Erano passati 3 giorni dalla festa di Natale e non sentivo Paulo da quel giorno.
Mi mancava un po' ed era una cosa strana, visto che a me non mi era mai mancato nessuno.
Mio padre era agitatissimo perché sarebbe dovuto andare ad una conferenza stampa per parlare della Champions.«Leah, puoi venire un attimo?» Mi disse.
«Dimmi.»
«Devo andare alla conferenza e non c'è nessuno a casa. Potresti rimanere tu almeno fino a quando non torno? Non voglio che rimanga incustodita, sai com'è...»
«Si, non c'è problema.» Alzai le spalle.
«Okay, grazie. Allora io vado. Ci vediamo più tardi. Ciao Leah.»
Prese il suo giaccone dalla sedia e uscì di casa, sbattendo la porta involontariamente.
Mi sedetti sul divano per guardare un po' di tv, ma nemmeno 5 secondi e suonarono di nuovo alla porta; mio padre doveva essersi dimenticato qualcosa, sicuramente. Conoscendolo.
Andai ad aprire e non era mio padre.
Era Paulo.«Ah, ciao.» Dissi.
«Ciao! Non sei felice di vedermi?»
«No, cioè, si...è solo che non mi aspettavo che fossi tu.»
«Posso entrare?» Mi chiese.
«Certo.» Risposi.
Entrò e si guardò intorno.
Io richiusi la porta.«Che ci fai qui? Mio padre è andato alla conferenza.» Dissi.
«Si, lo so. Il motivo per il quale sono qui sei tu..»
A quelle parole mi saltò il cuore e mi sentivo qualcosa di strano allo stomaco. Era una sensazione che non avevo mai provato prima, ma mi piaceva da morire.
«Io?» Chiesi stupita.
«Mi sei mancata dai! E volevo approfondire la nostra amicizia.»
Avrei voluto dirgli che anche lui mi era mancato un casino, che avrei voluto portarmelo a letto anche in quel preciso istante, ma le parole non mi uscivano.
«Ah, ho capito.»
Lui si avvicinò a me e mi mise le mani sui fianchi. Poi, avvicinandosi lentamente, mi appoggiò la sua bocca sul mio orecchio destro e ci sussurrò dentro.
«Vieni alla cena con me e i miei compagni di squadra, sabato?» Mi chiese.
«Si, ma potevi dirmelo anche da là.» Sorrisi.
«Era più bello dirtelo così.» Mi guardò negli occhi e io ricambiai, mi morsi il labbro inferiore.
Si allontanò.
«Bella casa comunque.» Disse.
«Grazie, anche la tua è molto bella.»
«Più questa. La casa del mister me la immaginavo diversa.»
«Beh, sinceramente anche io.»
«Non ci sei mai venuta prima di adesso?»
«Poche volte, ma non mi riferivo a quello.»
«A cosa ti riferivi allora?»
«Nulla, nulla.»
STAI LEGGENDO
21 grammi di felicità (#Wattys2017)
FanfictionLei stava male, ogni giorno della sua vita sempre di piu. Sognava di vivere una favola, fin da quando era bambina, ma ormai non ci credeva più: quando, un giorno, arrivò proprio quella persona di cui aveva sempre avuto bisogno e la cambiò, divenne f...