Scusami

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"Scusa è che.."

"Sh Genn, non voglio giustificazioni, va bene così"

A quel punto il moro si alzò per avvicinarsi al letto del biondo, muovendosi sotto il suo sguardo. Sentiva che avvicinarsi a lui avrebbe spezzato quell'atmosfera da seduta psicologica che si era creata, lui su una sedia e il biondo semidisteso.

"Ma ieri ti ho trattato di merda quando non avrei dovuto"

Lo osservava mentre si sedeva sull'angolo del letto, dove l'altro gli aveva fatto posto, incrociando le gambe per avvicinarle a se.

"Genn..."

Appoggiò una mano sulle coperte, per sostenere meglio il suo peso, mettendosi a giocare distrattamente con le pieghe del tessuto. Osservava il biondo, osservava i suoi occhi chiari guardarlo e dovette sforzarsi per non perdersi nello studiare quei colori e finire per ignorare le sue parole.

"Va sempre così ultimamente, io che ti parlo di un sacco di miei problemi, quando di te non so niente, parliamo solo di me e delle mie sciocchezze"

Teneva le mani in grembo, nascoste dalle maniche, così come gli avambracci, ancora coperti dalle fasciature, probabilmente. Alessio avrebbe voluto accarezzarle, come per tentare di guarirle, se non fisicamente, almeno mentalmente.

"Invece, da quanto ricordo io, parliamo molto di me, ricordi? Le prime volte non facevo altro che raccontarti di quello che facevo, durante le giornate o addirittura di aneddoti del passato"

"Ricordo..."

"Quindi parlare di te non è negativo, non lo è. Davvero Genn, ascoltami"

Il moro si tolse le scarpe calciandole sul pavimento, per sedersi anche lui, a gambe incrociate, sul letto, davanti all'altro.

"Io non posso neanche immaginare di capire quello che stai passando o che hai passato. Vorrei, ma probabilmente non gioverebbe a nessuno. Da esterno posso guardare con gli occhi di chi non ha passato quello che hai trascorso tu. Abbiamo due visioni diverse della realtà, com'è normale che sia"

Voleva prendergli le mani, ma glielo avrebbe lasciato fare? Non avrebbe pensato che l'unico suo scopo fosse ricordargli cosa aveva sotto le fasciature?

"Ti sto dicendo questo perchè vorrei che tu capissi che io non ragiono con la tua testa, che non devi farti paranoie sul perchè o il per come."

Alessio lo sapeva, che la mente del biondo era piena di paranoie. Era normale che fosse così. Chiunque le ha, c'è chi ne crea di più e chi ne crea meno, ma in fondo siamo tutti simili, tutti uguali, funzioniamo nello stesso modo ma siamo diversi nella nostra uguaglianza.

Non voleva che le paranoie del biondo creassero una realtà che non esisteva.

"Non dovresti fartele in generale. Chiedi, davvero"

E con quelle parole voleva fargli capire che si era innamorato di lui, che era tutto vero, che quel bacio era vero, i suoi sentimenti veri. Sentimenti che non possono essere cambiati così, in qualche attimo solo perché non ricambiati immediatamente.

"Anche se ti sembra irrispettoso, invadente, chiedi"

A questo punto gli venne spontaneo, si allungò, per afferrargli le mani, con delicatezza, dandogli il tempo di andarsene. Sentì le sue mani lasciare la presa sulla stoffa e lasciarsi stringere.

"Va bene?" chiese il moro, con le mani fredde dell'altro tra le proprie.

Il biondo sussurrò un "mh" in risposta, per poi stringere le dita calde del moro, percependo i calli della pelle, dovuti alle corde della chitarra.

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora