Distrazione

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Sente freddo, molto freddo.

E stava sicuramente dormendo. Si era promesso di fare un pisolino post studio, non di dormire.

Non doveva dormire, ma perché non doveva?

Era così bello dormire.

Forse doveva recuperare le coperte, aveva dannatamente freddo.

Si allungò alla ricerca delle coperte e in quel momento di lucidità forzata sobbalzò.

Genn!

Si era alzato di scatto e la sua visione era stata ricoperta da piccole luci. Sentiva la testa pulsare, si era alzato troppo rapidamente e ne stava pagando le conseguenze.

Cercò con lo sguardo il telefono, abbandonato sul letto vicino a lui. Sbloccandolo guardò l'orario.

19:45

Era tardissimo, non sarebbe potuto andare in ospedale, le visite erano già finite.

Guardò le notifiche e con suo stupore tra quelle dei gruppi e dei social, trovò due chiamate e un messaggio di Davide.

Nessuna traccia del biondo.

Che stesse male?

Deglutì. Non voleva neanche pensarci. Era andato tutto bene in quei giorni, insomma, si erano baciati.

Cosa poteva andare storto?

Era tutto perfetto, avevano chiarito, il biondo non era rimasto schifato da lui e sembrava voler mettere da parte le sue ansie.

Cosa poteva non andare?

Certo sparire così non aiutava, ma poteva rapidamente rimediare scusandosi e niente sarebbe cambiato.

Poi all'improvviso si ricordò. Fu come quando ti ricordi qualcosa che avevi completamente dimenticato. Fu come ricordarsi di aver la cena nel forno da più di tre ore.

Una secchiata d'acqua gelida.

Giovanni.

Come aveva potuto dimenticarsi del suo migliore amico? Stava davvero diventando come quelle persone che mollano le amicizie per andare dietro a una persona?

Lo aveva completamente tralasciato ed era più che consapevole che non se lo meritava.

Probabilmente Giò credeva che il moro non sapesse nulla, ma lui sapeva eccome. Ormai lo conosceva da così tanto tempo che capiva con un semplice sguardo.

Anche se l'altro si nascondeva.

Prese il telefono e chiamò Davide, senza pensarci. Avrebbe potuto inviare prima un messaggio sia a Genn che a Giò, ma una chiamata sembrò più diretta.

Il telefono squillò, una volta.

Una seconda.

E poi una terza, una quarta.

Sentì il tipico fruscio di quando si risponde a una chiamata, poi sentì due voci.

"Le stampelle!" Gridò una voce in lontananza che si rivelò essere quella del suo amico.

Si sentì un fracasso assurdo, come se del ferro fosse caduto, risuonando freddo. Poi sentì un imprecazione.

"Odio questi affari!" Questo invece era Davide.

Sentì le risate in lontananza e poi un tonfo, seguito da un lamento.

"Sii?" Rispose finalmente al telefono il riccio, con un tono fintamente dolce ed eccessivamente acuto.

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora