-16.

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Sofia.

Mi sveglio ben riposata e con il sorriso sulle labbra. Apro gli occhi e li stropiccio un po' con le mani, per via del sonno. Che giornata magnifica! Lorenzo ha ancora le palpebre chiuse, e la testa girata di lato, con le labbra leggermente socchiuse. Mi chino a baciargliele per svegliarlo. Con gli occhi ancora serrati ricambia il bacio, poi sorride con le labbra premute contro le mie. "Buongiorno, dolcezza." mi saluta. La sua voce al mattino è ancora più bella di quella che mi sono immaginata ogni notte, nei miei sogni. "Hey." lo bacio ancora, questa volta sulla guancia. "Oggi sei particolarmente affettuosa. E' perché sto per partire?" Oh, merda. Me ne sono completamente dimenticata: oggi è domenica, e Lorenzo torna a casa.

Lorenzo.

Lei mi risponde con un sorriso forzato. Cazzo. Controllo l'orologio sul mio polso: Dieci e venticinque. Porca puttana, perdo il treno se non mi sbrigo. "Che c'è?" indaga lei. "Il treno mi parte tra due ore." le dico, passandole una mano sui capelli morbidi. Lei si irrigidisce, e abbassa lo sguardo. "Capisco." dice, poi si alza e si dirige nella mia camera per svegliare Lea. "Mi alzo di scatto e la seguo, trovando Lea seduta con la schiena sulla testata del letto, ed Alberico dormiente accanto a lei. "A quanto pare io ed Albe non siamo stati gli unici a dormire insieme." ridacchia Lea. Sofia si gira verso di me, ed io la avvolgo con un braccio contro di me. "Lorenzo, allora oggi te ne vai?" mi chiede Lea. Annuisco. "Abbiamo il treno tra due ore." dico. Sofia si volta di scatto verso di me, con un cipiglio perplesso in viso. "Abbiamo?" domanda. "Sì, Alberico parte con me."

Sofia.

Mi sento svenire. No, non tutti e due. Dev'essere uno scherzo. Passerò dall'averli entrambi vicini, a non avere più nessuno. Lea spalanca gli occhi. "Che?" evidentemente neanche lei lo sapeva. Scrolla le spalle di Alberico abbracciato al suo ventre e lui si sveglia di soprassalto. "Cosa?" grida. "Te ne vai oggi?" a Lea si velano gli occhi di lacrime. Alberico sbadiglia, poi annuisce. La mia amica comincia a singhiozzare. Porca troia. Ora è ancora peggio. "Dai, tesoro..." la abbraccio, e lei si rifugia tra i miei capelli. Lancio uno sguardo a Lorenzo, che annuisce comprensivo. "Ragazzi, uscite per favore..." Lorenzo incita Alberico, che si alza dal letto in mutande e lo segue fuori dalla stanza. Sono sdraiata sul letto con Lea, e mi sta raccontando quanto si sia affezionata ad Alberico, e quanto le dispiaccia la sua partenza. "Ti capisco, tesoro." le dico. E la capisco sul serio. So benissimo come si sente, quando mi dice tra un singhiozzo ed un altro che non vuole che parta. "Dai, abbiamo solo due ore con loro. Non perdiamocele in Lacrime!" esclamo, tirandola su dal letto. Lei annuisce, e tira su col naso. "Aiutiamoli a rifare le valigie ed andiamo a fare colazione." le propongo. Lei accetta, mostrandomi un bel sorriso ed alzandosi dal letto.

"Muovetevi!" grida la mia amica dal salotto. "Sbrigati, scemo!" ridacchio, quando Lorenzo mi riempie il collo di baci. "Devi finire la tua valigia!" lo rimprovero, separandolo da me, anche se mal volentieri. "Dopo." biascica, riprendendo a mordermi e leccarmi la pelle. Con tutto l'autocontrollo rimasto, lo allontano. "Eddai!" si lamenta, mettendo il broncio. "Non adesso." dico, scandendo le parole. "E quando allora? Quando sarò tornato a Roma?" sputa. "Ehi, non volevo..." si scusa, quando nota i miei occhi inumidirsi. "Finisci la valigia." gli dico, prima di uscire dalla stanza. Cinque minuti dopo finalmente esce dalla camera. Indossa una camicia rossa, con sotto una t-shirt nera. Le gambe sono coperte da dei jeans neri ed i piedi dalle converse. Si sistema un cappellino nero da baseball in testa, e poi afferra la mia mano con una delle sue, e con l'altra trascina la valigia sulle rotelle.

