Chapter 12

4.8K 224 10
                                    

Dopo quella stupenda serata, purtroppo, dovetti tornare in Argentina.
Il pomeriggio andai a trovare mio padre e gli raccontai che io e Paulo ci eravamo messi insieme. Lui mi disse che era molto felice per noi, ma che non dovevo distrarlo dal suo lavoro e non gli dovevo fare pressioni con la situazione di mia madre. Io, in ogni caso, non l'avrei mai fatto. Non sarei mai voluta essere un problema per Paulo.
Così, alle 21:00 di quella sera, il jet privato di mio padre venne a prendermi per rispedirmi un'altra volta a casa mia.
Ero tristissima, perché sapevo che probabilmente non avrei rivisto Paulo per un po' e questo mi faceva stare molto male.

«Devo andare.» Dissi a Paulo visibilmente amareggiata.

«Tornerai presto vero? Ogni volta che torni là ho paura di non rivederti mai più.»

«Tranquillo, a costo di scappare e venire qui a piedi tornerò sempre da te. E solo per te.»

Lo abbracciai forte e gli lasciai un bacio a stampo.
Appoggiai la mia fronte alla sua e gli sussurrai un "Ti amo".

«Anche io.» Mi rispose.

Salii sul jet e lo salutai un'ultima volta con la mano, prima che l'aereo partì.

[...]

Tornai a casa alla mattina presto e cercai in tutti i modi di fare piano per non svegliare mia madre, ma lei, si svegliò comunque.

«Ciao cara.»

«Ciao mamma.»

«Come stai?»

«Bene, diciamo. Tu tutto okay?»

«Si tesoro.»

Mi abbracciò.

«Vado a riposare che sono stanca, domani ti racconto una cosa.» Dissi.

«Okay...notte.»

«Notte.»

Mi sdraiai nel mio letto.
Non ero più abituata a quei materassi, a quelle lenzuola, a quella camera...
Guardai il posto vuoto che c'era nel mio spazioso letto matrimoniale solo per me e mi venne in mente Paulo.
Mi mancava già, ogni secondo sempre di più.
Avrei voluto averlo qui affianco a me, non mi piaceva questo posto vuoto...mi faceva sentire sola e mi provocava una voragine nel cuore.
Per colmare questo vuoto presi un cuscino e lo strinsi forte a me; inutile dire che non funzionò.
Provai a non pensarci e subito mi addormentai.

[...]

Mi svegliai a mezzogiorno e mezza con gli strilli di mia madre, che mi diceva che avevo saltato un sacco di giorni di scuola e che mancava poco alla mia bocciatura.
Quella mattina era particolarmente nervosa, ma non riuscivo a capire perché.

«Siediti, ti devo parlare.» Mi disse mentre trafficava in cucina per il pranzo.

«Dimmi.» Risposi sedendomi.

«A proposito di quel Paulo!»

«Anche io volevo parlartene...»

«Non voglio più che lo frequenti.»

Cosaaaaaa???? Cosa mi aveva appena detto????

«Che dici?» Urlai.

«Che non devi più frequentarlo. Dimenticatelo.»

«Perché?» Piansi.

«Ti sta mandando in rovina. Non vai più a scuola, stai trascurando tua madre, il tuo paese originario. Te ne rendi conto?»

«Mamma ma che stai dicendo? Eri così felice per me! Addirittura gli avevi detto che era il ragazzo perfetto per me!» Piansi ancora.

«Silenzio! Qui comando io. Tu adesso starai qui in Argentina fino a quando non finirai la scuola e poi deciderò.»

«In che senso deciderai?»

«Se farti tornare da lui o meno.»

«Mamma io spero che tu stia scherzando. Ma che ti è successo??? Non ti riconosco più...prima mi dicevi una cosa e ora me ne dici un'altra! Allora tu non vuoi la mia felicità...»

«Certo che la voglio! Per questo non voglio che tu stia con lui, perché la tua felicità non è con lui.»

«Infatti! Perché è lui la mia felicità.» Singhiozzavo, ancora non riuscivo a crederci.

Gli mostrai l'anello e lei lo guardò di sbieco.

«Vi siete fidanzati?» Mi chiese.

«Si, me lo ha chiesto lui proprio l'altro ieri. Sei senza cuore mamma, non me lo sarei mai aspettata da te.»

Mi chiusi in camera mia, sbattendo la porta.
Non poteva essere.
Mi sdraiai sul mio letto, misi la testa nel cuscino e piansi tanto.
Piansi talmente tanto che gli occhi mi diventarono rossi.
Una volta pensavo che il cattivo fosse mio padre, ma adesso??
Mia madre cosa era diventata??
Perché non volevo che io stessi con Paulo? Che le aveva fatto di male?
Mille domande mi ronzavano per la testa, non ci capivo più nulla; in quel momento mi venì voglia di tagliarmi. Di nuovo.
Non farlo Leah. Non farlo.
Ecco che sentivo che la lama perforava la mia pelle, proprio nel punto dove avevo inciso qualche mese prima.
Il sangue caldo usciva e io mi sentivo meglio, ma mi sentivo in colpa: ci ero ricaduta e ero consapevole che lo avevo fatto solo perché mi era stata tolta la mia unica ancora di salvezza. Mi convinsi ancora di più che senza di lui la mia vita non aveva senso, tanto valeva farla finita.

Spazio autrice
Buonanotte a tutti ragazzuoli! Grazie mille per i like e per le visualizzazioni, ma vorrei che commentaste un po' di più per farmi sapere che ne pensate!
Anyway questo è il mio regalo per voi, spero vi piaccia e....
BUON NATALE A TUTTI🎉🎉🎉🎄🎄🎄❤️❤️❤️

21 grammi di felicità (#Wattys2017) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora