Flashback 14 anni prima
«Mamma dov'è papà?»
«A Torino tesoro, sai che tuo padre deve lavorare e ormai ti ho già detto che si è fatto una nuova famiglia. Non chiedermelo più, okay?»
«Ma mamm-»
«Shh..guarda là vuoi fare un giro su quella giostra? Eh che ne dici?»
Mia mamma punta il dito su una giostra tutta colorata a due piani, è sempre stato il mio sogno andare su una di quelle giostre, ma io sognavo anche di andarci con papà. Non capisco perché la mamma non voglia dirmi perché non vuole più vedermi, in fondo ho solo 5 anni, cosa posso avergli fatto di male?
«Dai sali se vuoi, poi devo andare a casa che ho un appuntamento.»
«Quello con quel signore?»
«No, un altro.»
«Okay mamma, ma non voglio salire..»
«Perché no?»
«Perché non c'è papà.»
L'espressione di mia mamma cambia da felice a arrabbiata. Mi guarda in una maniera che quasi mi fa paura, poi, mi prende per un braccio e comincia a trascinarmi.
Me lo stringe talmente tanto forte da lasciarmi dei lividi e dei segni rossi sul mio piccolo polso.«Ahi mamma! Così mi fai male!»
«Ti avevo detto di non parlare più di tuo padre! Te la sei cercata!»
Cerco in tutti i modi di dimenarmi, di scappare, di farle allentare la presa, ma nulla lei è troppo forte e io sono solo una piccola bambina che non può che stare alle sue regole.
«Se continui a muoverti mi costringi a prendere seri provvedimenti.»
Continuo a muovermi perché il polso mi fa troppo male, non riesco nemmeno a muoverlo e sento che tra poco mi si spezzerà.
Ad un certo punto, mia madre si gira verso di me e mi tira uno schiaffo rumoroso.
«Ora fili a casa e stasera niente cena! Finché non avrai imparato a non parlare di tuo padre.»
Mi trascina ancora, ma stavolta più forte di prima. Penso che non riuscirò ad arrivare a casa; mi tremano le gambe, mi fanno male i piedi, la guancia mi brucia da morire e sento che si sta gonfiando, il polso mi sta abbandonando ormai, tra poco si spezzerà.
Dopo quasi 2 kilometri percorsi in questa maniera, arrivammo a casa. Mia madre apre la porta e mi spinge all'interno dell'appartamento. Un signore alto, magro, capelli grigi e occhi azzurri ci stava fissando con aria interrogativa. Io lo guardavo con altrettanto aria interrogativa per sapere che cosa ci facesse dentro casa nostra.
«Oh salve signor Vazquez...scusi tanto se l'ho fatta aspettare.» Gli dice mia madre con una voce strana.
«Tranquilla, sono venuto qui per scopa-»
«Shhh» Lo zittisce subito mia madre. «Lei è mia figlia.»
L'omone altissimo si abbassa e mi porge una mano, mentre con l'altra mi sfiora la guancia.
«Ciao piccolina! Come ti chiami?» Mi chiede.
«Le-Leah.» Dico piano.
«Come sei bella Leah, da grande sarai una bellissima ragazza..»
«Bene dai, vieni in camera. E tu, Leah, chiuditi in camera tua e non uscire, chiaro?» Mi dice mia madre.
L'uomo si dirige in camera e chiude la porta dietro di lui.
«Okay.» Rispondo.
Anche lei lo segue e poi chiude la porta.
Non riesco proprio a trattenermi, la curiosità è più forte di me.
Guardo attraverso la serratura della porta e vedo mia madre che si spoglia davanti all'uomo sdraiato sul letto a gambe aperte. Poi va sopra di lui e iniziano a fare l'amore.
Perché mia mamma sta con quell'uomo e non me lo ha mai detto?Entro in camera mia e mi sdraio sul letto, infilo la testa dentro al cuscino e inizio a piangere. Vorrei solo vedere mio padre, nient'altro. Non mi sembra di chiedere tanto.
Spazio autrice
Ecco qui un capitolo diverso da solito...ho deciso che di tanto in tanto farò dei flashback come quello che avevo fatto nel capitolo addietro, solo che stavolta è un capitolo dedicato solo a questo. Vi piace l'idea?
A quanto pare sembra che Leah cominci a ricordare qualcosa...che vorrà dire?
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21 grammi di felicità (#Wattys2017)
FanficLei stava male, ogni giorno della sua vita sempre di piu. Sognava di vivere una favola, fin da quando era bambina, ma ormai non ci credeva più: quando, un giorno, arrivò proprio quella persona di cui aveva sempre avuto bisogno e la cambiò, divenne f...