Arriviamo alla stazione centrale e ci resta solo un ora. Mando giù il magone e mi fermo davanti ad una caffetteria, appena sotto la scalinata. "Qui." dico, avvicinandomi al bancone. Ordiniamo la nostra colazione, poi ci sediamo al tavolo rotondo. Lorenzo tiene stretta la sua mano nella mia da sotto il tavolo, mentre giro la schiuma nel cappuccino. "Che giornata di merda." si lamenta Alberico. Non dirlo neanche, Albe. Non dirlo neanche.

Lorenzo.

"Non voglio che te ne vada." sussurra Sofia. E' incastrata tra il mio corpo ed una colonna della stazione. "Nemmeno io voglio andarmene." mi lamento, tirando in fuori il labbro inferiore. Lei si alza sulle punte dei piedi e prima lo bacia, poi me lo morde. "Fatti un piercing." bisbiglia. "Dove?" le chiedo. "Qui." dice, premendo la punta dell'indice sull'angolo sinistro del mio labbro inferiore. "Okay..." sorrido malizioso. "Ma te ne farai uno..." dico, poi ci penso. "Qui." dico, pizzicandole il centro del labbro inferiore. "E se non lo facessi?" il suo sorriso sghembo si allarga sotto le mie dita, mentre le accarezzo le labbra. "Non lo farò nemmeno io." rispondo. Lei ci riflette. "Okay. Era da tempo che volevo farlo, ora ho un pretesto in più." ridacchia. "Guarda biondina, meglio che te lo fai in fretta. Quando ti rivedo, voglio baciarlo." ghigno malizioso. "Vale anche per te." dice, prima di sporgersi e baciarmi ancora.

Sofia.

"Informiamo i gentili viaggiatori, che il treno ad alta velocità FrecciaRossa da Milano Centrale, diretto a Roma Termini è in partenza al binario uno. Preghiamo gentilmente gli accompagnatori di scendere dal treno." una voce femminile mi avverte che devo scendere subito, altrimenti andrò a Roma con Jared. Proposta niente male, ma domani ho la scuola ed i miei mi ammazzerebbero. Lea è seduta sulle gambe di Alberico e si stanno scattando miliardi di foto. "Mi mancherai tanto." sussurro all'orecchio di Lorenzo. "Sofia sai, pensavo... possiamo farcela!" Oh, no. "Giuro che verrò a Milano tutte le volte che potrò, e staremo insieme. Te lo prometto, amore, proviamoci!" promette disperato, raccogliendo il mio viso tra le sue mani. "Lorenzo..." comincio. Vorrei tanto poter stare con lui, ma una relazione a distanza? Non credo di riuscire a reggerla. "Sofia, ti supplico. Non può finire così!" per la prima volta, i suoi occhi sono invasi dalle lacrime. "Tesoro, non piangere..." gli dico, accarezzando i capelli corti dietro la sua testa. "Ti prego." dice, e fa per inginocchiarsi. "Lorenzo, ci faremo del male..." gli dico. "E che importa? Io ti voglio mia. Anche solo pensarti insieme a qualcun altro mi fa dare di matto!" sbraita. Gli accarezzo le guance con i pollici, stringendo gli zigomi con le mani. "Sofia, dobbiamo scendere." mi avvisa Lea. Guardo un ultima volta Lorenzo. Le lacrime hanno cominciato a scendere velocemente sulla sua mascella, e inzuppano le mie dita. "Mi dispiace." dico con la voce ridotta ad un sussurro. Lui comincia a negare con la testa, ed a strizzare gli occhi. Quella scena mi strazia il cuore. "Ti prego..." balbetta, tra un singhiozzo ed un altro. Non so con quale forza non scoppi a piangere in questo preciso istante. "Scusa." sussurro un ultima volta, prima di girarmi ed uscire in fretta dal vagone, seguita da Lea. Siamo ormai sull'asfalto del binario, quando le porte del FrecciaRossa si chiudono, ed il treno si mette in moto. Saluto mio cugino con la mano, e lui ricambia da dietro il vetro lucido del finestrino. Poi guardo Lorenzo. I suoi occhi sono tormentati e tristi. Gli mando un bacio, ma lui si gira dall'altro lato. Il mio cuore si spezza, ed è quasi un sollievo quando il veicolo sparisce dietro una curva lasciando me e Lea, da sole, alla stazione.

Spazio Autrice.

Mi dispiace davvero, ma non posso fare altrimenti. Lo ammetto, ho pianto mentre scrivevo il capitolo. Eh vabbè.

SORPRESA! Oggi doppio aggiornamento perché mi va, e perché siete delle brave bimbe che mettono sempre una stellina. Vi ho già detto che vi amo? Credo di sì, tipo un milione di volte.

Buona serata, belle. :*


Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora