-8.

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Sofia.

"Come mai sei a casa così presto?" mi domanda incuriosita la mamma, non appena entro in casa. Mi sfilo la giacca nera dalle spalle e la appoggio sull'appendi abiti vicino alla porta. "Sono uscita prima da scuola. Che prepari di buono?" cerco di cambiare discorso, ma lei non ci cade. "Aspetta... senza permesso? Ieri sei tornata tardi e né io né tuo padre te lo abbiamo firmato." indaga, dubbiosa in volto. Cazzo. "Che mi nascondi?" sospira, appoggiando le mani suoi fianchi. "C'era il compito di matematica all'ultima ora..." ammetto. Lei mi guarda con disapprovazione. "Sofia, devi smetterla di prendere la scuola sottogamba. Sei al tuo quarto anno, te ne manca uno soltanto dopo questo. Non fare la stupida ed impegnati." credevo che la sua ramanzina finisse qui, e invece... "Dopotutto non posso passarci sopra. E' già la seconda volta che lo fai. Dammi il telefono." dice seria. "Cosa? Mamma ti prego!" lei nega con la testa e tende una mano verso di me. "Mi dispiace Sofia. Dammi il tuo telefono. Lo rivedrai solo quando ti rimetterai la testa a posto e riporterai a casa qualche voto decente." Sospirai, prima di consegnarle il mio iphone a malincuore. "Vedi di studiare, che se per caso entrassi in camera tua e ti beccassi sul computer, dirai addio anche a quello. Sono stata chiara?" annuisco, poi sparisco in camera mia.

Sono le cinque di pomeriggio quando controllo l'ora sul mio orologio da polso. Mia madre è entrata tre ore fa a portarmi un piatto di spaghetti e del succo di frutta, poi mi ha lasciata tornare a studiare. Ho già studiato Storia, e ora sto ripassando matematica, visto che sicuramente domani mi farà ripetere il test. Mia madre sa bene quanto io sia dipendente dal telefono, così ha già la vittoria in pugno ed otterrà quello che vuole. Devo dire però, che non mi sto stancando più di tanto. Perfino la matematica risulta divertente e facile, se la capisci.

"Mamma, mi presti il tuo telefono?" domando, entrando in salotto. E' impegnata a scrivere sul suo laptop, con gli occhiali pendenti dal naso e la lingua stretta tra i denti per la concentrazione. "Che devi farci?" domanda, senza alzare gli occhi dallo schermo. "Avvisare Lea di non cercarmi sul telefono." rispondo. Lei mi guarda, e fa una smorfia. "Tieni, ma la chiami qui." annuisco e mi avvicino.

"Ehi Sof, ti ho mandato dodici messaggi e non hai risposto nemmeno ad uno di essi!" mi rimprovera Lea, non appena risponde al telefono. "Scusa, mia madre ha scoperto che oggi sono uscita prima saltando matematica, e mi ha ritirato il telefono." dico, giocherellando con una ciocca di capelli ricci. "Ah, capito. Ti dicevo se ti va di venire in centro con me, da quello che ho capito Abercrombie fa una svendita assurda! Devi venire!" mi mordo il labbro inferiore. "Ok, aspetta." allontano il telefono dalla faccia, e mi rivolgo a mia madre. "Mamma, Lea..." non faccio in tempo a continuare. "No." risponde seria, alla mia non-domanda. "Ma non sai nemmeno quello che..." protesto. "Sofia, no. Sono ancora delusa dalla tua poca responsabilità che mi hai mostrato oggi. Saluta Lea e torna a studiare." la guardo male, ma sotto sotto so che ha ragione. "Lea non posso... divertiti anche per me!" le dico, e prima di attaccare, la sento dire. "Ciao Sofi."

Lorenzo.

"E' da quando che sei tornato sta mattina che sei ancora più silenzioso di prima, sempre se possibile." ammonisce Brian, mentre apre il cartone della sua pizza margherita. Siamo sul divano, a vedere un film di cui non mi interessa sapere il titolo. Nell'appartamento di Brian, quando sono tornato stamane ho trovato un ragazzo alto all'incirca sul metro e settanta, con il viso magro e un lungo ciuffo marrone. Mi ha detto di chiamarsi Alberico, da quanto ho capito è un suo amico Barese. Rimane qui per una settimana, poi se ne ritorna a casa, proprio nello stesso giorno in cui parto anche io. Sembra simpatico, e il suo accento Pugliese mi fa ridere, ma non con cattiveria.

"L'ho vista, ma l'ho lasciata andare." dico a Brian, ma Alberico si intromette. "Chi?" chiede. Okay, un punto in meno. "Una tipa per cui sta andando in fissa, ma che non può avere." chiarisce bruscamente Brian. "Distanza? Di dov'è?" mi chiede il moro, mangiando una fetta di pizza. "No, ed è di Milano." dico, e lui sorride. "Oh, le milanesi sono pessime, troppo scontrose! Fidati, ho una cugina di qui, che è una vera rompiscatole. Insopportabile!" ride. "No, scherzo, le voglio molto bene, anche se non la vedo spesso." dice. "Hai una cugina qui a Milano e non me l'hai ancora presentata?" scherza Brian. "In realtà volevo chiederti se domani potevamo passare da lei... non abita molto distante da qui. Forse la conosci! Si chiama Sofia Viscardi!" mi prende un attacco di tosse e quasi mi strozzo con la pizza. Brian sbarra gli occhi e guarda Alberico, prima di scoppiare a ridere. "Non ci credo!" continua tra le risate. Che povero stronzo. Io sono qui a strozzarmi e lui ride di me. "Caro Albe, il nostro Lorenzo si è preso una grossa cotta per tua cugina!" dice Brian, dandomi una pacca sulla schiena, mentre io ancora non riesco a credere alle parole di Alberico.

Spazio Autrice.

Ehh, già. Ci sto prendendo gusto a scrivere a fine capitolo ahah, e da come ho potuto vedere, mi avete risposto in tante, grazie mille! Mi scuso se non ho potuto aggiornare prima, ma ho avuto problemi di connessione e non ci sono riuscita, mi dispiace! Comunque, in questo capitolo vediamo l'entrata in scena di Alberico (scommetto che tutte voi lo conoscete!). In ogni caso, sarà un personaggio abbastanza importante nella storia, vedrete poi perché!

Vi voglio bene, grazie ancora per i voti e le visualizzazioni, al prossimo capitolo!

Occhi di ghiaccio|Jafia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora