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Jessica's Pov

Nessun sospiro sarebbe sufficientemente lungo per misurare con precisione la mia delusione come quando mi sono svegliata  questa mattina.

Era così reale.. così vero. Ma, ahimè, era un inganno. Doveva essere un inganno, un sogno vivido e intenso.

Perché Niall James Horan sceglierebbe mai di stare qui? Lui merita le città luminose, i nightclub trendy e cose del genere. Sheffield non ha niente di questo, Niall merita qualcosa di più di questo.

Sospirai un'altra volta, lanciai la fodera  lontano dal mio corpo e mi esposi rabbrividendo alla realtà fredda dell'inverno.

Mettendo una grande felpa con il cappuccio e scivolando sui miei calzini soffici, emersi dal mio letto con il trucco sbavato su tutti gli occhi e i capelli da pazza: ero una fottuta opera d'arte.

I miei occhi erano socchiusi quando iniziai a scendere pesantemente le scale; cercando occasionalmente di sollevare le palpebre solo per impedire che dei sacchi di sabbia immaginari mi facessero cadere. Mi strofinai gli occhi quando mi avvicinai al fondo della scala, sbadigliando allo stesso tempo.

All'improvviso, il mio piede sinistro decise di prendere una pausa ma il destro non era d'accordo, e mi ritrovai a cadere in avanti. Mi preparai mentalmente a un bacio con il tappeto, e invece incontrai delle mani che mi afferrarono da dietro per la vita, fermandomi.

Sentii una risatina da dietro di me quando mi spostai indietreggiando. «Piano, Cooper. Non vuoi rovinare il tuo bel volto, non è vero?»

Il mio respiro si bloccò e mi sentii subito sveglia, i miei occhi si spalancarono. Cazzo, cazzo, cazzo.

Le sue mani scivolarono dalla mia vita mentre lui continuava a parlare ed io camminai all'indietro rimanendo a due passi di distanza. «Di niente, a proposito» aggiunse sfacciatamente.

Non riuscivo a pensare mentre ispiravo profondamente e discretamente, quando lui mi parlò dopo. Il suo odore era come il paradiso e non avevo assolutamente vergogna di dire che l'annusai perché se tu avessi la possibilità di sentire l'odore di Niall Horan, lo faresti.

Pensavo fosse un sogno.

Sbadigliò, grattandosi dietro la testa. La sua maglia risalì, lasciando vedere la sua netta V e onorandomi con la sua presenza. Onestamente, se percorressi con un dito la sua V (oh, come vorrei sentire la sua pelle soffice..), questa taglierebbe la mia pelle in pezzi, tanto era marcata e definita.

«Vado a prendere qualcosa per colazione, ti uniresti a me?»

Acconsentii rapidamente e lo seguì in cucina senza dire una parola. Passò per la sala come se fosse sua, come se ogni centimetro di questo posto gli appartenesse. Ero felice che si trovasse a proprio agio qui, ma era molto scomodo per lui essere qui.

È come vivere con un gruppo di videocamere in diretta che ti seguono da per tutto. Se combini qualche casino, sei fregato. Non potevo lasciare che Niall mi vedesse mettermi in imbarazzo.. di nuovo.

Fino a quel momento, avevo già ballato la danza irlandese sul mio letto ed ero quasi precipitata giù per la scala verso la mia morte, tutto in meno di ventiquattro ore.

A partire da adesso, sarò più sofisticata e presentabile. Non mi metterò ulteriormente in imbarazzo.

«Bei calzini, J.» commentò lui con disinvoltura, tirando fuori una scatola di Frosties dalla dispensa assieme a due tazze. Assentii, saltando sopra il bancone della cucina e abbassando lo sguardo verso le mie calzette a strisce rosa.

«J.?» chiesi confusa.

Questo mi ricorda, pensai mentalmente, che devo mandare un messaggio a N oggi.

«Oh, ho solo—pensavo solo che sarebbe più facile che dire il tuo nome per intero» balbettò, sporgendosi verso il frigo per prendere il latte, e sbatté la testa mentre usciva. Cercai di non ridere, senza successo. Mi guardò male da sopra la sua spalla, ma notai un pizzico di umorismo.

«Wow, mi sono già guadagnata un soprannome» gli feci un segno col capo per ringraziarlo quando lui fece scivolare la tazza piena di cereali verso di me. «Adesso mi sento in dovere di darti un nomignolo»

«Qual è il mio soprannome, allora?» mi guardò furtivamente, mentre provava una cucchiaiata di cereali. Era come se i suoi occhi mi mettessero alla prova.

«Mm..» accarezzai il mio mento nudo fingendo di toccare una barba inesistente. Niall ridacchiò un po'. «Credo che Nialler sia troppo usato»

«Hey, mia madre mi chiama così!» protestò lui allegramente.

«Come ogni scrittore di fanfiction in tutto il mondo» risi prima di fermarmi bruscamente, pendendomi di quelle parole. Menomale che non dovevo mettermi ancora in imbarazzo.

«Fanfiction, eh?» disse facendo un sorrisetto. Tolse il suo cucchiaio dalla tazza e si appoggiò al bancone della cucina.

«Ad ogni modo» praticamente gridai pronunciando ogni sillaba. «Mi sento come se dovessi chiamarti Putta-an (*) o qualcosa del genere, assomigli a una sgualdrina..» ignorai le proteste di Niall. «Ni? Noo? Nees?» Niente suonava bene.

«Chiamami N.» sorrise. «Credo che mi si addica bene»

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Anonymous || n.h. | Italian Translation Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora