Ormoni

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Piccolo avviso, c'è una sorta di smut no non lo è mi sa vbb, soft smut, se vi da fastidio lo segno con **** così potete saltarlo, ciao




Lungo la strada del ritorno si addormentò nuovamente. Fuori il cielo era ormai scuro, i fari dell'auto accesi illuminavano la strada e le goccioline di pioggia venivano sorprese dalla luce improvvisa.

Il picchiettio sul vetro faceva risuonare un rumore cullante, che abbracciò Gennaro per trascinarlo in un leggero sonno.

Il moro alla guida sorrise vedendolo dormire, rilassato come mai era riuscito a vederlo.

Non poteva andare meglio di così, certo, Alessio era consapevole che certi problemi, certi pensieri, non vengono cancellati con un soffio. Lo ha visto cambiare sotto i suoi occhi e forse è stato lui stesso la scintilla di quel cambiamento.

Non ne aveva nessun merito, perchè era stato il biondo a trovare finalmente la volontà di andare avanti, semplicemente.

Parcheggiò davanti casa sua e appena spense la macchina osservò il suo ragazzo, doveva ancora abituarsi a quelle due parole, stiracchiarsi sotto la luce del lampione. Fuori pioveva ed era difficile vedere attraverso i vetri dell'auto da come l'acqua si scagliava velocemente sulla superficie.

"Vuoi restare da me? Piove e hai già guidato abbastanza oggi, magari vuoi riposarti"

Poi si rese conto della proposta e non potè fare a meno di arrossire, sperando che la penombra dell'auto nascondesse l'imbarazzo.

"voglio dire, ho il divano e la camera dei miei è vuota perchè loro non ci sono e"

Venne interrotto dalle labbra dell'altro che trattenne malamente una risatina, consapevole di quello che stava pensando Gennaro.

"Se non do fastidio a nessuno volentieri, credo di non poterne davvero più di guidare. Mi fa male il culo"

L'altro ridacchiò al commento di Alessio, che nonostante la sua età avvolte aveva delle uscite davvero infantili, ma incredibilmente adorabili.

Poi tornava lo stesso ragazzone dall'aria fiera.

"Nessun fastidio, mi preoccuperei soltanto, se ti lasciassi guidare da solo con questa pioggia."

Alessio sfilò le chiavi e con un rapido sguardo organizzò una corsa verso la porta della casa.

"Allora, io prendo la chitarra, che è più grande, e tu lo zaino"

"Va bene" fece per aprire la portiera ma fu sorpreso dalle mani del moro, che lo tirarono indietro.

"Che c'è?"

"Il cappuccio"

E sollevò quel pezzo di stoffa fino a coprirgli gli occhi e lasciò dei leggeri colpetti sulla sua testa.

Si guadagnò uno sguardo corrucciato e un "Smettila di comportarti come se fossi mia madre!" prima di vedere il biondo uscire dalla macchina, afferrare lo zaino e correre insieme fino a raggiungere le scale, al riparo dalla pioggia.

Salirono infreddoliti per essersi bagnati durante il breve tragitto per poi lasciar spazio al biondo e alle chiavi di casa.

Per quanto tentasse di trovare la serratura non riusciva ad aprire la porta "Ale non vedo, fammi luce con il telefono!"

"Dai a me"

il moro si avvicinò per prendergli la mano che stringeva le chiavi, era fredda e percepì l'altro rabbrividire. Infilò le chiavi nella toppa e lasciò andare la sua mano.

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora