Chapter 2

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«Pronto Leah? Mi senti?» Strillava mio padre dall'altra parte del telefono.

«Si papà, ti sento benissimo.» Alzai gli occhi al cielo.

«Volevo dirti che, dato che tra poco ci saranno le vacanze di Natale, mi farebbe piacere se venissi qui in Italia. Ti va?»

«Non lo so, devo prima chiedere a mia mamma.»

Sentivo la voce della troia della sua nuova fidanzata che gli bisbigliava qualcosa.

«Questo ti convincerà sicuramente! Ci sarà una festa di Natale qui in casa Juve.»

«Davvero?» Chiesi emozionata.

«Si, è così. Allora hai cambiato idea?»

Tornai seria.

«Emh ti farò sapere!»

«Bene, fammi sapere entro domani, ok? Ciao Leah.»

«Ciao papà.»

Riattaccai la telefonata.
Non ci credevo! Andare a una festa del genere e conoscere tutti i calciatori era sempre stato il mio sogno! Avevo sempre invidiato le mie altre due sorellastre, perché vedevano ogni giorno calciatori e persone famosissime che io non avevo mai visto in 19 anni della mia vita.

Mio padre era l'allenatore della Juventus: Massimiliano Allegri.
Sarei dovuta essere felicissima e fiera di mio padre, ma invece non la ero per niente! Nessuno della mia scuola o della città lo sapeva, apparte qualcuno del mio quartiere.
Non è che odiassi mio padre, solo che non avevo mai capito perché avesse litigato tanto brutalmente con mia madre da scappare con un'altra e non dare più nemmeno un euro per mantenerci, in ogni caso non gli volevo nemmeno bene.
Lo vedevo pochissime volte in un anno, giusto solo alle vacanze di Natale o a Pasqua e non mi aveva mai portato a un evento simile!
L'unica cosa che potevo fare era accettare.

«Mamma, devo dirti una cosa.»

«Dimmi tesoro.»

«Mio padre mi ha invitata alla festa di Natale a Torino, dove lavora lui, sai?»

«Si, già. Vai!! Sarà una buona opportunità per conoscere qualcuno e magari farti aiutare con lo studio o con il lavoro!»

«Ma tu qua da sola come farai?»

«Me la caverò, non ti preoccupare.»

Le lasciai un bacio sulla guancia e la abbracciai forte.

«Sei sicura che posso andare?»

«Sicurissima.»

«Grazie mamma, ti voglio tanto bene!»

La abbracciai nuovamente.

Il giorno dopo richiamai mio padre e gli dissi che sarei andata.
Lui rispose che la settimana successiva mi sarebbe passato a prendere un jet privato.
Così, mia madre, insistè per farmi andare a comprare un vestito per la serata, perché secondo lei avrei potuto anche incontrare l'amore della mia vita e dovevo essere bellissima.
Girammo un paio di negozi in città, ma tutto costava troppo caro e così tornammo a casa a mani vuote.

«Mamma, non puoi permetterti dei vestiti così costosi!»

«Sarà la tua serata, lascia fare a me.»

21 grammi di felicità (#Wattys2017) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora