Stanza 822 B

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Giò era nel letto, incapace di stare fermo, che descriveva come aveva iniziato a parlare con Shorty, il riccio compagno di camera.

Poi passò a raccontare di quel Genn, di come lo avesse incontrato in una sorta di stanza ricreativa dell'ospedale.
O almeno questo era quello che Alessio aveva dedotto dai discorsi casuali e apparentemente sconnessi, del gruppetto.

Il biondo interveniva ogni tanto con qualche battutina detta sotto voce, quasi a non volersi far notare troppo.

C'erano tante domande nella testa del ragazzo, ma per alcune ancora c'era bisogno tempo.

Come la storia del quadernino.

Ma optò per la più immediata "ma che stanza è quella che ospita dei vecchi come voi?"

"Oh vecchio sarai te Ale" rispose Giò, seguito a ruota dal riccio che aggiunse "Già vedo dei capelli bianchi, guà" e un risolino.

"Hanno diverse stanze qui, è come se fosse una sorta di hotel" rispose il biondino, al posto degli altri due idioti.

Ed effettivamente aveva ragione. Quell'ospedale era immenso, e si sviluppava pure in altezza. Di diversi piani, una dozzina di piani.
Accoglieva anche pazienti che avevano bisogno di essere tenuti sotto osservazione per mesi, ma senza un vero e proprio pericolo di salute.

Un po' come i due, che se ne dovevano stare ancora in quell'inquietante reparto.

Quindi era ben possibile, se non ovvio, che esistessero delle stanze di pausa, relax o qualsiasi cosa sia il non stare rinchiusi in una camera.

"Wue, ti ci porterei io, ma come vedi traballo terribilmente e se la racchia scorbutica mi vede arrancare per i corridoi, mi uccide"
Giò ridacchiava, come gli altri, appena prima di sentire il compagno nominare quell'infermiera assurda.

"Beh Shorty, possiamo mandarcelo con Genn, lui può andarci, quasi, quando vuole" tutti gli sguardi si soffermarono sul biondo, per leggerne la reazione, la risposta.

Lui di rimando posò lo sguardo su Alessio, e il bruno non capì niente di quello sguardo.
O niente in generale.
Aveva degli occhi così belli.
Le palpebre leggermente aperte per la sorpresa lasciavano intravedere ancor di più le iridi azzurre, che brillavano alla fredda luce dei neon.

E si ritrovò abbastanza disgustato da quei pensieri melensi su qualcuno.
Su un ragazzo per giunta, sconosciuto..
Ancora peggio.

Ricomponiti Alex

Si rimproverò mentalmente, mentre gli altri decidevano e il tempo ovviamente scorreva.
"Perché no, non ho niente di meglio da fare" rispose il biondino con un alzata di spalle, il suo sguardo rivolto verso nessun punto in particolare.

"Perfetto, potete andare anche adesso se volete, conosco Alessio e scommetto che ha pagato il parcheggio solo per il tempo della visita"

"È tirchio sai" aggiunge poi rivolto al riccio.

"Non sono tirchio, mi organizzo soltanto"

"È un maniaco dell'organizzazione sai" rispose indirettamente il ragazzo, rivolgendosi di nuovo al riccio, che se la rideva, come sempre dell resto.

Alessio sbuffò e poi guardò la sua guida, alla ricerca di una conferma, una parola, qualcosa.
Lui secco uscì dalla stanza, con un semplice "okay a dopo, vedete di non strafogarvi troppo"
Senza troppa enfasi nel discorso.

Alessio lo seguì, affiancandosi a lui. Non gli piaceva il silenzio, e avendo accanto un amico (si poteva chiamare tale?) di Giò, doveva tentare di far conversazione.

Chiedere perché anche lui fosse un paziente gli parve una mossa azzardata, ma era curioso, troppo.

Disse la prima cosa che gli venne in mente "Anche tu sei in questo piano?"

Si okay, domanda stupida, forse. Un modo per capire se l'altro avesse voglia di parlarne.

"No"

Ci furono dei secondi di silenzio, in cui Alessio non sapeva se doveva parlare lui o starsene zitto.
Il biondo aveva un'espressione tranquilla, rilassata.

"Sono al nono piano, proprio sopra questo" continuò il biondo, spezzando il silenzio che aveva lasciato.

All'altro non parve il caso di indagare più di tanto, non sapeva cosa ci fosse al nono piano.

Ma lo avrebbe scoperto, avrebbe capito chi stava al nono piano.

"Ecco, qua" e svoltò in una sorta di piccola stanza d'aspetto, con un infermiere seduto ad un tavolo, lo sguardo sugli schermi.
Alzò la testa solo per sorridere al biondo, salutandolo "Ciao Gennaro, chi è questo ragazzo?"

Alessio sentì il biondo dire qualcosa sotto voce, capì solo qualche parola, ma non riuscì a capire il senso.
Aveva abbassato la testa, nascosto le mani nelle maniche della felpa e non sembrava intenzionato a rispondere.

"Un amico di Giovanni" rispose al suo posto, senza pensarci più di tanto.

Lo vide alzare la testa, con la coda dell'occhio. Smise di torturare la stoffa, soffermandosi a guardare il ragazzo che aveva appena parlato al posto suo.

"Mh andate pure" intervenne l'infermiere, facendo smuovere il biondo, che si avvicinò a una porta, accanto alla scrivania dell'infermiere.

L'aprì e entrò, seguito da Alessio.

"Uau" un sospiro meravigliato uscì dalla bocca del ragazzo, quella stanza era incredibile.
Le pareti erano ricoperte di pannelli grigi per assorbire i suoni, in giro c'era qualche pouf vecchio, sformato e reso ancora più morbido dall'usura. Il pavimento aveva dei tappeti ammassati casualmente, che davano un senso di familiarità alla stanza.

In giro c'era di tutto, qualche sedia e diversi bauli usati come panche per sedersi.

In un angolo delle tele erano coperte da sacchi di carta, c'era un tavolino basso con delle riviste abbandonate, cartacce e fogli con diverse calligrafie.

"Che posto è questo Gennaro?" Disse, senza voltarsi verso il biondo, troppo perso nei dettagli di quella piccola stanza.

Ma non arrivò nessuna risposta, sentì solo delle parole bisbigliate, a mezza voce.

"Non mi piace essere chiamato Gennaro"

Lo disse sottovoce, ma all'altro non sfuggirono quelle parole. Erano le stesse che aveva detto poco prima, davanti all'infermiere.

"Scusami, non volevo prendermi troppa confidenza chiamandoti Genn, come fanno gli altri due." Intervenne, voltandosi verso il biondo, che guardava un punto indefinito nella stanza, con il volto basso "Credevo ti avrebbe dato fastidio"

"Chiamami Genn"

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Me felicia :3

Lo scorso capitolo lo avete commentato in tanti e aw. Non me lo aspettavo quindi aiut
Poi tra oggi e ieri non ho avuto Internet in nessuna forma, adesso scrocco un wifi di un bar perché siete tenere e superconvolte e vi meritate il nuovo capitolo <3

Cercherò di pubblicare con più frequenza, perché i capitoli sono corti e mi sono già portata avanti di un po'
Spero continui a piacervi :3

A presto :3

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora