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«Okay, ti giuro che ho prenotato due letti» disse Niall quando entrammo nella nostra camera d'hotel.

Era una stanza carina con delle belle pareti decorate e un balcone e un letto a due piazze al centro. Solo uno.

Un solo letto matrimoniale per due amici.

«Oh» risposi, mordendomi il labbro.

Gli amici condividono i letti, lo fanno spesso. Per "fanno" mi riferivo a dormire... non insieme! Gli amici dormono a una distanza rispettabile l'uno dall'altro. Senza toccarsi. È questo che fanno gli amici e tenendo conto che Niall ed io eravamo amici, avremmo dovuto farlo. Dormire, intendo.

«Davvero, ho prenotato una camera con due letti. Posso andare e prenotare un'altra stanza o far portare un altro letto qui, oppure... Oh, non lo so. Mi dispiace, ti giuro che non era questo che avevo pianificato!» Niall stava dando di matto, le sue guance ardevano fuori controllo. Dio, era così tenero.

«No, va bene». Sorpresi me stessa quando dissi quelle parole. «Possiamo condividerlo. Mi fido di te»

Niall fece un piccolo sorriso e guardò a terra, poi si grattò il collo con la sua mano nel modo in cui facevano i ragazzi quando erano imbarazzati.

«Allora va bene» tossì, evitando il mio sguardo. Pensava non notassi il sorriso che stava crescendo sul suo viso. Sembrava che io riuscissi a vedere solo il suo di sorriso, e non il mio.

«A meno che tu non voglia». Lo dissi a voce alta, domandandomi se il suo sorriso fosse dettato dal nervoso o dal fatto che fosse a disagio. L'avevo preso alla sprovvista? «È una tua decisione»

«È tutto okay. Mi fido anch'io di te, al cento per cento». Non mi sforzai di reprimere il sorriso che nacque dopo aver sentito le sue parole.

La fiducia condivisa tra due persone è migliore, forte e molto più significativa dell'amore. Senza fiducia come avremmo potuto amarci?

Amare nel senso amichevole del termine, ovviamente.

Amici. Solamente amici. Esclusivamente amici.

«Ora muoviamoci,» Niall fu il primo a rompere il silenzio. «Andiamo --»

«Cazzo, andiamo!» gridai, probabilmente spaventandolo a morte ma non mi importava. Corsi verso di lui, presi la sua mano e lo trascinai fuori dalla camera.

Lui rise, tirandomi indietro e facendomi cadere direttamente tra le sue braccia. Alzai lo sguardo e trovai il suo viso sorridente sopra al mio.

«Calmati». Mi fece l'occhiolino. «Loro saranno lì. Stanno tutti morendo dalla voglia di incontrarti»

«Questo non aiuta la mia agitazione!» dissi. «La stai peggiorando!»

«Lo so. Sei davvero carina quando sei agitata»

Alzando gli occhi al cielo, ritornai stabile sui miei piedi e cercai disperatamente di nascondere le mie guance rosse al ragazzo irlandese.

«Sta' zitto» borbottai. In che modo si rispondeva ai complimenti?

Anonymous || n.h. | Italian Translation Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora