Chapter 9

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Era passato un mese da quando ero tornata in Argentina, le vacanze erano finite e io ero tornata a scuola. Insomma la mia vita di merda era tornata come prima e adesso era ancora peggio, perché Paulo mi mancava terribilmente ogni giorno di più.
Mio padre aveva accettato di aiutare mia madre pagandole tutte le visite e i viaggi che doveva fare da Laguna Larga all'ospedale.
Non sapevo quando sarei tornata a Torino, ma speravo molto presto.
Mia madre era migliorata molto e i dottori dicevano che in qualche mese si sarebbe rimessa quasi del tutto.
Intanto, qui in Argentina, si era diffusa la notizia che io stavo con Paulo Dybala, il calciatore più famoso della serie A e della nazionale Argentina.
Le mie compagne di classe non ci credevano e facevano bene, perché io in realtà non ci ero ancora fidanzata.
Ero appena entrata in classe e Sophia mi aveva bloccata.

«È vero che stai con Dybala? Cioè il calciatore più figo di questo mondo!?» Mi chiese.

«No, non ci sto insieme, siamo solo amici.» Risposi sedendomi al mio banco.

«Dimmi come hai fatto! Perché insomma...guardati.» Scoppiò a ridere insieme alle sue amichette.

Rimasi in silenzio, cercando di mantenere la calma e di non spaccarle la faccia; avevo già abbastanza problemi a casa, non ne volevo anche a scuola.

«Esigo una risposta!» Urlò.

Mi voltai di scatto e la guardai da capo a piedi.

«Non sono il meglio, perché insomma guardami...ma non sono nemmeno il peggio, perché insomma...guardati!»

Fece una faccia sconvolta e io risi.

«Dai forse un giorno ci riuscirai anche tu a dargli un bacio e ad andare a letto con lui, ma non è questo il giorno.» Gli dissi ridendo.

Lei, tutta incazzata e nervosa, se ne andò a sedersi senza più dire niente.

[...]

«Paulo!! Mi senti?» Urlavo dall'altra parte del computer.

«Si ti sento.»

Eravamo in videochiamata, come al solito.

«Come stai?» Gli chiesi.

«Male, tu?»

«Malissimo.»

Feci una faccia triste.

«Mi manchi.» Dicemmo in coro.

Iniziammo a ridere.

«Ti prometto che tornerò presto.» Dissi.

«Presto quando? Io ti voglio qui adesso...ho una voglia tremenda di abbracciarti.»

«Anche io...maledetto questo schermo!»

«È l'unica cosa che può farci parlare in questo periodo...»

«Lo so! Uff...mi dispiace tantissimo.» Dissi.

«Ehi non dispiacerti...non è colpa tua.»

Vidi il riflesso di mia mamma allo specchio: mi stava guardando.
Mi girai e la guardai, poi mi rigirai verso Paulo.

«Ti faccio conoscere una persona.» Dissi a Paulo.

21 grammi di felicità (#Wattys2017) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora