Chapter 33

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Flashback 12 anni prima

«Adrian mi hai portato la roba?»

Mia madre parlava con un ragazzo che non avevo mai visto prima d'ora.
Anche perché lei porta sempre in casa ragazzi a me sconosciuti. Li porta una prima volta e poi spariscono, non si rivedono più.

«Si è qua.»

Loro sono in cucina e io nella stanza di fronte. La porta è leggermente accostata, ma riesco benissimo a vedere che questo ragazzo passa a mia madre un sacchettino trasparente, ripieno di polvere bianca.
Mi chiedo che cosa sia.

«Grazie Adrian, grazie. Ne avevo disperatamente bisogno. Ti pago prossimamente, promesso.»

«Cazzo! È già la terza volta che dici così. Guarda che poi il mio capo si incazza, non posso continuare a pagare io per te. Se lo scopre o ci uccide o mi licenzia.»

«Lo so, scusa. Non voglio metterti nei guai, ma ho finito di nuovo tutti soldi e quello stronzo del mio ex non mi passa più niente. Ricordati che ho una bambina da mantenere.»

«Sono fatti che non mi interessano! Per me potresti anche spedirla a Torino e non farla tornare.»

«Non posso. Lei è la mia unica copertura, se se ne va lo sai che verranno a cercarmi e mi uccideranno.»

Quel ragazzo sospirò, poi riprese a parlare.

«Ti do ancora 5 mesi di tempo, dopodiché vengo a ritirare anche gli arretrati.»

«Quanto devo preparare?»

«29.300 pesos.»

«Va bene, grazie ancora.»

Mia madre lo bacia e poi lui esce di casa, sbattendo la porta violentemente.

Seguo mia madre in cucina. Lei è lì, che prepara il mio dolce preferito. Non so di cosa stessero parlando loro due, sono piccola e certe cose ancora non riesco bene a capirle.

«Mamma chi era quell'uomo?»

«Un signore che è venuto a darmi alcune cose.»

Si inginocchia davanti a me e mi prende la mano. Era fredda.

«Non preoccuparti tesoro, è tutto ok.»

«Perché parlava di papà allora?»

«Oh nulla. Sai che bastardo è tuo padre che non vuole darci nemmeno un soldo. Se ne frega. Si è fatto un'altra famiglia come sai.»

«Nuovi figli?»

«Si.»

Si alza e va a prendere una bottiglia dal frigo; io invece rimango lì, in piedi, a fissare mia madre mentre beveva quel liquido rossastro. Pensavo a mio padre e a quanto avrei voluto andare da lui e conoscere la sua nuova famiglia.

«Lui non mi vuole più?» Chiedo con un filo di voce.

«Lui non ti ha mai voluta e ora basta parlare di lui. Lo sai che mi urta i nervi! Vai a finire i tuoi compiti prima che mi metta ad urlare.»

Esce dalla stanza e io rimango lì per qualche minuto, senza nemmeno muovere un muscolo. Le uniche cose di me che si muovono in quel momento sono le lacrime che scendono dal mio viso.

7 anni prima

Mia mamma litiga ancora con mio papà. Anche questa volta al telefono.
Non riesco a capire perché non vadano mai d'accordo. Oggi è il mio compleanno e faccio 11 anni. Nessun regalo da parte di papà e nemmeno da parte della mamma, perché dice che non ci sono abbastanza soldi.
Questa cosa è abbastanza umiliante per me, perché i miei compagni ricevono sempre dei regali il giorno del loro compleanno io invece nulla. Mi prendono continuamente in giro; dicono che sono grassa e che non sarò mai bella e popolare come loro.
La prima media è una classe davvero difficile per me, ma non sto parlando dello studio.
Penso che la cosa migliore sia farla finita. Adesso.
Non mancherò a nessuno, perché non ho nessuno.
Mia madre continua a litigare ed è talmente presa che non si accorge che salgo sul davanzale della finestra di camera mia.
In quel momento mi scendono delle lacrime: vorrei tanto trovare qualcuno che mi faccia sentire speciale, che mi faccia sentire bella, come nelle favole.
Ma so che nessuno mi vorrà mai.
Asciugo le lacrime e mi lascio cadere.
Cado a terra.
Il buio.

Spazio autrice
Ecco un altro flashback. Spero vi piaccia.
Ora si cominciano a capire molte cose...e Leah comincia a ricordare come è andata veramente.
Lasciate un like e commentate! Al prossimo capitolo.

21 grammi di felicità (#Wattys2017) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora