«Okay, respiri profondi». Delle mani circondarono le mie spalle in una forte presa. Le mani di Niall. «Dentro... e fuori...»
«Come ti aspetti che riesca a respirare quando sono nello stesso edificio degli One Direction?». Mossi nervosamente i miei piedi contro il pavimento come se fossi una persona in astinenza da caffeina.
«Beh, non li incontrerai se ti dimentichi come respirare» ridacchiò Niall, mettendo una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
NON TOCCARMI. STAI CERCANDO DI FARMI RESPIRARE E TU MI TOCCHI? NON CAPISCI QUANTO SIA DIFFICILE RIUSCIRE RESPIRARE. CHE IDIOTA.
«Ora, ritroviamo la tua calma così possiamo vedere Louis prima della partita. Ha sentito molto parlare di te». Niall lasciò la mano sul mio viso, il suo pollice tracciava dei cerchi leggeri sulla mia guancia. Lasciai andare non molto discretamente un sospiro.
«Sei sicuro che gli piacerò?» domandai, cercando di liberare la mia mente dall'influenza del suo tocco. «Voglio dire, non sono esattamente normale»
«Definisci normale» sussurrò Niall, avvicinandosi ancora di più a me.
Eravamo entrambi appoggiati contro la parete, a un paio di porte di distanza dallo spogliatoio di Louis in un corridoio deserto. L'aria fu succhiata via dalla stanza mentre Niall si avvicinava, i nostri petti si toccavano quasi.
«Beh» sussurrai a mia volta. Non sapevo esattamente perché stavamo mormorando, ma mi piaceva. Era come una conversazione privata, segreta, solo per le nostre orecchie. Nessun altro doveva sapere. «Le persone normali non sono depresse, non fangirlano sulle boyband e sicuramente non dipendono dai propri idoli perché gli salvino la vita»
Niall scosse la testa, il suo sorriso non era mai scomparso. «Questa non è una definizione, piccola. È una cazzata, in effetti. Nessuno è normale: né io né nessun'altro. Ogni persona ha qualcuno o qualcosa per la quale impazzisce. Tutti hanno una costante che li rende felici, per te è una boyband. Questo non è anormale. Tu non sei anormale. Non per me almeno.»
«Ti sei dimenticato del fatto che sono depressa» sottolineai. «Lo vedi? Questo come può essere normale?»
«Sfortunatamente non credo che sia raro; i dottori non l'hanno ancora capito. Tutti diventano tristi, Jessica. Non sei strana perché ti senti triste. Sei umana. Hai solo bisogno di una spinta extra, ovvero me, che ti renda meno triste, ecco tutto.»
E allora la realtà mi colpì come uno schiaffo, o in modo più accurato, come un pugno in faccia. Niall era umano. Sapevo che suonava stupido e che era un dato di fatto, ma non l'avevo mai considerato come uno di noi.
Non era solo una celebrità, non era un'immagine dentro uno schermo, non era solo delle parole scritte su una tastiera, non era solo una voce registrata. Era umano. Era reale. Aveva dei sentimenti, delle esperienze di vita che non avremmo mai conosciuto, aveva dei pensieri a cui non avremmo mai avuto accesso e dei sogni che forse non avrebbe realizzato mai.
Le celebrità non erano solo spettacolo. Non scomparivano nel nulla quando un'esibizione finiva e non apparivano premendo un bottone di un telecomando o di un telefono. Erano vivi, amavano e respiravano come tutti noi.
Li vedevamo come qualcosa in più, qualcosa di diverso ma in realtà eravamo uguali. Davamo per scontato che sarebbero rimasti lì, ma non sapevamo quello che passava nelle loro teste.
La mente era un labirinto che solo la stessa persona poteva risolvere.
Anche le celebrità potevano dire di star bene e mentire.
Non sapevo se mi piacesse essermi resa conto di tutto questo o se lo detestassi, ma Niall mi faceva vedere le cose da un altro punto di vista. Lui non era una celebrità, era umano. Come me.
«Quindi la risposta alla tua domanda» continuò Niall. «Si, ti adoreranno perché neanche loro sono normali»
«Non so cosa farei senza di te, Niall. Sono così contenta che tu abbia scelto il B&B dei miei nonni. Così felice». Il mio tono rimase basso come il suo, le mie braccia avvolsero lentamente il suo bacino.
I suoi battiti, assieme ai miei, accelerarono. I nostri occhi non lasciavano mai quello dell'altro.
«Sono felice di averti incontrato, Jess» replicò Niall, il tono di voce più basso di prima. «Tanto, tanto, tanto felice»
Per ogni 'tanto' che lasciava le sue labbra rosee, aveva ridotto la distanza tra la sua testa e la mia, la mia fronte premette sulla sua. Dei brividi scossero il mio corpo, ma non avevo freddo. Non avevo mai sentito così caldo.
Il mio cuore sembrava un tamburo. Un tamburino abitato che aveva iniziato a suonare come se non ci fosse stato un domani. In parole povere il mio cuore stava battendo forte come mai prima d'ora.
Il mondo intorno a noi sembrava svanire, non scomparve completamente ma era diventato tutto bianco e nero. L'ambiente circostante si offuscò e divenne tutto di un noioso grigio, ma i grandi occhi azzurri di Niall rimasero nella loro sfumatura perfetta. Un azzurro combinato dall'oceano e dal cielo. Non potevo dire se io stessi volando o cadendo in essi.
Mi inclinai un po' di più verso di lui, sollevandomi sulle punte dei piedi. I nostri nasi scontrarono. Un po' più in alto, un po' più vicino e le nostre labbra si sarebbero incontrate nel mio primo incontro passionale. Il mio primo bacio.
Credo di averlo saputo da molto tempo, prima di incontrarlo l'avevo sognato, ma divenne una certezza nella mia mente nel momento in cui lo vidi nel bel mezzo della mia performance di Act My Age sopra il mio letto.
Questo ragazzo da sogno, affascinante e dagli occhi azzurri se ne sarebbe andato via con il mio primo bacio nelle sue mani ed era arrivato il tempo che io me lo riprenda. O, meglio ancora, l'avremmo potuto condividere.
«Jessica...» mormorò, chiudendo gli occhi.
Un po' più in alto. Un po' più vicino. Un po' più...
«Beh, tu devi essere Jessica»
E alsentire quella voce, ci separammo di colpo.
STAI LEGGENDO
Anonymous || n.h. | Italian Translation
FanfictionLa storia appartiene a @samemistakes__ . ** Lei era @anonymous_ Lui era @whocares_ Lui scriveva testi di canzoni. Lei scriveva citazioni di libri. Lui usava il suo account per nascondersi dalla propria popolarità. Lei usava il suo account per nasc...