Amore

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La donna rimase sulla porta ad osservare prima l'uno, poi l'altro.

"State insieme?"

Strinse i fogli che aveva in braccio al petto e si voltò verso il biondo, con un sorrisetto soddisfatto.

"Eh? Cosa? NO!"

Per poco non si strozzò quando sentì quelle parole e rispose senza rifletterci.

"Si faccia gli affari sua!"

Protestò sorpreso dall'interessamento della donna, senza però risultare in qualche modo offeso dalla sua curiosità.

"Ve beeene Genn"

Ridendo se ne andò, lasciando il biondo solo in quella camera.

"Impicciona"

Ripensò a quella domanda e ovviamente i suoi pensieri tornarono a quelle dimostrazioni d'affetto, quei baci che si erano scambiati poco prima.

La sua mano andò meccanicamente nel punto in cui sapeva di avere una macchia viola, o rossa che fosse. Per un istante pensò di andare in bagno a guardarsi allo specchio, poi ricordò che non esistevano specchi in quel posto.

Però potè sentire la pelle bruciare leggermente sotto le sue dita.

Quelle non erano cose che facevano gli amici, quello era poco ma sicuro, ma cosa avrebbe dovuto fare? Insomma era chiaro come la luce del sole che la loro era una relazione, nessuno dei due si sarebbe sognato di usare qualcuno per i favori sessuali, favori che nel loro caso erano limitati a qualche bacio.

Quindi si stava solo facendo le sue solite maledettissime paranoie.

Diceva sempre di non amare le definizioni, di odiare la società che pretendeva di dare un nome a un sentimento così forte e puro come l'amore; eppure in quel momento aveva bisogno di una definizione. Di qualcosa che mettesse in chiaro quello che stava accadendo. Una semplice conferma per convincere la sua mente che non si stava autoconvincendo.

Ma avrebbe aspettato, in fondo cosa poteva andare storto?



Il giorno dopo, durante una visita con la stagista che ormai sembrava essere sul punto di essere presa definitivamente a lavorare in quel posto, si fece portare la custodia della chitarra.

Voleva spezzare quella noia e quell'apatia che si era creata.

Ormai sapeva riconoscere i segnali di quando stava per sgretolarsi in piccoli pezzi e voleva evitare di tornare in quell'inferno.

Certo, niente si era ancora realmente risolto, era come se avesse tentato di rincollare qualche pezzo di un vaso rotto e la colla fosse ancora fresca. Una vibrazione leggera e tutto sarebbe nuovamente crollato.

Situazioni simili non si risolvevano con così poco.

Nessuno lo avrebbe salvato, tantomeno Alessio.

Ne era consapevole.

L'unico che poteva uscirne era lui, con la sua volontà.

Non voleva che qualcuno lo salvasse, perchè sarebbe diventato dipendente, sarebbe diventato un guscio vuoto, una marionetta in mano al suo proprietario.

Amava il suono della sua chitarra, sembrava ascoltare la sua anima. sapeva leggerne e riprodurne ogni sfumatura, si sentiva completamente svuotato in quei momenti.

Lo distraeva e se ne era dimenticato.

Adesso ricordava perchè aveva iniziato, ricordava quello che aveva provato passando le giornate da solo, in camera, solo con la sua chitarra.

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora