Tempo

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Percepisce del calore vicino a se, un calore diverso da quello delle coperte al mattino, più umano. Mentre riprende coscienza si rende conto di essere nel suo letto, a casa sua, dove ormai non dormiva da diverso tempo.

Era avvolto dalle braccia nude del moro e si sentì piacevolmente arrossire ai ricordi del giorno prima, a quello che si erano detti e di come la sua vita fosse cambiata in questi mesi.

Rimase a crogiolarsi nei ricordi e nel piacevole calore del moro, lasciando che il suo odore si impadronisse del suoi sensi.

Fu interrotto dal rumore del suo stomaco, che brontolava richiedendo qualcosa da digerire. Cercò la sveglia per osservare l'ora e si stupì di quanto tempo avevano passato in quel letto.


12:47


Non dormiva così tanto da secoli, Alessio lo rendeva un ghiro.

Controvoglia si alzò, scivolando via dalle sua braccia e dal piacevole tepore. Afferrò una delle maglie abbandonate e raggiunse il bagno. Non era la prima volta che entrava nel bagno di casa propria, ma era la prima volta dopo mesi che rimaneva da solo con un grande specchio.

Appoggiò la maglia sul bancone del lavandino e osservò il suo riflesso.


Le prime cose che gli balzarono all'occhio furono le macchie viola e i suoi capelli, perennemente disordinati.

Li sistemo alla bell'e meglio, spostandoli di lato per poi prendere la fascia nera e tirarli indietro. Avevano bisogno di un bravo parrucchiere.

Poi si soffermò su quelle macchie e arrossì al pensiero della sera precedente.


Era stato un po' imbarazzante, ma non in senso negativo.


Le sfiorò con le dita tracciandone i contorni distrattamente. Più ci pensava e più credeva di essere in un sogno crudelmente vivido. Era sempre stato gentile, non lo aveva mai visto arrabbiarsi con lui, neanche quando aveva commesso delle cavolate.

Quella del giorno prima era un' ulteriore prova di quanto amasse quel ragazzo.

Perchè si, forse poteva ammetterlo a se stesso, stava iniziando ad amarlo.

Era stato imbarazzante, ma in fondo chi non ha avuto quella prima volta di incertezza e imbarazzo?

Fissò lo specchio e il suo riflesso che si muoveva. La pelle era pallidissima e poteva vedere le ossa fare capolino in più punti, le clavicole evidenti, le costole sottili creavano delle ombre decise.

E le braccia, segnate da sottili fili bianchi, cicatrici che forse non lo avrebbero mai abbandonato.

Non gli piaceva quello che vedeva allo specchio, ma non sentiva il bisogno di distruggerlo. Non sentiva il bisogno di rimettere o afferrare uno dei rasoi nell'armadietto.

Sentiva il bisogno di ricostruire.

Voleva che la sua vita andasse avanti, aveva paura di uscire da quella zona apparentemente sicura, perchè la paura di essere nuovamente ferito lo spaventava. Ma si rendeva anche conto che vivere una vita nella negatività per paura di ritornarci presto o tardi, non aveva un senso logico.

Indossò la felpa, iniziando a sentire freddo in quella casa in cui i termosifoni erano stati spenti per mesi.

Accese la caldaia e entrò nella piccola cucina verde scuro. Si stupì del foglio abbandonato sul atavolino, con accanto le chiavi di casa che aveva lasciato a sua zia.

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora