ti assicuro che stiamo insieme solo un'oretta, per finire questo progetto. Poi sono tutta tua."
"Non vedo l'ora. Ceni con me?"
"Certo." risponde sorridente, ed il mio cuore si scalda. Per una volta, metto da parte l'orgoglio, e comincio a pensare che tra di noi possa davvero funzionare, senza che l'uno uccida l'altro con la sua assenza.

Spazio Autrice.

Eccomi con un nuovo capitolo, in ritardissimo, scusate!
Ieri mi sono addormentata, e quando mi sono risvegliata alle quattro ho pensato che fosse un po' troppo tardi per aggiornare, ahahah, quindi ho aspettato questa mattina, ma me ne sono completamente dimenticata, quindi... ecco qui il capitolo!

Visto che mancano pochi step alla fine della storia, non vi porterò altri doppi capitoli, anche se ho molto tempo per scriverne!
Vi invito a mettere mi piace ed a lasciare un commento, love you. :*



Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora